Rosabianca 88
Ominide
11 min. di lettura
Vota 3 / 5

Concetti Chiave

  • L'imperialismo emerse come risposta alle crisi del liberalismo e conservatorismo, spingendo le nazioni verso espansioni economiche e militari per giustificare la diffusione della "civiltà".
  • Il capitalismo industriale, nato in Inghilterra, si diffuse in altre nazioni avanzate, guidando un rapido progresso tecnologico e un'espansione globale delle industrie.
  • L'integrazione tra capitale industriale e bancario ha creato un potente capitalismo finanziario, ampliando le attività nelle regioni sottosviluppate.
  • L'espansione coloniale fu alimentata dall'eccedenza di produzione e capitali, con le nazioni industrializzate che cercavano nuovi mercati e risorse.
  • Il periodo 1870-1914 vide l'Europa centro-occidentale come fulcro economico e culturale, ma anche come "potenza imperialistica" che sfruttava territori colonizzati.

Indice

  1. Il declino del liberalismo
  2. L'età dell'imperialismo
  3. Espansione del capitalismo
  4. Il trionfo dell'economia mondiale
  5. Colonialismo e capitalismo
  6. Monopolismo e governo invisibile
  7. Mercato mondiale e protezionismo
  8. Movimento operaio e riformismo
  9. Corsa imperialistica e rivalità
  10. Questione d'Oriente e alleanze
  11. Cultura e crisi di fine secolo

Il declino del liberalismo

Nel movimento in cui il liberalismo riusciva ad imporsi sul piano istituzionale come forza di progresso, già mostrava le sue insufficienze a livello politico.

Una pace sociale fondata sul libero scambio non reggeva davanti all’insofferenza delle forze rivoluzionarie e all’inquietudine di quegli ambienti del moderno capitalismo monopolistico che elaboravano il bisogno di sbocchi e la conquista dei mercati, prospettavano relazioni internazionali, giustificavano le spese militari e il dovere di diffondere la “civiltà” in tutti i suoi aspetti.

L’abbattimento delle strutture tradizionali comportò inevitabilmente il tramonto delle ideologie politiche del conservatorismo e del liberalismo e l’emergere di vari indirizzi ideologici di estremismo reazionario e rivoluzionario. Ciò aveva cause che non erano estranee ai processi di crisi economica.

La grande depressione, ultima fase delle crisi cicliche dell’Ottocento, accentuò l’esigenza del nuovo corso dell’economia capitalistica, la quale abbandonava i modelli più libertari e flessibili e si chiudeva a riccio in zona difensiva con le sue barricate protezionistiche, razionalistiche e imperialistiche. saggio breve di italiano sull'imperialismoEbbe inizio la ristrutturazione completa delle strutture e delle sovrastrutture.

L'età dell'imperialismo

L’età dell’imperialismo non fu soltanto la ricerca di equilibri di potenza e di prestigio, un fenomeno economico e politico, ma anche la dimensione di un’idea nuova e di uno spirito culturale che aleggiavano su tutta la società occidentale.

Le condizioni generali nelle quali si realizza il nuovo sistema europeo furono diretta conseguenza del moderno capitalismo industriale sorto in Inghilterra, che cominciava ad affermarsi con caratteri diversi negli altri Paesi economicamente evoluti come Francia, Germania, Stati Uniti, Giappone, Belgio, Russia.

Espansione del capitalismo

L’estensione del capitalismo su scala internazionale determinò un impetuoso aumento della produzione industriale, aperta alle molteplici possibilità delle nuove invenzioni derivate dalla ricerca scientifica, dei vasti settori dell’industria metallurgica, chimica e tessile. Lo straordinario progresso tecnologico impose su larga sala l’utilizzazione dell’energia elettrica, del motore a scoppio e Diesel; favorì la rapida estensione della rete ferroviaria, l’apertura di canali navigabili, la realizzazione di trafori e di infrastrutture. L’eccezionale sviluppo industriale comportò vaste modificazioni strutturali, come la concentrazione delle industrie sia a livello orizzontale – aziende fornitrici di prodotti simili – sia a livello verticale, imprese interessate a tutte la varie fasi della lavorazione di un certo prodotto.

Per evitare comunque i rischi della concorrenza interna e internazionale, gli imprenditori stipularono accordi commerciali per un comune prezzo di vendita e per la ripartizione dei mercati; fondarono holding e trust.

