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Concetti Chiave

  • L'origine della vita è una questione centrale che ha stimolato domande sulla diversità degli organismi e la loro evoluzione nel tempo.
  • La scienza ha progressivamente sostituito concezioni teologiche e filosofiche con teorie basate su osservazioni empiriche, come l'evoluzione.
  • I viaggi di scoperta del XVIII secolo hanno ampliato la conoscenza sugli organismi, portando alla nascita delle prime teorie evoluzioniste.
  • La teoria di Lamarck ha introdotto l'idea che gli organismi si adattano all'ambiente, benché errata nel concetto di ereditarietà dei caratteri acquisiti.
  • Lamarck ha compreso il legame tra adattamento e evoluzione, un concetto ancora fondamentale nelle teorie evoluzionistiche moderne.

Indice

  1. Tema: Origine della vita, questione centrale dell’esistenza
  2. I progressi della scienza
  3. La teoria di Lamarck e il concetto di adattamento

Tema: Origine della vita, questione centrale dell’esistenza

«Da dove vengono tutti gli essere viventi?»
«Perché esistono così tanti e differenti tipi di organismi sulla Terra?
Quando e da che cosa hanno avuto origine?»
Osservando il mondo naturale, gli scienziati si sono posti queste domande per secoli. Molte sono state le spiegazioni che la scienza ha fornito. Oggi tutti sappiamo che la risposta ruota attorno al concetto di evoluzione. Infatti, come afferma Theodosius G. Dobzhansky (1900-1975), uno dei più importanti genetisti ed evoluzionisti del XX secolo: «Nulla in biologia ha senso, se non alla luce dell’evoluzione».
Ma in quale momento quest’idea ha cominciato a formarsi nella mente degli scienziati?
E che cosa si pensava prima?
Nell’antichità non toccava agli scienziati trovare le risposte a questo tipo di domande, ma ai teologi e ai filosofi. In realtà i grandi pensatori non cercavano, ma «creavano» le risposte, con elaborate, e spesso raffinate, costruzioni mentali. In molti casi la spiegazione prendeva spunto da leggende o da miti, utilizzando complicate supposizioni, e poco importava se le teorie formulate non si basavano ma addirittura contrastavano con l’osservazione della realtà. Nel Medioevo, in Europa, venne rafforzata e promossa l’idea di un mondo dei viventi perfettamente organizzato e ordinato in maniera verticale. Questa concezione rimarrà prevalente per vari secoli. Molte furono le rappresentazioni utilizzate. Secondo il filosofo spagnolo Raimondo Lullo(1235-1316), ad esempio, al di sopra di tutto si trovava Dio; seguivano – in quest’ordine – angeli, uomini, donne, bambini e poi tutti gli altri organismi, dai più complicati ai più semplici, che occupavano l’ultimo gradino della scala. Due secoli dopo, il filosofo francese Boville classificava tutto il mondo naturale utilizzando un percorso verso la virtù, composto di quattro gradini che corrispondevano a quattro regni principali:
•I minerali, semplicemente «esistenti»;
•I vegetali, dotati di un istinto di sopravvivenza e quindi «vivi»;
•Gli animali, capaci di sensibilità ma dominati dagli istinti;
•L’uomo, dotato di capacità d’intendere e in grado quindi di raggiungere la virtù.
Si trattava in ogni caso di un mondo perfetto, gerarchico e immutabile.

I progressi della scienza

Dopo il XVI secolo i filosofi cominciarono a rendersi conto di non poter più ignorare le osservazioni che giungevano dagli studiosi dei vari ambiti scientifici, in rapido progresso. Importanti questioni furono rimesse in discussione e molte certezze furono sovvertite. Il grande astronomo polacco Nicolò Copernico avanzò l’idea che la Terra non fosse al centro dell’universo, come si credeva allora, ma che orbitasse intorno al Sole insieme agli altri pianeti. I chimici scoprirono che la materia era fatta di molti elementi, e non solo di aria, acqua, terra e fuoco. Questo vento di novità toccò la biologia solo un paio di secoli dopo, mettendo in crisi il concetto che il mondo fosse rimasto come il Creatore lo aveva concepito, un’ipotesi allora largamente accettata e oggi nota con il nome di creazionismo. Dal creazionismo discendeva, come naturale conseguenza, la teoria del fissismo– sostenuta anche da Linneo –, secondo cui le specie non hanno subito e non subiscono modificazioni nel tempo. Nel XVIII secolo i viaggi di scoperta intorno al mondo portarono in Europa animali e piante mai visti prima, che suscitarono stupore e ammirazione, e ancora nuove domande:
Come aveva fatto la vita a raggiungere anche gli angoli più remoti della Terra?
Che cosa significavano le somiglianze e le differenze che si potevano osservare tra i diversi organismi?
A partire dal XVIII secolo alcuni naturalisti cominciarono a parlare di «trasformazioni»: la Terra aveva cambiato aspetto nel tempo e gli organismi si erano adattati a questi cambiamenti modificandosi a loro volta. Questi studiosi, considerati i primi evoluzionisti, operarono una profonda «laicizzazione» della scienza, mettendo in dubbio le Sacre Scritture e prendendo in considerazione per la prima volta l’ipotesi che le specie si fossero lentamente modificate. Il naturalista francese Lecter conte di Buffon, ad esempio collocò indietro nel tempo l’origine della Terra e si oppose fortemente alla teoria del catastrofismo, sostenuta dal suo connazionale Cubie e molto popolare all’epoca.
Secondo Cuvier, al quale resta comunque il merito di aver fondato la paleontologia moderna, gli studi sui fossili confermavano in effetti l’estinzione di molte specie un tempo presenti sulla Terra, ma egli attribuiva questi eventi a catastrofi improvvise e violente. La sua teoria cercava in qualche modo di conciliare le ormai indubbie osservazioni sui cambiamenti delle forme di vita che avevano popolato la Terra con l’idea della creazione. Secondo Cuvier tutte le forme viventi erano state create nello stesso istante, ma nel corso del tempo, a causa delle successive catastrofi, alcune specie erano scomparse e altre sopravvissute. In realtà, l’ambiente sociale e religioso dell’epoca non era pronto alle idee dei primi evoluzionisti, che restavano peraltro attaccabili a causa della mancanza di una teoria rigorosa, unitaria e documentata con prove.

