
Il voto di Maturità come primo filtro per accedere a Medicina.
Questa la proposta alternativa che arriva da Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, attraverso un articolo del ‘Corriere della Sera’.
La discussione sull’accesso a Medicina non accenna a placarsi dopo che la ministra Bernini ha annunciato l’abolizione del test d’ingresso, spostando la selezione alla fine del primo semestre.
Una soluzione, questa, che ha già sollevato diverse perplessità.
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La questione della selezione
Il problema del test d'ingresso a Medicina è da sempre un tema spinoso e molto dibattuto.
La proposta di abolirlo e rimandare la selezione alla fine del primo semestre non sembra essere la soluzione ideale per Remuzzi.
Secondo il professore, innanzitutto, il test ideale per ammettere gli studenti “non esiste”.La realtà, spiega il prof, è che accettare tutti gli studenti che desiderano iscriversi non è fattibile, e trovare un sistema che bilanci il numero di studenti con le esigenze future del sistema sanitario è decisamente complesso.
“Il numero non deve essere né aperto né chiuso”, scrive, “dovrebbe essere programmato in base alle esigenze, anche se sapere quali saranno le necessità da qui a 6 e poi 10 anni, considerando anche la formazione post laurea, è molto difficile”.
Il ruolo della tecnologia: tutto potrebbe cambiare
Nel corso degli anni, l’educazione medica è rimasta ancorata a un modello tradizionale, con sei anni di studi seguiti da altri quattro anni di formazione specialistica.
Tuttavia, Remuzzi avverte che tra non molto tutto questo potrebbe cambiare: “Presto, corsi online e intelligenza artificiale sostituiranno le lezioni di oggi e consentiranno agli studenti di apprendere molto più facilmente”.
Secondo tale punto di vista, quindi, la programmazione del numero di medici dovrebbe anche tenere conto delle nuove tecnologie e del modo in cui queste potrebbero rivoluzionare l’apprendimento.
Rimane comunque la difficoltà di organizzare la selezione sulla base di un semestre di lezioni, poiché si rischia di escludere studenti in funzione dei voti ottenuti in materie “lontane dal poter giudicare della capacità degli studenti di essere medici”.
La proposta: usare il voto di Maturità
Per evitare i problemi legati alla selezione a fine semestre, Remuzzi propone un'alternativa che potrebbe semplificare il processo: utilizzare il voto di maturità come filtro per l’ingresso a Medicina. Citandolo: “Ci deve essere un primo filtro, e per farlo basterebbe utilizzare il voto dell’esame di maturità”.
I problemi però non mancherebbero, anche perché i voti di Maturità non sono tutti uguali, ma variano considerevolmente da regione a regione.
Per rendere il sistema equo, sempre secondo Remuzzi, sarebbe necessario applicare un fattore di correzione che tenga conto delle differenze tra le valutazioni degli istituti del Nord e del Sud e tra i vari tipi di scuole.
La proposta mirerebbe a ridurre la pressione sugli studenti e alleggerire il carico di lavoro delle università, che così non dovrebbero gestire un numero esorbitante di studenti che tentano il test ogni anno.
Oltre al fatto che “sarebbe comunque più semplice che non avere 60 mila studenti da valutare, senza essersi chiesti prima chi lo fa, in quali strutture, con quali criteri”.