Concetti Chiave
- La poesia bucolica greca, inventata da Teocrito, è considerata l'archetipo della lirica europea, influenzando poeti come Virgilio e autori del Rinascimento.
- Il genere bucolico rappresenta un ideale mondo pastorale, simbolizzato dall'Arcadia, e si evolve con riferimenti all'attualità nelle opere virgiliane.
- Durante il Medioevo, il genere si manifesta in forma limitata attraverso imitazioni e riflessi nelle letterature europee, come le pastourelles provenzali.
- Nel Rinascimento, autori come Dante e Petrarca rinnovano la poesia bucolica, integrandola con riferimenti alla loro vita personale e al contesto storico.
- Nell'era moderna, la poesia bucolica continua a influenzare autori come Leopardi e Pascoli, ma perde rilevanza nelle opere contemporanee, restando principalmente un oggetto di studio teorico.
La poesia greca archetipo della lirica europea
Mi propongo, attraverso la stesura di questo saggio, di riprendere e verificare un tema che è stato trattato in più occasioni: l’idea, cioè, che si debba cercare nelle pagine della letteratura greca le radici di quella europea occidentale; prendendo come spunto la poesia bucolica o pastorale.Il termine “bucolica”, dalla declinazione femminile dell’aggettivo latino “bucolicus”, che a sua volta deriva dal sostantivo “boukolos”, ovvero “pastore, bovaro”, corrisponde ad un particolare genere poetico ambientato nell’paradisiaco mondo pastorale, “l’Arcadia” secondo la mitologia greca.
Già dall’etimologia del termine si comprende questa stretta correlazione tra le due culture, ellenica ed europea.
Infatti Teocrito, poeta greco del III sec.
Nel mondo latino il genere bucolico sembra nascere con Publio Marone Virgilio, che con la sua opera diede avvio ad un filone che ebbe un’importanza notevole, se non fondamentale, nell’esperienza letteraria italiana ed europea. Ma in realtà la fonte ispiratrice di Virgilio è la stessa poesia teocritea, anche se con importanti differenze. La prima tra queste, che si può notare all’interno dei componimenti di Teocrito e quelli di Virgilio, è l’ambiente in cui si muovono e agiscono i personaggi; in Teocrito le vicende si svolgono nell’assolata campagna greca mentre con Virgilio ci troviamo in un nebbioso territorio padano. La seconda differenza riguarda i temi trattati: mentre nella poesia greca il tema centrale sono le pene amorose dei pastori, in quella virgiliana viene introdotto l’elemento attualità, infatti le vicende personali del poeta si intrecciano alle problematiche militari e politiche del I sec a.C., come la distribuzione delle terre ai veterani civili, o il desiderio di pace.
Nella letteratura dell’età imperiale (I sec. a.C.- 476 d.C.) la poesia bucolica viene continuata da Calpurmio Siculo e Nemesiano per essere poi ripresa nel IV - V secolo d.C. da poeti cristiani (Prudenzio), anche se persiste il paganesimo nell’ambiente rurale. Un’ulteriore ripresa del tema bucolico si avrà nell’età carolingia, con l’autore inglese Alcuino da York (730-804), le cui ecloghe ispirate a Virgilio sono considerate il momento di transizione tra l’ecloga antica e l’ecloga dantesca3
Un passaggio fondamentale per la poesia bucolica europea si ha nel ‘300 con grandi autori come Dante Alighieri e Francesco Petrarca, che compongono ecloghe in latino. Entrambi composero opere secondo il modello virginiano e inserirono, nelle ambientazioni pastorali e nelle vicende dei personaggi, riferimenti alla propria attività poetica (Dante nella prima ecloga affronta il tema della scelta per il volgare nella divina commedia), alla vita privata (Petrarca esprime nei componimenti bucolici la stessa perplessità tra vita religiosa e desiderio di gloria mondana, che si si trova sia nel canzoniere sia nelle opere latine) e alle vicende storiche contemporanee (Francesco Petrarca fa riferimento alle stragi della peste, al suo abbandono dei Colonna, alla morte di Roberto d’Angiò, alla guerra anglo-francese). Giovanni Boccaccio invece, alla ricerca di un nuovo genere letterario, inserisce gli elementi pastorali all’interno di una narrazione che appartiene più al romanzo che a quello della poesia bucolica.
