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Concetti Chiave

  • Giovanni Falcone ha sottolineato che la mafia è un fenomeno umano e quindi può essere sconfitto, richiedendo l'impegno delle istituzioni piuttosto che degli inermi cittadini.
  • Storicamente, figure come il poliziotto italo-americano Petrosino hanno combattuto la mafia, con successi significativi ma spesso pagando con la vita.
  • Il Pool Antimafia, istituito nel 1983 sotto la guida di Caponnetto, è stato cruciale nel contrastare la mafia, culminando nel Maxiprocesso di Palermo con numerose condanne.
  • Nonostante gli arresti di leader mafiosi come Totò Riina, la mafia continua a esistere in forme meno evidenti ma ugualmente pericolose, influenzando la politica e l'economia.
  • La crescente coscienza sociale, alimentata da eventi tragici e dal lavoro di associazioni come "Libera", sta contribuendo a ridurre l'omertà e a rafforzare la lotta contro la mafia.

Tema sulla lotta alla mafia

“La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni.”
In un’intervista rilasciata da Giovanni FALCONE a Rai 3 il 30 Agosto del 1991, lo stesso con questa frase affermò il concetto su scritto, frase diventata in seguito simbolo alla lotta contro la mafia.
Fin dalla fine del 1800, in tanti hanno tentato di combattere l’allora “mano nera” oggi mafia siciliana.
Fu un poliziotto Italo-Americano di nome Petrosino che a capo di una squadra di colleghi voluta da Roosevelt, diventato in seguito Presidente degli Stati Uniti che iniziò ad indagare sui diversi traffici illeciti che i Siciliani immigrati perpetravano ai danni dei commercianti Stati Unitensi attuando il c.d. “raket”.

Petrosino, ottenne buoni risultati, con diversi risoluzioni di casi, tra cui l’arresto del noto pregiudicato Al Capone, capo del contrabbando di alcool nell’America di allora.
Proprio per le sue spiccate doti investigative, Petrosino, fu chiamato in missione in Italia per indagare su un traffico di banconote false proprio a Palermo, dove si sospettava la complicità di banchieri siciliani, ma non ebbe modo di portare a termine tale missione perché poco dopo il suo arrivo nella città siciliana fu ammazzato.
Ma torniamo in Italia e alla storia odierna, la mafia identificata come quella dei “Corleonesi”, ma non solo, ad oggi ha mietuto centinaia di vittime innocenti, colpevoli solo di volerla combattere.

A vario titolo, man mano che si interessavano al fenomeno, venivano assassinati. Tra i primi a farne le spese, ricordiamo il commissario Boris Giuliano, seguito a ruota dal giudice Terranova; Pier Santi Mattarella fratello del nostro Presidente della Repubblica, politico che volle applicare leggi contro la mafia; il Capitano dei Carabinieri Basile e ancora altri politici, Magistrati e tutori dell’ordine come Pio La Torre, Salvo Lima, Rocco Chinnigi, Ciaccio Montalto, Livatino, Falcone, Morvillo, Borsellino, il Gen. Dalla Chiesa, i Commissari Cassarà, Montana, gli uomini delle scorte Rocco di Cillo, Antonio Montinaro Vito Schifani, Emanuela Loi e tanti altri, caduti nell’adempimento del proprio dovere.
Dagli anni 70, la Sicilia ha visto la trasformazione della mafia dalla tradizionale dei pascoli e faide tra famiglie, a quella delle stragi, attentati, quella c.d. dei colletti bianchi, periodo storico che ha creato la 2° guerra di mafia.
A seguito di questo, verso gli inizi del 1980, il giudice Rocco Chinnici, Procuratore Capo di Palermo, intuito lo spessore e il proliferarsi del fenomeno, per evitare una dispersione di forze e notizie per far sì che le indagini si concentrassero, chiese di istituire un gruppo di magistrati(pool) che si occupasse solo di processi contro la mafia, ma non riuscì a vedere realizzata la sua idea perché il 29 Luglio del 1983 la stessa intuito il pericolo ne decretò l’assassinio.
Capito che si era intrapresa la strada giusta, questa idea venne portata avanti dal suo successore alla Procura, il Giudice Antonino Caponnetto, così, il 16 Novembre del 1983 venne Istituito il Pool Antimafia. Al suo interno lavoravano Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Leonardo Guarnotta e Giuseppe Di Lello.
In seguito, anche “grazie” al pentimento nel luglio del ’83 di Buscetta (primo pentito di mafia) che mise a nudo l’organizzazione segreta mafia, il pool, portò all’istruzione del Maxiprocesso di Palermo durato quasi due anni.
Questo processo venne considerato come la prima vera reazione dello Stato Italiano nei confronti della mafia siciliana.
Venne chiamato maxiprocesso, proprio per la mole delle indagini fatte con relativi arresti, infatti, proprio per l’enormità dell’evento, il pool chiese di costruire all’interno del carcere di Palermo un’aula bunker apposta in quanto non ve ne era una che potesse contenere così tanti imputati, avvocati, pm, membri delle forze dell’ordine, giornalisti e spettatori.
Coinvolse 475 imputati e cica 200 avvocati difensori, numero esorbitante per un processo. Il processo di primo grado si concluse con pesanti condanne, 19 ergastoli e pene detentive per un totale di 2665 anni di reclusione. Condanne quasi tutte confermate in cassazione.
La mafia, sentitasi colpita, si vendicò con molte uccisioni e stragi tra cui la strage di Capaci avvenuta il 23 maggio 1992, dove venne ucciso Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e cinque uomini della scorta e la strage di Via D’Amelio avvenuta il 19 luglio dello stesso anno dove venne ucciso Paolo Borsellino e 5 uomini della scorta.
Altro colpo dello Sato nei confronti di cosa nostra è stato l’arresto di Salvatore Riina o meglio conosciuto come Totò, capo dei capi dell’organizzazione, mandante di numerosissime stragi e omicidi, avvenuto il 15 gennaio del 1993 ad opera dei Carabinieri del ROS guidati dal Capitan Ultimo.
Ovviamente lo scopo di Cosa Nostra e di tutte le altre organizzazioni criminali è il potere e non solo l’arricchimento, infatti i più noti latitanti, si è visto vivere in condizioni miserabili.
Cosa nostra si è sempre contraddistinta in attività illecite come il traffico Internazionale di sostanze stupefacenti e armi, omicidi, corruzione e altro.

