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Concetti Chiave

  • Durante il Settecento, il dispotismo illuminato emerge in Europa, con monarchi che adottano riforme ispirate ai principi illuministi per modernizzare e riorganizzare i loro stati.
  • In Francia, Luigi XV e XVI tentano riforme economiche per affrontare la crisi, ma incontrano resistenza dai privilegiati, provocando tensioni sociali e fallimenti politici.
  • In Austria, Giuseppe II implementa riforme come la libertà religiosa e l'abolizione della servitù della gleba, mentre Maria Teresa modernizza l'amministrazione fiscale con un catasto.
  • La Prussia sotto Federico II diventa un modello di illuminismo, con riforme che includono la libertà religiosa e una magistratura indipendente, sostenendo lo sviluppo economico e militare.
  • Caterina II di Russia cerca di modernizzare il paese seguendo l'illuminismo, ma affronta resistenze interne, ottenendo successi militari e territoriali malgrado le sfide interne.

Indice

  1. La crisi economica del settecento
  2. Riforme illuministe in Europa
  3. Le riforme di Giuseppe II
  4. L'espansione della Prussia
  5. La modernizzazione della Russia

La crisi economica del settecento

A metà settecento con 26 milioni di abitanti era una nazione ricca e potente anche se aveva perso molto durante la guerra dei Sette anni, inoltre Luigi XV aveva perso l’egemonia politica e militare e il governo centrale cercava di sanare i debiti seguendo il metodo delle monarchie assolute, ossia aumentando le imposte, provocando un conseguente aumento dei prezzi (inflazione), in particolare di alimenti come il sale.

I nobili e chi viveva a Versailles non soffrirono la crisi, come anche l’alto clero che versava solo contributi volontari, andò male invece alla borghesia e ancora peggio ai contadini liberi, i mezzadri e i braccianti. Intanto artigiani e operai rischiavano la disoccupazione. Questo provocò forti ostilità tra il popolo e la fallace riforma del ministero delle finanze Anne-Robert-Jacques Turgot, colui che era stato nominato da Luigi XVI per rivitalizzare l’economia. Turgot tentò di abolire senza successo le corporazioni e le corvées, di imporre tasse anche ai ceti privilegiati e rilanciare l’agricoltura tramite la fisiocrazia. I raccolti però erano scarsi e il re lo destituì nel 1776. Un fallimento per la borghesia che chiedeva leggi uguali per tutti ispirandosi ai principi illuministi.

Riforme illuministe in Europa

Ad eccezione di Gran Bretagna e Paesi Bassi, ovunque c’era la monarchia assoluta, dopo il 1760, però, diversi governi europei videro una serie di riforme politiche e sociali di tipo illuminista: i sovrani capirono che le nuove figure rivoluzionarie dovevano essere accettate e incluse ed iniziarono ad avere volontà riformistiche dando vita al “dispotismo illuminato” da despota = sovrano che impone una sua legge e illuminato = si seguono i nuovi principi della ragione; ciò avvenne principalmente in Austria, Prussia e Russia e in Lombardia, Toscana e Regno di Napoli secondo la formula “tutto per il popolo, nulla attraverso il popolo”, uno stile paternalistico (il monarca concede i diritti). Gli obiettivi di tali riforme erano: modernizzare l’organizzazione degli stati con funzionari più efficienti; incentivare lo sviluppo economico con metodi liberali; rendere più equa la giustizia; tassare anche la grande proprietà terriera per migliorare il bilancio pubblico; limitare le proprietà ecclesiastiche. I nobili comunque erano ancora una presenza importante che impediva questi cambiamenti. Successo invece si ebbe nel togliere la giurisdizione alla chiesa, ossia nel giuseppinismo (da Giuseppe II d’Austria) che confiscò parecchi latifondi per venderli ai privati e rilanciare l’economia.

Le riforme di Giuseppe II

Diversi governi crearono scuole e università di stato per eliminare l’istruzione religiosa, in Austria verrà anche attuata la scuola elementare obbligatoria (prima forma di alfabetizzazione di massa); la chiesa e i vari vescovi locali protestarono inutilmente poiché venne espulso da quasi tutti i paesi anche l’influente gruppo dei gesuiti. Oltre a Giuseppe II anche Maria Teresa iniziò un’importante politica di riforme. L’impero asburgico era un regno multinazionale molto esteso in regioni diverse per popolo, lingua e cultura; entrambi i suddetti regnanti capirono fosse necessario un buon apparato burocratico con il minimo arbitrio e uno stretto controllo delle autonomie locali tramite funzionari competenti (come avvenuto in Prussia), si stabilì così un bel rapporto popolo-imperatore (padre affettuoso). Durante il regno di Maria Teresa fu compilato un catasto per tassare in modo oggettivo i vari proprietari terrieri. In materia religiosa, Giuseppe II riconobbe tramite la patente di tolleranza la libertà religiosa e, grande novità, il matrimonio civile, inoltre con lui furono aboliti i servi della gleba e molti privilegi nobiliari pur mantenendo le posizioni militari e nell’amministrazione. Altri cambiamenti furono: l’abolizione delle dogane, ristrutturazione dell’esercito, uguale giustizia, abolizione della tortura, limitazione della pena di morte. Salirà poi Leopoldo II che nel clima della rivoluzione francese dovrà revocare diverse riforme su richiesta degli aristocratici.

