Concetti Chiave
- L'origine dei conflitti umani risale alla preistoria, con le divisioni in clan come un fattore chiave delle prime guerre, principalmente per risorse e ordine mondiale.
- L'escalation del conflitto russo-ucraino è iniziata con l'invasione russa del 2022, radicata nella dissoluzione dell'Unione Sovietica e nelle tensioni economiche e politiche.
- L'Euromaidan del 2013 e l'annessione della Crimea nel 2014 hanno segnato momenti cruciali, con la Russia che ha aumentato la sua presenza militare e le tensioni nel Donbass.
- La tensione con la NATO ha contribuito all'inizio della guerra, con richieste russe di garanzie di sicurezza respinte, portando al riconoscimento delle repubbliche separatiste nel 2022.
- Il sostegno internazionale all'Ucraina include aiuti umanitari e militari, con sanzioni contro la Russia, riflettendo un conflitto tra potenze globali e ideologie opposte.
Indice
- Le origini dei conflitti umani
- L'escalation del conflitto russo-ucraino
- Gli accordi bilaterali e l'Euromaidan
- L'annessione della Crimea e il conflitto nel Donbass
- La tensione NATO-Russia e l'inizio della guerra
- Riflessioni sulla natura umana e la guerra
- Il sostegno internazionale all'Ucraina
- La ricerca di pace e la conclusione del conflitto
Le origini dei conflitti umani
L’esistenza dell’uomo è stata travagliata da guerre. Già nella preistoria esisteva il conflitto, ma è difficile tracciare la sua evoluzione dagli omicidi individuali attraverso le razzie di gruppo, fino alle vere e proprie guerre organizzate. Le divisioni in clan nelle comunità dei primi grandi villaggi, sono considerate il fattore scatenante delle prime guerre dell'umanità. Lo suggerisce un'analisi archeologica svolta in alcuni siti dell'antico Messico. In ogni epoca, ciò che accomuna lo scoppio di una guerra sono le risorse, e quindi conflitti economici ma anche geopolitici e di definizione di quello che viene chiamato “ordine mondiale”. Ad oggi possiamo osservare tali dinamiche da vicino, sul nostro continente.
L'escalation del conflitto russo-ucraino
Il 24 febbraio 2022 la Russia ha invaso il territorio ucraino segnando una brusca escalation del conflitto russo-ucraino in corso dal 2014 e riportando la guerra sul territorio europeo. Per comprendere almeno in parte le motivazioni sottostanti tale invasione, bisogna tornare al 24 agosto 1991 quando nel referendum sull'indipendenza dell'Ucraina, il popolo espresse un ampio consenso per l'Atto di Dichiarazione d'indipendenza. Il turno referendario distrusse ogni speranza dell'Unione Sovietica di rimanere unita. Russia e Ucraina hanno così inaugurato una lunga ostilità già negli anni immediatamente seguenti perché lo sgretolamento dell’Unione Sovietica ha fatto sì che gli stati satellite guardassero all’Occidente, ai modelli capitalisti. Non solo, l’Ucraina fino a quel momento aveva sempre avuto una rilevanza fondamentale per l’economia della Russia, quindi alla perdita dell’integrità dell’Unione Sovietica si è associato anche il fattore economico non di poco conto.
Gli accordi bilaterali e l'Euromaidan
Negli anni post-indipendenza vi fu una serie di accordi bilaterali tra i due paesi nell’intento, da parte dell’Ucraina, di mantenere la propria sovranità territoriale e da parte della Russia, di non perdere completamente il controllo su una Nazione sempre più ispirata ai modelli occidentali. Nel 2013, si svolse l’Euromaidan, una serie di manifestazioni filo-europee iniziate in Ucraina nella notte tra il 21 e il 22 novembre, all'indomani della decisione del governo, con a capo il filorusso Viktor Janukovyč, di sospendere le trattative per la conclusione di un accordo di associazione tra l'Ucraina e l'Unione Europea destinato a diventare un accordo di libero scambio. Il presidente ucraino venne cacciato e, a marzo del 2014, la camera alta russa, il Consiglio della Federazione, ha autorizzato l'invio di un contingente militare verso la Crimea, bloccando con le sue navi da guerra il porto di Sebastopoli con lo scopo di proteggere la popolazione di nazionalità russa in Crimea.
L'annessione della Crimea e il conflitto nel Donbass
L'Ucraina ha risposto mettendo in mobilitazione le sue forze armate, anche se l'obiettivo era quello di risolvere la questione per via diplomatica. Intanto un nuovo governo di Crimea, filorusso, dichiarò l'indipendenza dall'Ucraina con richiesta di annessione alla Russia nell'imminente referendum popolare appositamente indetto. Le nuove autorità della Crimea firmarono così l'adesione formale della Crimea alla Russia. Dall'annessione della Crimea, il governo russo ha incrementato la propria presenza militare nella regione, in particolare dopo che il presidente Vladimir Putin ha predisposto l'invio di un contingente stabile. Sempre nel 2014 il conflitto si è spostato nel Donbass con il contrapporsi delle forze separatiste filorusse alle forze governative ucraine. Lo scopo era creare il presupposto per un referendum di annessione così come accadde in Crimea. In questo caso però non venne riconosciuto.