Nel panorama della letteratura medioevale non c’è in Europa una vera e propria poesia bucolica perché non c’è una idealizzazione della natura. Qualche riflesso nella vita dei pastori si ritrova nelle “pastourelles” provenzali, contrasti amorosi fra un cavaliere poeta e una villanella rustica, o nelle affini “pastorelas” spagnole. Il tema pastorale viene ripreso per lo più attraverso la diretta imitazione di Virgilio o Teocrito. Inoltre la tematica bucolica della letteratura italiana ha fornito modelli alle altre letterature europee, che hanno poi sviluppato elementi originali, come in Spagna, Portogallo, Francia ed Inghilterra.
Tasso, di formazione aristotelica e con piena conoscenza dei modelli greci, suddivide l’Aminta in cinque atti conclusi da un coro lirico e preceduti da un prolodigo, e segue i canoni dell’unità di tempo, spazio e azione, come dettato dalla poetica del filosofo greco. A livello metrico l’opera è composta da un’alternanza di endecasillabi (nelle parti discorsive) e settenari (nelle parti liriche).
Centrale nell’Aminta è la tematica dell’amore, che può portare il dolore e la sofferenza (vv. 350 ss. “Il crudo amor di lacrime si pasce, né se ne mostra mai satollo”). Tasso riprende quindi motivi sentimentali ed idillici della tradizione bucolica classica ed umanistica (Sannazaro e Poliziano).
La trama affronta anche il tema della rievocazione di un mondo perduto e della riflessione sul sentimento del tempo: la presenza di due coppie, infatti, i giovani Silvia e Aminta e i maturi Dafne e Tirsi, che ricordando la propria giovinezza, introducono la constatazione che il mondo invecchia, e invecchiando intristisce (atto II, scena II, vv. 891-892).6
Anche la lingua e lo stile di Tasso, seguendo il modello petrarchista e stilnovista, sono strettamente connessi alla tradizione ellenica in quanto fortemente scenici.
Il poeta rappresenta tutte le tensioni interne alla corte degli estensi e alla città di Ferrara. In realtà l’azione è ridotta al minimo e mai portata sulla scena, la trama viene compresa dal pubblico attraverso le parole dei personaggi: nei dialoghi, nel dibattito di idee, caratteristici della cultura greca, troviamo uno degli esempi più compiuti del Rinascimento, considerato civiltà della conversazione. L’opera trova il suo equilibrio sulle continue allusioni ed evocazioni, che la parola, sostituendosi all’azione della scena, crea reinventando i ritmi, l’immaginario del mondo pastorale nella corte.
Negli stessi anni in Inghilterra anche Shakespeare risente dell’influenza del tema pastorale, non solo indirettamente (si veda la commedia “as you like it”), ma anche esplicitamente nella commedia “the Winter’s tale”, rappresentata nel 1611.
Nella prima metà del XVIII secolo. la poesia pastorale subisce sia una nuova diffusione sia un rinnovamento letterario dopo l’artificiosità barocca, e individua nel riferimento ai classici, e in particolare modo al filone pastorale, la possibilità di rappresentare l’innocenza, la semplicità, la grazia e la castità come strumenti di rigenerazione spirituale e intellettuale oltre che di diletto.
