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"M". Proprio un fischio
suono molto simile a quello inDal momento della cattura di Thorndike, il film si sviluppa come una partita di scacchi, comepossiamo intuire dalle varie inquadrature riservate a delle effettive scacchiere presenti nellestanze. Altro riferimento importante è quello a San Sebastiano, il martire per eccellenza, cuiritroviamo principalmente nell'immagine -simboli della freccia, oltre a una sua statua elementil'attenzione per l'arte.che ci dimostrano di Lang Il capitano viene, quindi, paragonato a unmartire, e il collegamento tra i due personaggi è reso da come Lang faccia vedere il personaggiolegato alla sedia come San Sebastiano era legato alla colonna.Anche in questo film troviamo la grande attenzione di Lang per gli oggetti, oltre a quellal'immaginario dei civili dell'epoca che non sapevano dell'esistenzadedicata nel rappresentaredei campi di concentramento. Abbiamo grandi riferimenti al mondo
Religioso i quali, tuttavia, stonano con il crudele realismo delle SS, le quali, inoltre, si comportano con estrema ipocrisia nei confronti del capitano, prima torturandolo e poi rivolgendosi a lui con formalità e gentilezza.
Come detto precedentemente, il film sembra una continua partita a scacchi, i cui avversari sono Thorndike e Smith: tutti e due sono dei cacciatori, largamente diffusa e affermata nella borghesia, elemento comune da cui scaturisce una sottotrama sul confronto tra il tedesco e l'inglese.
Tra le loro due personalità - Gli scacchi, inoltre, sono una visione nonviolenta della guerra, e nascono appunto per sostituirsi a questa. Il ruolo del gioco è, quindi, quello di sostituirsi alla violenza, come il duello nel Medioevo, diminuendo l'aspetto drammatico, ma in questo caso non sembra funzionare: abbiamo, infatti, una serie di simboli inattesi che ci sembrano fuori luogo, oltre al campo e controcampo che mettono in
Contrasto idue, i quali sono rappresentati dai colori bianco e nero, proprio come le pedine degli scacchi. Il capitano, inoltre, afferma di non aver voluto veramente sparare a Hitler, ma di essere lì solo per vedere se effettivamente aveva l’opportunità di farlo, perché lo considerava divertente – ancora, il gioco che sdrammatizza la realtà. Lang costruisce il set in maniera estremamente matematica, quindi potremmo collegare la sua personalità a quella del capitano, che considera la caccia una pratica fondata sulla logica e il calcolo matematico. Il set è indubbiamente simbolico: il discorso dei due avversari è incentrato sui simboli, e all’interno della scena stessa sono presenti molti simboli - il paralume con la frase biblica, la scacchiera. Le porte e le ombre ritroviamo in molti suoi film come elementi simbolici, così come le ombre:
Thorndike dell'illuminazione arriva in una Londra piena di ombre, dove riconosciamo la volontà posizionata apposta per avere le ombre nere sullo sfondo bianco, esportando una nuova tecnica di illuminazione del cinema statunitense. La capacità di rendere le ombre permette, inoltre, di il controcampo per mostrare all'osservatore ciò che è dall'altra non dover utilizzare per forza parte della camera.
La rappresentazione e l'immagine dei tedeschi è estremamente stilizzata, anche se non molto distante dall'estetica vera dei nazisti: prima e dopo la guerra si presenta la Germania con delle con l'intento di spezzare la invece forte unione che la nazione presentava in divisioni interne, quel momento storico.
