5' di lettura 5' di lettura
test ingresso medicina 2017 cambridge assessment

Abbiamo due notizie: una buona e una cattiva. La prima è che, per il secondo anno consecutivo, dal test d’ingresso a Medicina sparisce il quiz del Cambridge Assessment e che quindi la prova probabilmente sarà più facile che in passato.

Qui però interviene l’aspetto negativo della faccenda: proprio perché il test per il gli aspiranti medici sarà più abbordabile, occorrerà (come avvenuto dodici mesi fa) un punteggio decisamente più alto rispetto alla tradizione. Molto alto. Quasi perfetto.

Le graduatorie dipendono soprattutto dal metodo scelto per i quiz

Il metodo utilizzato per scegliere le domande inserite nel quiz è, infatti, una variabile fondamentale. Dal tipo di quesiti scelti dipende il destino non solo dei test d’ingresso ma, di riflesso, anche delle graduatorie. Con i numeri alla mano lo si può capire molto bene. Ci basta analizzare il rendimento delle future matricole in due anni differenti: il 2015 (in cui venne proposto il questionario del Cambridge Assessment) e il 2016 (quando il quiz ‘britannico’ non c’era) e vedere i punteggi minimi che hanno garantito l’iscrizione a Medicina.

Senza Cambridge Assessment per passare servirà un punteggio altissimo

Nel 2015, per passare, si oscillava tra i 42,8 punti (su un massimo di 90 disponibili) che occorrevano per entrare all’università Bicocca di Milano, ma si poteva scendere tranquillamente fino ai 30,9 se si voleva frequentare il corso di laurea in Medicina a Catanzaro. L’anno dopo (2016) lo scenario invece è stato totalmente diverso: per entrare alla Bicocca si doveva arrivare a 75,6 punti (ben 32,8 in più), mentre per accedere all’università di Catanzaro il punteggio minimo saliva fino 63,3 punti (+32,4). Tutta colpa proprio del Cambridge Assessment. O, meglio, della sua assenza.

Cosa rende difficile il ‘metodo Cambridge’

Ma perché questo tipo di test mette così in difficoltà gli studenti? La risposta è nel tipo di ‘lavoro’ richiesto ai candidati per rispondere alle domande. Un discorso che vale soprattutto per i quesiti di Logica e Ragionamento. Perché il ‘metodo Cambridge’, innanzitutto, inserisce nella batteria dei quiz nuove tipologie di domande (esprimere il messaggio principale, trarre una conclusione, riconoscere una supposizione implicita, rafforzare o indebolire una argomentazione, identificare il passaggio logico errato, individuare ragionamenti analoghi, individuare e applicare un principio). Esercizi, inoltre, composti da brani che vanno letti e interpretati. Domande dunque complesse che richiedono molto tempo per essere risolte.

Il tempo è il nemico principale delle aspiranti matricole

Neanche le materie più caratterizzanti l’area scientifica, però, sono risparmiate dalla logica Cambridge. Per Biologia e Chimica, ad esempio, si introducono domande che richiedono calcoli preliminari necessari per poter valutare le alternative e identificare la risposta corretta. Oltre quindi allo studio approfondito richiesto per inquadrare la domanda, anche qui per trovare la soluzione c’è bisogno di alcuni minuti. E nel frattempo il tempo scorre, togliendo spazio prezioso ai quesiti – come quelli di Matematica e Fisica – non interessati dal metodo inglese. Sin troppo facile perdersi per strada. Ecco spiegati i punteggi molto bassi.

L’Assessment rimane solo per Medicina in lingua inglese

Ma, come detto, per i test d’ingresso per l’anno accademico 2017/2018 il Cambridge Assessment è stato nuovamente scartato. Il prezzo da pagare? Più che altro è un imperativo: cercare di svolgere il quiz alla perfezione. Non è detto che un buon punteggio basti per entrare a Medicina. Ne serve uno ottimo. Un problema che non avranno i candidati per il test d’ingresso a Medicina in lingua inglese; per loro il Cambridge Assessment continua. Resta da vedere se saranno più o meno contenti dei loro colleghi. Il dubbio è amletico: meglio un test difficile che faccia una dura selezione oppure è preferibile un quiz facile per dare chance di successo più diffuse. Questione di punti di vista.

Marcello Gelardini