La teoria di Lamarck e il concetto di adattamento

Il primo a presentare pubblicamente una teoria evoluzionista coerente fu il grande scienziato francese Jean-Batiste Lamarck (1744-1829). Nel 1809 egli ebbe il coraggio di affermare con certezza davanti alla comunità scientifica che le specie si trasformano le une nelle altre in relazione all’ambiente. Individuò in particolare due meccanismi.
Il primo riguardava gli organismi più semplici, come i vermi, e consisteva in un’azione diretta dell’ambiente sull’anatomia e la fisiologia degli individui in relazione alle condizioni esterne.
Il secondo riguardava gli organismi più complessi ed era legato ai bisogni e al comportamento degli individui.
Secondo Lamarck il cambiamento delle condizioni ambientali induceva l’individuo a comportarsi diversamente, portandolo a usare più o meno determinati organi. L’uso o il disuso dei vari organi avrebbe provocato trasformazioni anatomiche ereditate poi dai discendenti. La teoria evoluzionistica di Lamarck si basava dunque sul concetto di ereditarietà dei caratteri acquisiti. Noto è l’esempio del collo della giraffa. Secondo Lamarck le prime giraffe avevano il collo corto e non potevano raggiungere le foglie collocate sui rami più alti degli alberi. Nel corso della loro vita, però, alcune di esse «si sforzarono» di raggiungere questi rami e poco a poco, con l’esercizio, il loro collo si allungò. I figli di queste giraffe ereditarono il collo più lungo ed ebbero più successo, grazie alla possibilità di accedere a più risorse alimentari. Con il ripetersi di questo schema, nel tempo il collo delle giraffe si era allungato fino a diventare com’è attualmente. A Lamarck si deve il merito di aver compreso per primo lo stretto legame tra gli organismi e l’ambiente. Egli intuì in particolare che l’adattamento è il motore che muove l’evoluzione: gli organismi si evolvono nel tempo per adattarsi sempre meglio all’ambiente in cui vivono. Questo concetto fondamentale rimane alla base di tutte le moderne teorie evoluzioniste. La sua spiegazione conteneva però un errore: una modificazione del corpo acquisita con l’allenamento non può essere ereditata dai figli.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema centrale dell'esistenza discusso nel testo?
  2. Il tema centrale è l'origine della vita e l'evoluzione, con domande su come e quando gli organismi hanno avuto origine e perché esistono così tanti tipi diversi.

  3. Come si è evoluta la comprensione scientifica dell'origine della vita nel tempo?
  4. Inizialmente, le spiegazioni erano basate su miti e leggende. Con il progresso scientifico, si è passati dal creazionismo e fissismo a teorie evoluzionistiche, grazie a scoperte come quelle di Copernico e Buffon.

  5. Qual è stato il contributo di Lamarck alla teoria evoluzionistica?
  6. Lamarck ha proposto una teoria evoluzionista coerente, basata sull'adattamento degli organismi all'ambiente e sull'ereditarietà dei caratteri acquisiti, sebbene quest'ultimo concetto fosse errato.

  7. Quali erano le idee prevalenti sull'organizzazione del mondo naturale nel Medioevo?
  8. Si credeva in un mondo perfettamente organizzato e immutabile, con una gerarchia che andava da Dio agli angeli, agli uomini, e infine agli organismi più semplici.

  9. Quali furono le critiche alla teoria di Lamarck?
  10. La critica principale alla teoria di Lamarck era che le modificazioni del corpo acquisite con l'allenamento non possono essere ereditate dai discendenti, un errore nella sua spiegazione dell'evoluzione.

Domande e risposte

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