L'espansione della Prussia

La Prussia, intanto, era un territorio frammentato affacciato sul mar baltico si era espansa con la dinastia degli Hohenzollern e rafforzata con Federico Guglielmo I e poi il figlio detto Il Grande “re filosofo”, questi era un valente generale, partecipò alla guerra dei sette anni dimostrando la grande potenza militare del suo paese con oltre 200 mila soldati. La Prussia era in concorrenza con l'Austria e pronta ad uno sviluppo industriale grazie alla Slesia e agli junker (grandi proprietari terrieri che con la carriera militare ottengono un ruolo statale importante) che fondarono industrie metallurgiche.

L’agricoltura migliorò grazie alle varie bonifiche e la fondazione di 300 villaggi che resero la Prussia uno dei paesi più ricchi e meglio organizzati nell’amministrazione pubblica. Federico II fu anche uno dei principi più “illuminati” , era colto e tollerante ed amico di Voltaire, anche lui abolì la tortura e limitò la pena di morte, seguendo Montesquieu rese la magistratura indipendente e concesse ai sudditi libertà religiosa e opinione politica.

La modernizzazione della Russia

La Russia invece era un grande impero agricolo quasi senza città e con molti servi della gleba che non potevano spostarsi dalla loro terra. Con Pietro il Grande iniziò la modernizzazione, lo zar cercò l’appoggio della nobiltà, e puntò il suo potere sull’esercito e lo sviluppo economico e manifatturiero.

Con la vittoria svedese nella battaglia di Poltava, Pietro ottenne uno stabile accesso al mar Baltico, egli fondò San Pietroburgo forzando il lavoro di decine di migliaia di persone. Finito il suo regno ci furono lotte per la corona che indebolirono il regno, fino all’arrivo di Caterina II, principessa tedesca e moglie dell’incapace zar Pietro III al quale tolse il potere con un colpo di stato appoggiato dalla guardia imperiale. Lei ospitò Voltaire a corte e seguì la filosofia illuministica come Federico II di Prussia e gli Asburgo per consolidare la sua monarchia assoluta: scolarizzò i beni della chiesa però fallì nell’introdurre un’istruzione elementare causa pochi insegnanti e nel riorganizzare la giustizia poiché la Russia non era ancora pronta a questo. Caterina II voleva ridurre il potere dei nobili ma per la forte opposizione dovette concedere una carta della nobiltà nel 1785, legalizzando vecchi diritti aristocratici. La zarina affrontò nel 1773 la rivolta di Pugacev, un soldato cosacco a capo del malcontento dei contadini e che si spacciava per Pietro III: questi partì dal fiume Volga e con un esercito di 25 mila uomini conquistò varie città fino a Mosca ma poi venne sconfitto. In quei luoghi dalla Crimea al fiume la zarina mandò vari contadini che ottennero ottimi risultati, con lei ci furono anche conquiste militari sulla costa del mar Nero e sottrasse la bielorussia alla Polonia che era come non esistesse, in quanto spartita tra Russia, Prussia, Austria.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali riforme tentate da Anne-Robert-Jacques Turgot in Francia?
  2. Turgot cercò di abolire le corporazioni e le corvées, imporre tasse ai ceti privilegiati e rilanciare l'agricoltura tramite la fisiocrazia, ma fallì e fu destituito nel 1776.

  3. Cosa caratterizzava il "dispotismo illuminato" in Europa?
  4. Il dispotismo illuminato era caratterizzato da riforme politiche e sociali ispirate ai principi illuministi, con l'obiettivo di modernizzare gli stati, incentivare lo sviluppo economico e rendere la giustizia più equa, mantenendo però un controllo monarchico.

  5. Quali furono le riforme significative introdotte da Giuseppe II d'Austria?
  6. Giuseppe II introdusse la libertà religiosa, il matrimonio civile, abolì i servi della gleba e molti privilegi nobiliari, e promosse l'istruzione statale e la riorganizzazione dell'esercito.

  7. Come Federico II di Prussia contribuì allo sviluppo del suo paese?
  8. Federico II migliorò l'agricoltura, fondò industrie metallurgiche, rese la magistratura indipendente, abolì la tortura, limitò la pena di morte e concesse libertà religiosa e di opinione politica.

  9. Quali furono le sfide affrontate da Caterina II di Russia durante il suo regno?
  10. Caterina II affrontò la rivolta di Pugacev, cercò di ridurre il potere dei nobili, ma dovette concedere una carta della nobiltà, e fallì nell'introdurre un'istruzione elementare e nel riorganizzare la giustizia.

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