La tensione NATO-Russia e l'inizio della guerra
Negli anni seguenti la tensione è continuata a crescere aggiungendosi un altro elemento, ovvero il ruolo della NATO. La Russia, nel 2021, avanzava delle richieste che definiva "garanzie di sicurezza", inclusa una promessa giuridicamente vincolante che l'Ucraina non si sarebbe unita alla NATO, nonché una riduzione delle truppe NATO nell'Europa orientale, minacciando una risposta militare se tali richieste non fossero state soddisfatte. Tali garanzie vennero respinte e a nulla sono serviti i colloqui bilaterali tra Russia e USA. Il 21 febbraio 2022 è stato deciso dal presidente Vladimir Putin il riconoscimento delle repubbliche secessioniste di Donetsk e Luhansk, dichiarando anche che l'Ucraina è parte della storia e della sovranità della Russia, definendola una «creazione di Lenin». La stessa notte il presidente ha ordinato l'entrata delle forze russe nelle regioni secessioniste determinando l’inizio della guerra.
Riflessioni sulla natura umana e la guerra
Ad un tratto l’Europa si è trovata di fronte i fantasmi del passato, col rischio vivido di una nuova guerra mondiale senza contare le conseguenze sul piano umanitario ed economico. Le barbarie del conflitto sono entrate nelle case di ognuno di noi, e ci si chiede perché l’uomo si ostini a far saltare un bambino fuori dal letto in piena notte a causa delle bombe, e ad intingere la terra col sangue di chi ha avuto la sola colpa di volere una nazione libera. Come scrisse Salvatore Quasimodo in una sua celebre poesia:“Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo.
Hai ucciso ancora, come sempre, come uccisero i padri, come uccisero gli animali che ti videro per la prima volta.”
L’uomo del mio tempo di Quasimodo, è l’uomo del nostro tempo. Quello per cui vale la pena massacrare i propri simili per questioni meramente economiche e politiche, per ideali di grandezza e di potere narcisistici.
Il sostegno internazionale all'Ucraina
Tutto l’Occidente si è mosso a sostegno di Volodymyr Zelensky e della sua Ucraina, sia sul piano umanitario, accogliendo rifugiati e profughi, sia sul piano militare, inviando armi per permettere al popolo invaso di difendersi ma anche istituendo delle pesanti sanzioni contro la Russia, con lo scopo di indebolirla. Ciò ha avuto ripercussioni sulle risorse energetiche e sul gas in particolare, in quanto l’UE dipendeva, in quel momento, per circa il 40% dalle forniture russe. Ancora oggi l’opinione pubblica è divisa tra chi sostiene gli aiuti e chi pensa che non sia una guerra che ci riguardi. Dal punto di vista degli equilibri internazionali, l’Ucraina sta combattendo non solo per sé stessa, ma anche per gli USA. Sembra, infatti, ragionevole supporre che tale conflitto sia l’evoluzione della guerra fredda tra Washington e Mosca, tra liberali e regimi comunisti, tra due grandi economie mondiali.
La ricerca di pace e la conclusione del conflitto
È difficile prevedere come si evolverà la situazione. Al momento non vi sono spiragli per una negoziazione tra Putin e Zelensky, quest’ultimo non disposto a rinunciare all’integrità ed alla libertà della propria nazione nonché alla possibilità di entrare nella NATO. Da qualsiasi punto di vista e vagliando qualsiasi possibile motivazione, non c’è nulla che possa giustificare l’invasione del territorio ucraino. Mentre il conflitto è ancora in atto oggi senza grandi posizioni da parte dei potenti mondiali per farlo terminare, padri, madri e figli muoiono per futili ragioni che non comprenderanno mai. Ci vogliono generazioni di pace per curare le ferite che ogni guerra porta con sé.Domande da interrogazione
- Quali sono considerate le cause principali delle prime guerre dell'umanità secondo gli studi archeologici?
- Qual è stata la data dell'invasione russa dell'Ucraina che ha segnato una brusca escalation del conflitto russo-ucraino?
- Quali eventi hanno portato all'annessione della Crimea alla Russia nel 2014?
- Quali sono state le richieste della Russia nel 2021 riguardo alla NATO e all'Ucraina?
- Come ha reagito l'Occidente all'invasione russa dell'Ucraina?
Le divisioni in clan all'interno delle comunità dei primi grandi villaggi sono considerate il fattore scatenante delle prime guerre dell'umanità, come suggerito da un'analisi archeologica in alcuni siti dell'antico Messico.
L'invasione russa dell'Ucraina che ha segnato una brusca escalation del conflitto russo-ucraino è avvenuta il 24 febbraio 2022.
L'annessione della Crimea alla Russia nel 2014 è stata preceduta dall'indipendenza dichiarata da un nuovo governo filorusso di Crimea e da un referendum popolare, seguiti dalla firma formale dell'adesione della Crimea alla Russia.
Nel 2021, la Russia ha avanzato richieste di "garanzie di sicurezza", inclusa una promessa giuridicamente vincolante che l'Ucraina non si sarebbe unita alla NATO e una riduzione delle truppe NATO nell'Europa orientale.
L'Occidente ha reagito all'invasione russa dell'Ucraina sostenendo Volodymyr Zelensky e l'Ucraina sia sul piano umanitario, accogliendo rifugiati e inviando armi, sia sul piano economico, imponendo pesanti sanzioni contro la Russia.