Il trionfo dell'economia mondiale

Insomma, fu il trionfo dell’economia mondiale, della massima espansione dell’attività economica in tutti i settori. La produzione agricola conobbe uno straordinario aumento, si manifestarono le prime forme di gigantismo industriale, si impose il gioco della Borsa. L’immenso meccanismo sociale destinato a centralizzare i capitali e la tendenza qualitativamente nuova della concentrazione e dell’esportazione dei capitali, offrirono condizioni estremamente favorevoli all’investimento privato delle opulente oligarchie.

La compenetrazione tra capitale industriale e capitale della rete bancaria diede vita ad un capitalismo finanziario con grandi capacità di espansione. Le moderne consorterie della finanza estesero il loro raggio d’azione anche nelle aree sottosviluppate, dove le condizioni erano estremamente favorevoli per le operazioni economiche.

Colonialismo e capitalismo

L’espansione coloniale degli Stati europei e degli USA fu dovuta allo sviluppo del capitalismo nei Paesi industrializzati. L’eccedenza della produzione e dei capitali, derivata da una forte accumulazione, ricercava fertili mercati e fonti di materie prime, nonché nuovi sbocchi d’investimento. Il problema dell’eccesso della popolazione si affrontava facendo migrare le masse verso i nuovi territori, assicurando questi all’autorità della madrepatria.

Monopolismo e governo invisibile

La concentrazione della produzione e dei monopoli segnò la fine dell’economia classica liberale, quindi della libera concorrenza, e l’inizio del grande monopolismo del capitale. Modelli di questa nuova organizzazione dell’economia capitalistica furono gli USA nella produzione del petrolio e dell’acciaio e nella costruzione delle ferrovie, la Germania nella produzione del carbone. I nuovi poli del regime monopolistico e finanziario non esitarono a proporsi anche come forze direttive della politica degli Stati, grazie alla loro pressione sui mass-media e sulle stesse istituzioni governative. Nasceva così il “governo invisibile” dell’aristocrazia del denaro.

Mercato mondiale e protezionismo

Pertanto la formazione d’un mercato mondiale, la ripresa del protezionismo – causata dalla discesa generale dei prezzi – e la divisione internazionale del lavoro furono i fenomeni più significativi del periodo 1870-1914.

Durante questi anni l’Europa industrializzata centro-occidentale divenne il centro dell’economia e della cultura mondiale, insomma una “repubblica mercantile” del progresso civile nei Paesi dominati, una “potenza imperialistica” di dominio economico-militare sui popoli sottosviluppati. Lo sviluppo economico nel mondo, quindi, si caratterizzava come espansione coloniale, come sfruttamento delle materie prime necessarie all’attività industriale, come saccheggio dei prodotti agricoli indispensabili per il sostentamento occidentale.

La tipologia dei regimi coloniali doveva articolarsi in modo complesso; infatti la dinamica dello sfruttamento colonialistico variò a seconda dei fattori di dipendenza o di autonomia, di attiva sottomissione o supina accettazione, di associazione o di assimilazione.

Movimento operaio e riformismo

Durante questo periodo nel movimento operaio si aprirono varchi riformistici, a causa della tendenza del monopolismo e dell’oligopolismo a comprimere i salari reali per aumentare i profitti. Perciò la classe operaia, usando l’arma della rivendicazione legale e dello sciopero, venne sospinta sempre più verso le forme di un patto sociale, con le forze capitalistiche sostanzialmente; conservatrici. Il proletariato industriale trovò organizzazione politica nei partiti socialisti di orientamento marxista.

Dopo lo scioglimento dell’Internazionale (1876), l’impetuosa crescita del movimento democratico nei Paesi industrializzati e la capillare attività sindacale originarono la Seconda Internazionale (Parigi, 1889), destinata ad esercitare fino alla guerra mondiale un’efficace direzione sulla classe operaia e ad imprimere una svolta fondamentale nella lotta interna ad ogni Paese.

L’azione riformatrice scongiurò l’esasperazione dei conflitti di classe senza radicalizzare i mezzi dell’autoritarismo e della repressione. Il patto sociale, del resto, era funzionale all’esigenza, di iniziare l’espansione geografica ed economica dell’Occidente, anche se fu travestita da opera di civilizzazione.

