L’abolizione del test di ingresso a Medicina è un tema caldo che sta facendo discutere le diverse parti coinvolte.
La possibilità di accedere liberamente alle facoltà mediche senza dover affrontare il temuto esame di ammissione rappresenterebbe una svolta importante, portando a conseguenze di vario tipo.
Ma quando entrerà effettivamente in vigore la riforma?
Indice
Abolizione test Medicina: quando entrerà in vigore la riforma?
L’attesa per la fine del test d’ingresso a Medicina potrebbe concludersi presto.
Secondo la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, la riforma potrebbe diventare realtà già dal prossimo anno accademico 2025-2026.
Intervenendo su Radio 24, ha sottolineato: “Io ci metto come sempre tutta la forza che ho”.
Ha aggiunto: “Se siamo riusciti a fare 10mila posti letto in condizioni spaventose, io confido di poter fare anche i decreti delegati”.Ma ciò non toglie che, dopo il recente via libera della commissione Istruzione e Cultura del Senato, il percorso legislativo è solo all'inizio.
La prossima tappa sarà l’approvazione del testo da parte del Senato, prevista entro la fine di novembre, per poi passare alla Camera.
Una volta completato questo iter, il Ministero avrà a disposizione 12 mesi per redigere i decreti delegati necessari.
Viene da sé, quindi, che se l’intenzione è quella di far partire la riforma già nel 2025, i tempi dovranno essere accelerati. Riusciranno a rispettare la scadenza? La speranza è alta per i tanti aspiranti medici, ma molto dipenderà dall’iter parlamentare.
In cosa consiste la riforma di Medicina?
La riforma promette di rivoluzionare il sistema di accesso alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, eliminando il tanto discusso test d’ingresso.
Invece di affrontare l’esame selettivo all’inizio del percorso universitario, gli studenti potranno iscriversi liberamente. Ma attenzione, perché questo non significa che l’accesso sarà garantito per tutti.
Il primo semestre avrà infatti la funzione di filtro: durante tale periodo gli studenti affronteranno esami fondamentali i cui risultati saranno decisivi per stabilire se potranno proseguire o meno nel percorso medico.
Il tutto verrà stabilito come sempre da una graduatoria nazionale. Gli studenti migliori, che rientreranno nei posti disponibili, potranno proseguire il loro percorso di studi in Medicina a partire dal secondo semestre.
Una novità importante che cambierebbe in tutto e per tutto le modalità di ingresso, ma senza rinunciare a una selezione basata sul merito.
Le critiche alla riforma
Nonostante la riforma dell’abolizione del test di ingresso a Medicina sia vista come una svolta per molti, non mancano le critiche e le polemiche su più fronti.
Secondo l’UDU, per esempio, la riforma non eliminerebbe davvero il problema della selezione, ma la sposterebbe semplicemente alla fine del primo semestre. Inoltre, questa nuova modalità di accesso potrebbe addirittura peggiorare la competizione tra gli studenti, aumentando la pressione per un intero semestre.
I rettori italiani, riuniti nella Crui, hanno espresso preoccupazioni riguardo alla mancanza di risorse: “Le risorse utilizzate finora per 20.000 studenti non possono essere sufficienti per i 60/80.000 candidati”, affermano.
Un sovraccarico che potrebbe compromettere non solo la qualità dell’istruzione, ma anche il futuro delle professioni sanitarie. Con sempre più studenti che si orientano verso Medicina, altre professioni come l’infermieristica rischiano di soffrire una carenza ancora maggiore di laureati, aggravando la crisi già esistente nel sistema sanitario.
E in tutto questo, c’è anche chi propone una soluzione alternativa: usare il voto di Maturità come filtro iniziale per l’accesso a Medicina.
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