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Uno scenario ricco di pietà e angoscia, intorno al dialogo di
Dante e Virgilio, il quale spiega perché e qual è la sorte di
chi come lui, si trova ad essere nel Limbo. Le anime lì
presenti sono in uno stato di quiete, differenti da quelle del
precedente canto, gi Ignavi, che per quanto non abbiano
peccato, non hanno comunque fatto del bene, a differenza
di queste, considerate “buone” e dalla grande anima,
avendo comunque fatto il possibile nella loro vita, essendo
ora tristi, ma non beate (una visione dunque abbastanza
contraddittoria).
Troviamo poi la glorificazione che Dante coglie l’opportunità
di fare al suo maestro, Virgilio, che ha fatto parte della
grande scuola poetica che lo ha preceduto e lo ha
invogliato a procedere secondo quel percorso.
Proseguiamo poi verso il Castello dei Sapienti, descritto con
un numero simbolico: sette mura e sette porte. Il sette può
rimandare a molte cose, come possono essere le arti di
Trivio e Quadrivio, o semplicemente alla ripartizione della
filosofia nei sette argomenti: fisica, metafisica, etica,
politica, economia, matematica, dialettica. VI è poi così il
lungo elenco dei numerosi personaggi presenti. Utilizza la
figura del castello in quanto essendo di fondamenta
medievali, questo è per lui simbolo di forza e impero, e i
sapienti che ne fanno parte in questo caso, sono in effetti il
sostegno dell’intera società, in quanto virtuosi e nobili
d’animo. Nel Limbo i sapienti riposano e riflettono sul
mondo e sulla bellezza, portando luce, non quella di dio,
ma un bagliore della loro stessa sapienza. Per un attimo
avremmo l’impressione di essere in un luogo felice,
distante dall’Inferno, un luogo che però porta ad un’attesa
destinata a restare frustrata per l’eternità.
Sintesi dei passaggi presenti nel canto
1-12 Un gran tuono risveglia il poeta. Il quale si guarda
intorno e si accorge di essere aldilà dell’Acheronte, sull’orlo
della voragine infernale buia e nebulosa.
13-45 Virgilio spiega che è il momento di proseguire; è
pallido, perché conosce bene il tormento del luogo in cui si
trovano. Il pallore di Virgilio è simbolo di pietà. Lentamente
si avverte la presenza delle anime attraverso i loro sospiri
che echeggiano in modo spettrale attraverso la nebbia.
Virgilio spiega a Dante dove si trovano, sorpreso che non
sia stato il discepolo per primo a porgere la domanda.
46-63 Dante rivolge una domanda particolare a Virgilio:
chiede se mai qualcuno sia uscito dal Limbo, per avere
conferma della propria fede; Cristo, infatti, era sceso agli
inferi tra la morte e la resurrezione. Virgilio dà conferma e
spiega al discepolo che Cristo era sceso e aveva fatto
uscire i grandi padri dell’Antico Testamento.
64-105 Entrano in scena i grandi poeti dell’antichità:
Omero, Orazio, Ovidio, Lucano. Virgilio si accosta a loro e
discorre amabilmente. I poeti invitano Dante a intrattenersi
con loro e a discorrere. Dante si avvicina “sesto” poeta del
gruppo e dice che non dirà quel che si sono detti.
106-114 Descrizione del nobile castello.
114-151
• L’ingresso nel Castello dei Sapienti dove
vengono mostrate a Dante tutte le grandi personalità del
passato. Tutte sono serene, ma dal volto austero. Qui
incontriamo filosofi e politici, ma anche personaggi della
mitologia. Usciti dal Castello, la compagnia di poeti si
separa e Dante e Virgilio proseguono oltre.
Figure retoriche
“Sì ch’io mi riscossi come persona ch’è per forza
- desta” = similitudine (1-2). Sta a significare "così che
io mi scossi come qualcuno che si sveglia di
soprassalto"; "ascoltare, sospiri, aura,
- Allitterazione della r =
etterna, tremare, martiri, turbe, eran, viri" (25-30);
Un possente
- = perifrasi (53). Si riferisce a Gesù Cristo
che è sceso negli Inferi;