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Flash mob protesta test ingresso a numero chiuso Medicina

Non è un caso che le associazioni studentesche universitarie abbiano scelto proprio oggi martedì 3 settembre 2019 come giorno per dare voce al loro dissenso contro quella che definiscono in modo unanime 'emergenza sanitaria'.

Tra poche ore infatti, precisamente alle 11:00, avrà inizio il temutissimo test di ingresso in Medicina che, essendo a numero chiuso, escluderà poco meno di 60mila aspiranti medici. Il numero degli iscritti infatti anche quest’anno è molto alto, soprattutto se rapportato al numero dei posti realmente disponibili: le stime contano ben 68.694 iscritti che dovranno contendersi 11.568 posti in tutta Italia.

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Il numero dei posti a disposizione per l’anno accademico 2019/20 secondo il parere di Camilla Guarino, membro di Link Coordinamento Universitario, sono assolutamente insufficienti a sanare quella che ritiene essere una vera e propria ‘emergenza sanitaria’. Negli ultimi mesi infatti la difficoltà nel reperire medici è venuta a galla in modo massiccio e col passare del tempo se ne prevede un incremento esponenziale. Concorda su questa linea di pensiero anche Giacomo Cossu, coordinatore della Rete di Conoscenza, che per contrastare questo drammatico fenomeno sociale in ascesa, auspica ad un necessario ‘ripensamento delle modalità di accesso al corso di Laurea di Medicina e Chirurgia e del concorso di specialità raddoppiando il numero delle borse e attraverso una programmazione di lungo periodo sui bisogni di salute del nostro Paese’.
Se è vero inoltre che, come dichiara Guarino, negli ultimi mesi, per colmare il vuoto della categoria dei medici, si è fatto ricorso a quelli in pensione, a quelli militari e anche ai neolaureati privi di quell'indispensabile formazione propedeutica allo svolgimento della professione, appare allora inaccettabile qualsiasi ‘barriera di accesso dal test di oggi al test di specializzazione che limita ulteriormente il numero di medici’. Per questo, tutte le associazioni studentesche citate sono concordi nel dichiarare apertamente 'emergenza sanitaria' e nel chiedere quindi che 'per rispondere ai bisogni di salute del Paese, venga raddoppiato il numero di borse di specializzazione e ripensato il sistema di accesso alla facoltà di medicina e chirurgia’.

Test medicina 2019, le richieste della protesta

A sostegno di questa tesi, anche Giulia Biazzo, coordinatrice nazionale dell’Unione studenti, aggiunge che i test di ingresso a numero programmato non sono uno strumento in grado davvero di valutare realmente la preparazione degli studenti ma servono soltanto per ‘selezionare e ridurre in numero i futuri studenti universitari’, ostacolando la libera scelta del futuro percorso di studi dei giovani dopo il diploma di scuola superiore.
Se da una parte quindi le parole di denuncia della coordinatrice colpiscono il governo rimproverandolo di non ‘finanziare realmente l'istruzione pubblica per garantire a tutte e tutti di accedere ai gradi più alti degli studi’, dall’altra di conseguenza affondano sul problema della ‘speculazione che i privati fanno sulla preparazione ai test d’ingresso, generando il meccanismo per cui solo chi se lo potrà permettere avrà più possibilità di accedere’.

Flash mob davanti agli atenei contro il test di ingresso in medicina

Oggi martedì 3 settembre, nelle ore che precedono il test nazionale, davanti a diversi atenei italiani, le associazioni studentesche universitarie hanno organizzato flash mob per contestare lo svolgimento dei test di ingresso di medicina.
Le città mobilitate con flash mob contro il sistema di reclutamento del test di ingresso a numero chiuso in Medicina, sono le seguenti:
    • Roma (La Sapienza);
    • Bari;
    • Siena;
    • Bologna;
    • Milano;
    • Fisciano.