Spesso, oggi, si sente dire che la mafia si è sciolta con i vari arresti ma non è assolutamente così.
Forse non esiste più la mafia dello scorso secolo, mafia caratterizzata da stragi e omicidi, mafia che si faceva sentire perché si sentiva perseguitata, oppressa e con la paura di essere sconfitta, ma una mafia meno “plateale” ma altrettanto cinica, quella dei poteri nei “palazzi”, non a caso in uno dei primi interrogatori di Falcone a Buscetta, quest’ultimo si rifiutò di fare il nome del politico di maggior spicco a Roma, dicendo: “Dottor Falcone se le faccio quel nome, per lei è finita”. Proprio a sottolineare il forte potere della mafia sulla politica. Infatti, cronache recenti, raccontano delle inchieste delle Procure di Catanzaro con il Procuratore Gratteri e della procura di Palermo, inchieste che hanno coinvolto centinaia di personaggi tra cui molti politici.
Oggi, la mafia, fa meno paura, no perché sia stata debellata, ma perché è cresciuta la coscienza sociale. L’uccisione dei giudici Falcone e Borsellino, ha fatto traboccare la goccia e cresciuta la fiducia nella gente, con la nascita di diverse associazioni, prima fra tutte “Libera” di Don Ciotti, manifestazioni di piazza, conferenze e altre manifestazioni che portano allo scoperto la gente per bene che è la maggior parte e ha meno paura di esporsi.
Nella frase iniziale Falcone dice che non bisogna preoccuparsi dell’eroismo da parte di inermi cittadini, questo è vero, ma proprio con la sua uccisione come detto sopra l’omertà sta lentamente diminuendo.
Sicuramente, la coscienza sociale, dovrebbe crescere ancora tanto, portare fuori le conoscenze delittuose con la denuncia, far sì che il su citato intreccio venga debellato, che porta con lo scambio di voto, in una zona d’Italia dove è alto il tasso di disoccupazione il reclutamento di braccia e da forza alla mafia. In sintesi, lo Stato è decisamente più “forte” della mafia, basta volerlo tutti e noi giovani dobbiamo essere i protagonisti di questo evolversi del cambiamento, perché se cambiamento ci sarà, ne potremo usufruire noi stessi e le future generazioni. “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola” questo disse il GRANDE Paolo Borsellino e noi giovani dobbiamo crederci.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il messaggio principale della citazione di Giovanni Falcone sulla mafia?
  2. Giovanni Falcone afferma che la mafia non è invincibile, essendo un fenomeno umano che avrà una fine, e sottolinea l'importanza di coinvolgere le istituzioni nella lotta contro di essa.

  3. Chi era Joe Petrosino e quale fu il suo contributo nella lotta alla mafia?
  4. Joe Petrosino era un poliziotto italo-americano che indagò sui traffici illeciti della mafia siciliana negli Stati Uniti, ottenendo risultati significativi come l'arresto di Al Capone.

  5. Qual è stato l'impatto del Maxiprocesso di Palermo sulla mafia?
  6. Il Maxiprocesso di Palermo rappresentò la prima vera reazione dello Stato italiano contro la mafia, con pesanti condanne che colpirono duramente l'organizzazione mafiosa.

  7. Come ha reagito la mafia alle azioni dello Stato negli anni '90?
  8. La mafia reagì con vendette violente, tra cui le stragi di Capaci e Via D'Amelio, uccidendo figure chiave come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

  9. Qual è il ruolo della società civile nella lotta contro la mafia oggi?
  10. La società civile ha acquisito maggiore coscienza sociale, con la nascita di associazioni e manifestazioni che incoraggiano la denuncia e la lotta contro la mafia, riducendo l'omertà.

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