Concetti Chiave
- L'anarchia è vista come una tendenza storica che promuove lo sviluppo libero delle forze individuali e sociali, opponendosi a istituzioni clericali e governative.
- Il termine "anarchia" deriva dal greco e significa "senza comando", rappresentando un ideale antiautoritario che si manifesta sia a livello personale che politico.
- La realizzazione di una società anarchica è complessa e incontra resistenze istituzionali, ma si fonda su azioni concrete che perseguono la libertà in ogni gesto quotidiano.
- Storicamente, il termine "anarchia" è stato utilizzato in modo dispregiativo, ma pensatori come Proudhon hanno offerto una definizione positiva, opponendosi all'autorità come nemico dell'ordine.
- Il pensiero anarchico si concentra su idee di libertà e giustizia, e si concretizza in movimenti che propongono visioni specifiche di una società senza autorità costituita.
In questo appunto di italiano si riflette sul tema dell’anarchia a partire dal commento ad un brano dello storico Rudolf Cocker: “l'anarchia non è un sistema sociale fisso, chiuso, ma una chiara tendenza dello sviluppo storico dell'umanità che, a differenza della tutela intellettuale operata da tutte le istituzioni clericali e governative, aspira a che ogni forza individuale e sociale si sviluppi liberamente nella vita”.
Indice
Anarchia e l’ideale antiautoritario
La parola “anarchia” deriva dal greco “αναρχία”, ed è composta dalla radice “a”, l’alfa privativo che posto davanti alle parole vuol dire senza, e dalla radice “arch”, che significa dominio, governo. La traduzione che ne risulta quindi è generalmente “senza comando”, “senza autorità”. Con il termine anarchia quindi ci si riferisce a quell’ideale antiautoritario che, da sempre, abita l’animo umano. In particolare, l’indole anarchica appartiene ad alcune fasi della vita, come l’adolescenza, durante la quale si pensa generalmente che l'autorità, per esempio del padre, del professore o delle istituzioni, sia semplicemente una convenzione imposta dall’esterno e che risulti a volte anche inutile e dannosa, perché pone dei limiti alla nostra libertà e al nostro desiderio innato di autoaffermazione.
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Una società anarchica è possibile?
Come abbiamo detto, l’anarchia è un ideale che affonda le sue radici anche nella società e nella politica. Ed è proprio quando arriva nella società che si manifestano le prime criticità, in quanto la realizzazione di un ideale di società anarchica non può avvenire in modo pacifico, poiché le istituzioni governative e le forze dell'ordine non potrebbero restare totalmente indifferenti o addirittura sostenere delle azioni e attività politiche tese sostanzialmente alla loro eliminazione. Quindi, ogni loro azione sarà invece volta ad ostacolarle. L’ideale anarchico però è fortemente concentrato sul presente, sul mondo in cui si vive, è un pensiero che si concretizza e radica nella società. Spesso si concretizza in veri e propri movimenti che non vogliono solo distruggere la società e l’autorità, ma hanno delle idee ben precise su come questa debba costituirsi. Il pensiero anarchico non ha senso, per gli stessi anarchici, senza un’azione concreta, anarchica. Le idee che si portano avanti vanno realizzare nella vita quotidiana, sia per quanto riguarda la sfera pubblica, che in quella privata (suddivisione che non sussiste nell’ideale anarchico). L’idea di libertà va perseguita in ogni gesto quotidiano che miri ad essere libero e giusto. Ma nell’immaginario collettivo, come abbiamo accennato, anarchia fa rima con caos, disordine e violenza.Per ulteriori approfondimenti sulla libertà vedi qui
L’origine del termine ed esempi concreti di azione anarchica
Ma quando si è iniziato a parlare di anarchia? Nel 1793, riferendosi alla Rivoluzione francese, il girondino Brissot definì in questo modo la fazione dei rivoluzionari Arrabbiati (Enragés), utilizzando il termine anarchia in modo del tutto dispregiativo: “Leggi non tradotte in effetto, autorità prive di forza e disprezzate, il delitto impunito, la proprietà minacciata, la sicurezza dell'individuo violata, la moralità del popolo corrotta, nessuna costituzione, nessun governo, nessuna giustizia: queste le caratteristiche dell'anarchia.” E così anche il Direttorio, che chiarì “Per ‘anarchici’ il Direttorio intende quegli uomini carichi di delitti, macchiati di sangue, impinguati dalle ruberie, nemici di tutte le leggi che non sono state fatte da loro, di tutti i governi in cui loro non governano”. Nello stesso anno, l’illuminista inglese William Godwin (1756-1836) diede alle stampe il suo trattato Enquiry Concerning Political Justice nel quale portava avanti l’idea di una contrapposizione tra la società, considerata naturale e buona, e il governo, lo stato, ritenuto artificioso e malvagio. Il primo pensatore invece che diede del termine anarchico una definizione positiva, riferendolo a se stesso fu il socialista francese Pierre Joseph Proudhon, che, nel suo trattato del 1840, “Che cos'è la proprietà?” scrisse: “Quale dev'essere la forma del governo nel futuro? Sento alcuni dei miei lettori rispondere: ‘Ma via, come puoi fare una domanda simile? Tu sei un repubblicano.’ Un repubblicano! Si, ma questa parola non dice ancora nulla di preciso. Res publica significa la cosa pubblica; chiunque si interessi alla condotta della cosa pubblica, sotto qualsiasi forma di governo, può dunque chiamarsi repubblicano. Persino i re sono repubblicani. ‘Ma tu sei un democratico.’ Neanche per sogno. ‘Che cosa sei allora?’ Sono un anarchico!”. Secondo Proudhon, ad essere nemico dell’ordine non era l’ideale o il movimento anarchico, ma l’autorità stessa.Per ulteriori approfondimenti sul concetto di rivoluzione vedi qui
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine del termine "anarchia" e come viene interpretato storicamente?
- Qual è l'ideale principale dell'anarchia secondo il testo?
- È possibile realizzare una società anarchica secondo il testo?
- Come viene percepita l'anarchia nell'immaginario collettivo?
- Chi è stato il primo pensatore a dare una definizione positiva di anarchia?
Il termine "anarchia" deriva dal greco "αναρχία", che significa "senza comando" o "senza autorità". Storicamente, è stato usato in modo dispregiativo, come durante la Rivoluzione francese, ma pensatori come Pierre Joseph Proudhon lo hanno reinterpretato positivamente.
L'ideale principale dell'anarchia è l'antiautoritarismo, che aspira a una società in cui ogni forza individuale e sociale si sviluppi liberamente, senza l'imposizione di autorità esterne come lo Stato o la religione.
La realizzazione di una società anarchica è complessa e incontra resistenze, poiché le istituzioni governative tendono a ostacolare azioni che mirano alla loro eliminazione. Tuttavia, l'ideale anarchico si concretizza in movimenti che propongono idee precise su come costituire una società libera.
Nell'immaginario collettivo, l'anarchia è spesso associata a caos, disordine e violenza, sebbene il pensiero anarchico si concentri sulla libertà e la giustizia in ogni gesto quotidiano.
Il primo pensatore a dare una definizione positiva di anarchia è stato Pierre Joseph Proudhon, che nel 1840 si definì anarchico nel suo trattato "Che cos'è la proprietà?", sostenendo che l'autorità stessa è nemica dell'ordine.