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Concetti Chiave

  • L'Illuminismo si sviluppa in Inghilterra e Francia, con figure chiave come Newton e Locke in Inghilterra, e Voltaire e Montesquieu in Francia, che promuovono idee di libertà, diritti individuali e separazione dei poteri.
  • L'Enciclopedia di D'Alembert e Diderot, pubblicata nel 1751, rappresenta un'opera monumentale che raccoglie e diffonde il sapere umano, affrontando opposizioni religiose e politiche.
  • Il liberalismo economico e la fisiocrazia emergono come correnti di pensiero che promuovono la libertà di commercio, l'abolizione dei monopoli e la centralità dell'agricoltura.
  • Riforme illuminate, come l'abolizione della tortura e della pena di morte, si diffondono in Europa, influenzate dai principi illuministi di razionalità, tolleranza e progresso sociale.
  • Nonostante le pressioni per le riforme, la Francia e l'Inghilterra mantengono strutture di potere tradizionali, con resistenze nobiliari e religiose che ostacolano cambiamenti significativi.

Indice

  1. Rivoluzione demografica e intellettuale
  2. Illuminismo e enciclopedia
  3. Critica alle istituzioni e Beccaria
  4. Illuminismo e religione
  5. Fisiocrazia e liberalismo
  6. Riforme e catasti
  7. Riforme in Europa
  8. Francia e Inghilterra fuori dalle riforme
  9. Sistema politico inglese

Rivoluzione demografica e intellettuale

Dopo la rivoluzione demografica europea del 1688, l’Inghilterra dimostra d’esser il Paese intellettualmente più vivace e innovatore. Emergono in questo periodo nomi importanti come Isaac Newton, che porterà innovazioni scientifiche in campo matematico e astronomico, e John Locke. Quest’ultimo era un filosofo, e aveva dimostrato che la conoscenza umana deriva per intero dall’esperienza. La sua concezione empiristica è ben evidente anche in campo politico. Propone infatti l’idea di un modello di stato antiassolutista, basato sulla difesa dei diritti dell’individuo di libertà e proprietà. Per evitare che il potere politico prenda il sopravvento sulla società civile, questo stesso deve inoltre essere suddiviso in più organi indipendenti l’uno dall’altro in modo da limitarsi avvicenda e impedire la degenerazione nell’assolutismo.

Illuminismo e enciclopedia

Successivamente il maggior centro culturale si sposta in Francia, dopo la morte di Luigi XIV, il quale deteneva un clima cattolico devoto e intollerante. La lingua francese diventa addirittura lingua internazionale, parlata da Londra sino a Pietroburgo. Questo nuovo clima parigino favorisce lo sviluppo di una nuova produzione letteraria criticamente impegnata. Incomincia a sgorgare un fermento di menti eccelse come il noto Voltaire che scriverà “Lettere Filosofiche” nel 1734, riprendendo gli ideali di Newton e Locke. Spontaneamente il fronte degli scrittori francese si riunisce in un “partito intellettuale d’opposizione” che darà il via a un nuovo periodo della storia: l’illuminismo. Questo nuovo movimento mira ad illuminare con la conoscenza, l’ignoranza umana basata sui dogmi e sulla pigrizia intellettuale. Inoltre affermano che i metri per giudicare la realtà sono due: la ragione e la concreta esperienza.

Nel 1751, ad opera di D’Alambert e Diderot, verrà pubblicata L’Enciclopedia, detta anche “Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri” poiché i lavori manuali erano altrettanto importanti come la scienza e l’arte. Questa presentava tutto lo scibile umano, e aveva quindi lo scopo di riportare alla luce tutto il sapere umano del passato sino ad arrivare a quello del presente. Era un’opera vastissima che si occupava di tutte le discipline e i campi del sapere. Già dal primo volume dell’opera si incontrano difficoltà, tanto è vero che l’Enciclopedia dovrà fronteggiare la compagnia dei Gesuiti. In un primo momento infatti la pubblicazione dell’opera continuerà clandestinamente poiché ormai già all’incirca 4000 persone avevano pagato l’intera opera prima della totale pubblicazione. Nel 1762 però si riuscirà a sopprimere la compagnia di Gesù e verrà consentito il proseguimento del lavoro dell’opera sino al suo compimento nel 1772.

