Concetti Chiave
- Tra la fine del XIV e la metà del XV secolo, gli Stati italiani si scontrarono senza che nessuno riuscisse ad imporsi, favorendo l'ascesa delle compagnie di ventura e dei condottieri.
- Le compagnie di ventura erano piccoli eserciti di mercenari, guidati da un capitano noto come condottiero, che veniva assoldato mediante un contratto chiamato condotta.
- Il declino degli eserciti feudali e l'aumento della complessità delle guerre portarono all'impiego di mercenari, tra cui spiccavano anche i condottieri italiani.
- La pace di Lodi nel 1454 portò alla formazione della Lega italica, un sistema di equilibrio tra i cinque maggiori Stati italiani, che garantì una pace instabile.
- Durante il periodo dell'equilibrio, l'Italia rimase frammentata, con il Nord e il Centro che beneficiarono di sviluppo economico e culturale, mentre il Sud affrontava una crisi di successione.
Indice
- Guerre italiane e compagnie di ventura
- Crisi degli eserciti feudali
- Mercenari stranieri e condottieri italiani
- Il ruolo dei condottieri
- Conflitti tra Milano, Venezia e Firenze
- Conseguenze della pace di Lodi
- Congiure e instabilità a Milano
- Congiura dei Pazzi e conflitti medicei
- Diplomazia e frammentazione italiana
Guerre italiane e compagnie di ventura
Tra la fine del XIV secolo e la metà del XV, gli Stati italiani si scontrarono in una serie di guerre per il predominio sulla Penisola.
Nonostante ciò, nessuno degli Stati riuscì infatti a imporsi. In compenso furono un bene per le compagnie di ventura e i condottieri: le compagnie di ventura erano piccoli eserciti di mercenari, guidati da un capitano chiamato condottiero perché veniva assoldato mediante un contratto detto condotta.Crisi degli eserciti feudali
Il fatto che nessuno prestava volentieri il servizio militare determinò la crisi degli eserciti feudali. Tanto più che combattere era diventato sempre più complesso e faticoso ed esigeva un severo addestramento.
Mercenari stranieri e condottieri italiani
Inizialmente, in Italia furono impiegati soprattutto mercenari stranieri, tra cui anche il grande capitano inglesi, John Hawkwood, che gli Italiani chiamarono Giovanni Acuto. Dalla fine del Trecento si affermarono le compagnie di ventura italiane. Erano italiani, infatti, alcuni fra i più famosi condottieri del Quattrocento, personaggi di grande rilievo sociale e con enormi ricchezze.
Il ruolo dei condottieri
Il capitano di ventura provvedeva ad armare e pagare i suoi soldati e ciò lo rendeva il loro padrone e gli garantiva la loro fedeltà. In Italia l’attività di militare divenne un impiego sicuro: le Signorie stipendiarono stabilmente un condottiero per avere sempre a disposizione le armi. I condottieri presero così ad acquistare terre, assumendo un’importanza sempre maggiore a livello politico, sino a divenire essi stessi signori come avvenne a Milano con Francesco Sforza.
Conflitti tra Milano, Venezia e Firenze
Le lunghe guerre combattute in Italia tra la fine del XIV e la metà del XV secolo riguardarono due questioni:
l’espansionismo del Ducato di Milano verso la Repubblica di Venezia e Firenze;
la contesa tra Francesi e Spagnoli per la successione nel Regno di Napoli, che coinvolse negli opposti schieramenti anche i maggiori Stati italiani.
Le guerre si articolarono in tre fasi.
Prima fase - Tra il 1385 e il 1402 Gian Galeazzo Visconti fece conquiste a est e nel Centro Italia. La sua morte interruppe questa fase e Milano finì per perdere tutte le conquiste. Ne approfittarono Firenze, che si impossessò di Pisa, ottenendo uno sbocco sul mare, e Venezia, che iniziò la sua espansione nell’entroterra veneto.
Seconda fase - Con Filippo Maria Visconti il Ducato di Milano riprese la sua espansione. Nel 1427 Milano si scontrò con Venezia e Firenze dalla battaglia di Maclodio e vennero sconfitti. I Visconti sostennero gli Aragonesi contro gli Angioini. Nel 1442 Alfonso V d’Aragona ottenne Napoli. Unì quest'ultimo alla Sicilia e alla Sardegna.
