Concetti Chiave
- L'individuo dovrebbe considerarsi cittadino del mondo, superando il conformismo che porta a una società di massa simile a quella descritta in "1984" di George Orwell.
- Il fascismo è descritto come un esempio di acculturazione forzata, in cui il consumismo domina altre ideologie, creando una società di conformità e omologazione.
- I media manipolano facilmente l'opinione pubblica, distogliendo l'attenzione da problemi sociali importanti e soffocando il pensiero critico.
- La manipolazione mediatica trasforma l'individuo in un essere incapace di distinguere tra giusto e sbagliato, contribuendo a confondere realtà e finzione.
- È vitale mantenere un pensiero critico per evitare di diventare automi conformisti, come esemplificato dal personaggio critico che cerca di sfuggire all'ipocrisia della società di massa.
Argomento: individuo e società di massa
Si salvi chi può dal conformismo
Ogni persona, ogni essere vivente, dotato di capacità intellettive e di autosufficienza dovrebbe imparare a considerarsi cittadino del mondo, prima che cittadini del proprio Stato. Bisogna ammettere però, che una modesta parte di quegli abitanti cosmopoliti, ha la funzione di ausiliare del conformismo; un compito dall’accezione per così dire ‘subliminale’, con la conseguenza di ricreare una sorta di “1984”, titolo di un libro sul Grande Fratello ideato dallo scrittore George Orwell.
Un popolo di ignoranti e di inermi, il quale rispetta precisi canoni di vita, è più semplice da governare.
Uno degli esempi più vicini, dove questi pensieri vengono rispettati, è il fascismo, movimento considerato reazionario e monumentale nell’opera di “Acculturazione e acculturazione” di Pasolini, che invece di lasciare libero sfogo alle varie culture, reprimeva l’ideologia edonistica. La gente calata in quel contesto storico era assoggettata ad una omologazione dovuta al fatto che non bastava l’uomo consumatore, ma era necessaria la presenza solitaria e dominatrice del consumismo sulle altre ideologie, seguendo le false righe di un assolutismo socio-culturale.
Le menti sono state manipolate, sono manipolate e verranno manipolate con facilità assurda, a tal punto che scandali e ingiustizie non faranno più scalpore, lasciando impuniti anche gli atti più gravi. Nel “Frutto del fuoco” di Elias Canetti degli assassini di alcuni operai vengono assolti dal tribunale viennese, nonostante la loro palese colpevolezza; è l’opera di un media giornalistico, che descrive la sentenza come giusta a far scattare l’ira della classe proletaria. Quest’aneddoto sembra una trasposizione del mondo odierno al secondo e terzo decennio del ‘900, con l’unica differenza che all’epoca la televisione non era stata ancora inventata. Usando la medesima facilità di manipolazione nel creare disordine, i media hanno la capacità altrettanto stupefacente, nel suo significato negativo, di distogliere l’attenzione della società di massa da un argomento all’altro non tenendo conto della sua importanza dal punto di vista sociale e soprattutto zittendo coloro i quali del secondo argomento non pensano minimamente e coloro i quali si accorgono dello spudorato occultamento di prove, raggiungendo la zona di salvataggio del dimenticatoio. Canetti scrive delle grida dei manifestanti colpiti dai proiettili della polizia, che vengono sostituite da quelle dei tifosi locali che hanno dimenticato l’assassinio, con l’aggravante di aver addirittura risolto l’accaduto con un goal: purtroppo la maggior parte delle persone è così, ma ciò è da imputare solo a chi ha ucciso il loro aspetto critico e il loro spessore psicologico.
La perdita delle suddette caratteristiche trasformano l’individuo in colui che passivamente si lega ai suoi simili senza potere più discernere il giusto dallo scorretto, il bene dal male, fino a far credere alla massa, ciò che essa stessa vuole credere; fino all’abbattimento del muro che c’è tra realtà e finzione. Le tecniche usate dai media creano donne e uomini di ‘allevamento’ come dice Remo Bodei nel suo scritto “Destini personali”, mettendo al bando qualsiasi valore che incarni dignità, libertà e giustizia.
Piano piano si è constatato che forse quella modesta parte di popolazione mondiale che conforma il resto del mondo, ha trovato un avversario in grado di garantire una dura battaglia e di sperare in un’improbabile, per ora, conversione al non-conforme, di tutti i cittadini del Grande Paese. Il personaggio critico che ancora sopravvive negli individui,
lontani dalla società di massa, è in tempo per scappare dall’ipocrisia della politica e da coloro che tendono trappole dall’interno di uno schermo piatto. Questi esegeti si possono personificare nell’Eugenio Montale che sulla spiaggia di Versilia, anticipa la massa di bagnanti, alla ricerca della tranquillità che solo la bellezza di un’alba può offrirgli.
In conclusione chi conserva il proprio fare critico e cerca di restare sempre un passo avanti a chi vuole rendere l’individuo un automa da comandare, è in pericolo costante; deve mettersi in salvo da qualcuno che vuole dire la sua senza dover tenere conto di obiezioni e opposizioni.
Bisogna mettersi in salvo da chi del conformismo produce una manna da distribuire ai poveri di pensiero.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo del conformismo nella società di massa?
- Come i media influenzano la percezione della realtà?
- Quali sono le conseguenze della perdita di capacità critica nell'individuo?
- Chi rappresenta la resistenza al conformismo nella società?
- Qual è il pericolo per chi mantiene un pensiero critico?
Il conformismo agisce come un ausiliare subliminale che facilita il controllo della società, rendendo le persone più facili da governare e manipolare, come descritto nel contesto del fascismo e nei media moderni.
I media manipolano l'attenzione della società di massa, distogliendola da argomenti importanti e zittendo le voci critiche, creando una realtà distorta e favorendo l'omologazione.
La perdita di capacità critica trasforma l'individuo in un essere passivo, incapace di discernere il giusto dallo scorretto, e lo rende vulnerabile alla manipolazione e al conformismo.
La resistenza al conformismo è rappresentata da individui critici, come Eugenio Montale, che cercano di mantenere la loro autonomia di pensiero e sfuggire all'omologazione della società di massa.
Chi mantiene un pensiero critico è in costante pericolo di essere sopraffatto da chi promuove il conformismo e cerca di trasformare gli individui in automi, privi di capacità di obiezione e opposizione.