Corsa imperialistica e rivalità

L’impulso “civilizzatore” scatenò le grandi potenze e i loro complessi industriali alla corsa imperialistica, che portò alla spartizione del mondo in possessi coloniali e zone d’influenza delle grandi potenze, alla divisione in territori di importanza strategica.

Gli enormi investimenti nelle zone vergini prepararono il terreno per l’economia multilaterale, per la redistribuzione delle risorse mondiali. La gara imperialistica, inevitabilmente, causò le rivalità coloniali.

Quando il Giappone sconfisse la Cina nel 1894-95, l’imperialismo occidentale sostenne la logica del controllo equo per non alterare lo status quo. Si diede così inizio alla battaglia delle concessioni per assicurarsi le zone d’influenza. Dinanzi a questo accordo cinico, l’orgoglio nazionale cinese si espresse nella ribellione dei boxer. La rivolta dei tradizionalisti cinesi fu repressa nel sangue dal corpo di spedizione delle grandi potenze (1900).

L’impero cinese, allora, entrò definitivamente nell’orbita dei Paesi occidentali. In seguito il partito nazionale del popolo (Kuo Min Tang), fondato da Sun Yat-sen superando il logoro tradizionalismo delle fatiscenti strutture imperiali e proponendosi obiettivi di indipendenza e democrazia, condusse la lotta per la liberazione nazionale.

Questione d'Oriente e alleanze

Ma soprattutto la questione d’Oriente, provocando conflitti locali è scaramucce internazionali, inasprì i rapporti tra le potenze. A ragione di ciò, le grandi diplomazie architettarono i blocchi contrapposti con il Patto dei tre imperatori (1872, Germania – Austria Ungheria – Russia) e la costituzione della Triplice alleanza (1882, Germania – Austria Ungheria, Italia); con la Duplice alleanza (1904, Russia e Francia) e l’Entente cordiale (1904, Francia e Inghilterra).

La composizione di questa pace armata servì a scongiurare la sete di potenza e a scoraggiare le velleità revanchiste dei singoli partner-nemici.

Cultura e crisi di fine secolo

Avvertendo ciò, la cultura di fine secolo propagandava le idee-guida di progresso e libertà ma era dominata dal tarlo della catastrofe e dalla cronaca di una lacerante crisi da tempo annunciata. La speranza sul futuro dell’umanità – giustificata dalla ricerca scientifica, dalla psicanalisi, dalla teoria della relatività, coltivata dalle avanguardie intellettuali – doveva sbattere le sue ali contro il muro della grande guerra e l’impeto tempestoso di inarrestabili rivoluzioni.

Quando il tessuto di questo fragile equilibrio si sfilacciò a causa di contrasti acuti, tutti furono trascinati nel vento del primo conflitto mondiale.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le cause principali dell'emergere dell'imperialismo nel XIX secolo?
  2. L'emergere dell'imperialismo fu causato dall'insufficienza del liberalismo politico, dalla necessità di nuovi mercati per il capitalismo monopolistico, e dalla crisi economica che portò a protezionismo e ristrutturazione economica.

  3. Come influenzò il capitalismo industriale lo sviluppo economico globale?
  4. Il capitalismo industriale, nato in Inghilterra, portò a un aumento della produzione industriale e tecnologica, favorendo l'espansione coloniale e la concentrazione dei capitali, creando un'economia mondiale interconnessa.

  5. In che modo l'espansione coloniale influenzò le relazioni internazionali?
  6. L'espansione coloniale portò alla spartizione del mondo in possedimenti coloniali e zone d'influenza, causando rivalità tra le potenze e portando a conflitti come la ribellione dei Boxer in Cina.

  7. Quali furono le conseguenze sociali dell'imperialismo sulle classi lavoratrici?
  8. L'imperialismo portò a una compressione dei salari reali, spingendo la classe operaia verso il riformismo e l'organizzazione politica nei partiti socialisti, culminando nella formazione della Seconda Internazionale.

  9. Quali furono le tensioni politiche e diplomatiche causate dall'imperialismo?
  10. L'imperialismo causò tensioni politiche e diplomatiche, portando alla formazione di alleanze come il Patto dei tre imperatori e la Triplice alleanza, nel tentativo di mantenere un equilibrio di potere e prevenire conflitti.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community