Terza fase - Nel 1447 Filippo Maria Visconti morì e a Milano si aprì una crisi. Il patriziato ricostituì il sistema comunale con la Repubblica ambrosiana. I Milanesi a chiesero l’intervento di Francesco Sforza, signore di Milano, nella a guerra con Venezia. Il conflitto si concluse nel 1454 la pace di Lodi.
Conseguenze della pace di Lodi
Con la pace di Lodi i cinque maggiori Stati italiani si riunirono in una Lega italica. Questi erano Milano, Venezia, Firenze, Roma e Napoli.
Congiure e instabilità a Milano
Gli Stati italiani si trovavano in una generale stanchezza e a fronteggiare a una situazione interna instabile.
Gli Stati italiani si trovavano a far fronte a una situazione interna sempre più instabile. Il potere del signore risultava estremamente precario e le congiure che si svolgevano all’interno della stessa corte. A Milano, le principali famiglie aristocratiche complottarono contro Galeazzo Maria Sforza, accusato di tirannia. Il duca venne pugnalato ma il titolo fu ereditato dal piccolo Gian Galeazzo, mentre il potere fu esercitato dallo zio Ludovico Sforza detto il Moro.
Congiura dei Pazzi e conflitti medicei
I quarant’anni (1454-1494) successivi agli accordi di Lodi furono in realtà caratterizzati da una pace instabile, interrotta da varie guerre. Un grave conflitto esplose tra papa Sisto IV e Lorenzo il Magnifico. Il pontefice aveva dato in feudo al nipote la contea di Imola suscitando l’opposizione di Lorenzo il Magnifico, interessato ad assumere il controllo della città. Il papa allora si alleò con la famiglia dei Pazzi per rovesciare il potere mediceo
Durante congiura dei Pazzi nel 1478 i congiurati tentarono di uccidere Lorenzo a messa ma egli fu solo ferito superficialmente e riuscì a scappare. Lorenzo represse gli avversari e aumentò ulteriormente il peso delle istituzioni repubblicane. Il papa tentò ancora di contrastare i Medici alleandosi con Napoli ma la guerra terminò rapidamente.
Diplomazia e frammentazione italiana
Negli anni del sistema dell’equilibrio si consolidarono gli apparati delle diplomazie come strumenti della politica estera e vennero istituite ambasciate permanenti. Con la pace di Lodi l’Italia restò frammentata in diversi Stati consapevoli di non poter prevalere sugli altri. Questi anni approfondirono la distanza tra le due aree della Penisola: nell’Italia centrale e settentrionale la pace favorì lo sviluppo economico e la cultura; al Sud una nuova crisi di successione permise alla grande feudalità di sottrarsi al potere centrale.
Domande da interrogazione
- Qual è stato l'impatto delle compagnie di ventura e dei condottieri sulle guerre italiane tra il XIV e il XV secolo?
- Quali furono le tre fasi principali delle guerre italiane tra la fine del XIV e la metà del XV secolo?
- In che modo la pace di Lodi ha influenzato il sistema politico italiano?
- Quali furono le conseguenze della congiura dei Pazzi per Lorenzo il Magnifico e la politica fiorentina?
- Come si è evoluto il sistema diplomatico italiano durante il periodo del sistema d'equilibrio?
Le compagnie di ventura e i condottieri hanno avuto un ruolo cruciale nelle guerre italiane, poiché gli eserciti feudali erano in crisi e combattere richiedeva un addestramento severo. I condottieri, come Francesco Sforza, divennero figure politiche importanti.
Le guerre si articolano in tre fasi: la prima con le conquiste di Gian Galeazzo Visconti, la seconda con l'espansione di Filippo Maria Visconti e la terza con la crisi a Milano e la pace di Lodi.
La pace di Lodi ha portato alla formazione della Lega italica, stabilendo un sistema di equilibrio tra i principali Stati italiani, anche se la pace era instabile e interrotta da conflitti.
La congiura dei Pazzi portò a un tentativo fallito di uccidere Lorenzo il Magnifico, che riuscì a reprimere gli avversari e rafforzare le istituzioni repubblicane a Firenze.
Durante il sistema d'equilibrio, si consolidarono gli apparati diplomatici e furono istituite ambasciate permanenti, contribuendo a una politica estera più strutturata.