Per arrivare a Londra, Thorndike viaggia come clandestino su una nave, dove incontra e viene aiutato da un bambino, il quale sembra uscito da un racconto di Dickens, attraverso la cui ironia Lang sembra dialogare con questi racconti. Abbiamo,
poi, un gioco di dialoghi tra il bambino che parla dialetto e il capitano che parla inglese perfetto. Il protagonista è, infatti, un personaggio che gioca e sa stare al gioco, contrapponendosi a un mondo in cui il gioco è severamente vietato. Per quanto riguarda la città di Londra, invece, vediamo la sua ricostruzione in studio che rende brumosa, dove vediamo principalmente l'aspetto popolare della Londra, una città estremamente cittadina. La cura nella costruzione del quadro della città è simile ai film precedenti di Lang, ovvero caratterizzata, tuttavia, dal tema dell'insicurezza, una costruzione maniacale e asciutta, non più vista come posto sicuro dal protagonista per via delle spie naziste. Dell'Inghilterra, il capitano, infatti, si sente quasi più assediato nella sua città che altrove. Le posizioni che assume il protagonista sono plastiche e ricordano la tradizione di Lang nel film muto, che qui.sono particolarmente funzionali nei momenti di drammaticità. La protagonista femminile, Jenny, vive in una piccola stanza estremamente addobbata, un luogo impopolare molto diverso dagli ambienti del potere nazista che Lang ci ha presentato per quasi tutto il film, la cui distinzione è evidenziata dalla ripresa leggermente dal basso della camera per riprendere una parte del soffitto, cosa che in genere non si fa, ma che in questo caso serve a sottolineare quanto l'ambiente sia piccolo. Altro elemento popolare che caratterizza il personaggio di Jenny sarà l'offrire fish and chips al cartoccio al capitano, un pasto nell'ambiente della casa, inoltre, estremamente umile. Sullo sfondo viene posizionata una macchina da cucire, che Lang ha affermato di aver inserito per evitare la censura: infatti, con quella macchina da cucire Lang può fingere che la protagonista sia una sarta invece di una prostituta. Con l'incontro tra Thorndike e Jenny vediamo ilChe Lang dà al ritratto. In questo caso, abbiamo un ulteriore gioco che vede un pagamento da parte di Thorndike nei confronti di Jenny, la cui costruzione da commedia fa intendere che la ragazza sia una prostituta - cosa che in realtà è e che fa storcere il naso allaproprietaria di casa. Così come per i gesti di Thorndike, le posizioni di Jenny ricordano una cui nome significa letteralmente "portatore di statua, soprattutto quella di San Cristoforo, Cristo", quindi che porta il peso del mondo intero, presagio di come Jenny morirà martire. La mancanza di effusioni tra i due protagonisti è sia dovuta alla tradizione cinematografica americana, sia alla volontà di rappresentare lei come una bambina. Nei discorsi tra Thorndike e Jenny vediamo il loro parlare della guerra come di un gioco, dove ogni soldato deve avere il suo distintivo: per questo, i due si receranno in gioielleria dove Thorndike comprerà una spilla a Jenny.
Tuttavia, il fatto che il gioielliere sia tedesco mette particolare ansia al protagonista, paura infondata che, però, permette alla scena di avere una nota comica. La spilla scelta da Jenny è a forma di freccia, un collegamento diretto con la figura di San Sebastiano. Con l'inseguimento di Thorndike da parte di Smith, abbiamo una sequenza nella metropolitana l'ambiente dove si svolge la scena con maggiore azione rispetto a tutto il resto del film. Sempre della metropolitana è utile per costruire il gioco tra luce e buio, dove lo scontro violento tra i due è reso senza utilizzo di parole. Verso la fine del film vediamo Lang trattare un tema dell'inconscio dei personaggi, in questo caso più noir: soprattutto del capitano che effettivamente voleva uccidere Hitler, e lo ammette solo alla fine dopo essere stato smascherato da Smith, anche se rimane il dubbio se sia sincero o no. Vediamo, infatti, il ritorno del tema del sogno e dell'allucinazione.qui realizzato in modo molto più vicino a quelle che saranno poi le caratteristiche del noir.Dietro la porta chiusa è un film che lo stesso Lang non apprezzò molto: in alcune interviste successive all'uscita del film, infatti, Lang ricorda con amarezza il periodo di produzione di questa pellicola, ed è probabile che questo disprezzo sia dovuto da motivi personali nella vita dell'Aprile del di Lang, in quanto in quei mesi stava attraversando un periodo difficile. Inoltre, "Diana Production", 1945 Lang crea una sua casa di produzione, la realizzando il suo sogno di avere il pieno controllo del processo creativo, cosa che Hollywood gli aveva negato. Però, del primo film, "La strada scarlatta", dopo la pubblicazione iniziano a sorgere alcuni problemi, soprattutto per il fatto che la Diana Production non fosse una casa completamente indipendente ma che sottostava alla Universal, che poteva
Intervenire e modificare i film nel caso in cui lo avesse ritenuto necessario, cosa che farà proprio nel film "Dietro la porta chiusa", ultimo film che realizzerà con la società. Lang parlando della sceneggiatura si distanzia come in precedenza da questo film, cercando di mentire dicendo di aver ripescato una sceneggiatura a caso da un cassetto. Tuttavia, sappiamo che in realtà era un progetto fortemente voluto e pagato, essendo basato su un romanzo uscito in quel periodo e che aveva riscosso molto successo, "Piece Nb.13" di Rufus King, il quale presenta una struttura narrativa molto simile al romanzo "Rebecca", di cui è risaputo, tra l'altro, che Hitchcock realizzò il film. Hitchcock e Lang avevano una sorta di rivalità da ormai molti anni. In questo film, inoltre, possiamo notare la particolarità della sceneggiatrice donna, Sil.