La poesia della natura è fortemente sentita sia dagli autori influenzati dal fenomeno “Arcadia” sia dall’illuminismo, sia dal neoclassicismo. Inoltre nel primo romanticismo, Giacomo Leopardi chiama “Idilli” sei componimenti scritti fra il 1819 ed il 1821 (“L’infinito, Alla luna, Lo spavento notturno o Frammento, La sera di festa, Il sogno, La vita solitaria”) a cui gran parte della critica successiva darà il nome di Piccoli Idilli. Il termine idillio fu suggerito a Leopardi dalla lettura e traduzione del poeta bucolico greco Mosco. Un altro titolo significativo è quello della prima raccolta di Pascoli, ”Myricae”. Il riferimento esplicito è al secondo verso della quarta bucolica virginiana ma, a differenza di Virgilio, Pascoli
conserva il tono basso e dimesso del genere.7 Anche in D’Annunzio troviamo, nelle opere giovanili motivi tratti dalla poesia pastorale e riferimenti a Teocrito e Virgilio.
Nella letteratura del ’900, emerge Andrea Zanzotto (1921-2011), che ha composto nove ecloghe in cui ricorrono i temi del paesaggio.
Attualmente, con le nuove necessità letterarie, il genere bucolico è sempre meno preso in considerazione dagli autori, e rimane solamente all’interno dei testi in forma teorica, destinati all'apprendimento. È chiaro tuttavia come, sin dai poeti greci e latini, la poesia pastorale sia un tassello fondamentale della produzione letteraria di tutti i tempi.
Bibliografia
1 www.treccani.it/enciclopedia/poesia-pastorale2 A.Marchesi, dizionario di retorica e stilistica, Mondadori, Milano 1978, p.113 3 www.rivistazetesis.it/bucolica
4 Petronio-Savona-Cossutta, La letteratura degli italiani, vol.1, pag. 608, Palumbo editore
5 Carnero-Iannaccone, Al cuore della letteratura, vol.2, Giunti-Treccani
6 Istituto Italiano Edizioni Atlas vol.1 cap.13 ”la letteratura bucolica” 7www.rivistazetesis.it/bucolica
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine della poesia bucolica e come si è sviluppata nella letteratura europea?
- Quali sono le differenze principali tra la poesia bucolica di Teocrito e quella di Virgilio?
- Come è stata ripresa la poesia bucolica nel Medioevo e nel Rinascimento?
- Qual è l'influenza della poesia bucolica nella letteratura inglese e nel Romanticismo?
- Qual è lo stato attuale della poesia bucolica nella letteratura contemporanea?
La poesia bucolica ha origine nella letteratura greca con Teocrito nel III sec. a.C., che ha elevato la poesia pastorale a un alto livello artistico. Questo genere è stato poi ripreso da Virgilio nel mondo latino, influenzando notevolmente la letteratura italiana ed europea, con differenze nei temi e ambientazioni rispetto all'originale greco.
Le differenze principali risiedono nell'ambientazione e nei temi trattati. Teocrito ambienta le sue poesie nella campagna greca, mentre Virgilio sceglie il territorio padano. Inoltre, Teocrito si concentra sulle pene amorose dei pastori, mentre Virgilio introduce elementi di attualità, intrecciando le vicende personali con problematiche politiche e militari del suo tempo.
Nel Medioevo, la poesia bucolica non ha avuto una vera e propria idealizzazione della natura, ma è stata ripresa attraverso l'imitazione di Virgilio e Teocrito. Nel Rinascimento, autori come Dante e Petrarca hanno composto ecloghe in latino, inserendo riferimenti alla loro attività poetica e alle vicende storiche contemporanee, mentre Boccaccio ha integrato elementi pastorali in narrazioni più vicine al romanzo.
In Inghilterra, Shakespeare ha risentito dell'influenza del tema pastorale, come si vede nelle sue commedie. Nel Romanticismo, autori come Giacomo Leopardi hanno ripreso il tema pastorale, chiamando "Idilli" alcuni dei suoi componimenti, ispirandosi alla tradizione bucolica greca e latina.
Attualmente, la poesia bucolica è meno considerata dagli autori contemporanei e rimane principalmente all'interno dei testi teorici destinati all'apprendimento. Tuttavia, è chiaro che la poesia pastorale, sin dai poeti greci e latini, è stata un elemento fondamentale della produzione letteraria di tutti i tempi.