Inghilterra come modello[/b

]Gli illuministi erano grandi ammiratori del sistema liberale inglese, tanto è vero che venne proposto per la Francia. Alle basi prospettava libertà di religione, di stampa, limitazione dell’assolutismo regio e l’abolizione dei privilegi fiscali.

Il filosofo Montesquieu vuole evitare che in Francia si passi dalla monarchia al dispotismo (un solo individuo, senza leggi né regole, trascina tutto secondo la sua volontà o i suoi capricci) che non garantirebbe sicurezza e serenità. Attraverso “Lo spirito delle leggi” esprime il suo pensiero riguardo il modello polito da seguire, il quale si deve basare sulla suddivisione dei poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario. Il primo è il parlamento che si adopera a emanare le leggi; il secondo è formato dalla magistratura che si impegna a far eseguire le leggi e quello giudiziario che interviene con una penale in caso di mancato rispetto della legge, e nessuno di questi tre può interferire con l’altro, in modo tale che non si arrivi ad un abuso di potere e che questo sia sempre equilibrato.

Il filosofo Voltaire scrive “Lettere filosofiche”. Egli, contrariamente a Montesquieu, auspica a un sistema politico governato da un monarca assoluto ma illuminato quindi al dispotismo illuminato. In questa figura secondo egli si rispecchiava Federico II.

Il filosofo Rousseau scrisse il “Contratto sociale”, nel quale affermava che il sovrano doveva essere il popolo e che la legge derivasse dalla volontà generale. Propina così l’idea moderna di stato democratico, affermando che i mali di cui soffre la società sono la proprietà privata, la disuguaglianza e l’asservimento dei poveri ai ricchi.

Critica alle istituzioni e Beccaria

La cultura illuminista non si limitò solo alla critica alle istituzioni politiche ma anche a quelle giudiziarie e sociali. Il marchese giurista Cesare Beccaria pubblicò nel 1764 il trattato “Dei delitti e delle pene”, secondo il quale la tortura e la pena di morte sono dei metodi punitivi immorali e incapaci di annullare il delitto. E’ necessaria una profonda ridefinizione della pena: si deve attuare un metodo giuridico proporzionato al delitto in modo tale che questo non venga più commesso.

Illuminismo e religione

Illuministi e religiosi ebbero come ci si poteva aspettare molte divergenze. Tant’è che molti libri filosofici finirono nell’indice dei libri proibiti. Gli illuministi erano atei e anticlericali, e presentavano la religione come un grande inganno intessuto dai preti, i quali facevano sprofondare l’uomo nell’ignoranza dogmatica e nella sottomissione. Inoltre vi erano gli illuministi “deisti”, come Voltaire, che credevano in un Dio che ciascuno poteva conoscere con la ragione e non con le rivelazioni dei testi sacri, un Dio che si riconciliava con la concezione Newtoniana. Nonostante tutto, questi filosofi sono tolleranti verso le dot trinche intese da loro come false. Voltaire stesso scrive un trattato sulla tolleranza universale che riguarda tutti gli uomini e tutte le fedi.

Fisiocrazia e liberalismo

La fisiocrazia è il potere della natura, cioè della terra. Propone di aumentare la produzione agricola e di prevenire le carestie. E’ un’idea economica che si diffonde in Europa grazie a Quesnay. L’agricoltura è quindi la vera base di ogni altra attività economica.

Il liberalismo propone di eliminare i vincoli che si opponevano a un libero sviluppo delle forze produttive, quindi abolendo le tariffe doganali e tutti gli altri impedimenti che fino ad allora si erano frapposti alla libertà di commercio. Fisiocrazia e liberismo intendono inoltre abolire i monopoli concessi dallo stato ai privati in quanto sono fortemente convinte che ogni intervento da parte dello Stato sia inutile o dannoso. Si vogliono eliminare anche le corporazioni manifatturiere in quanto sono di ostacolo al progresso tecnologico, impedivano infatti un rapido adeguamento della qualità del prodotto al mutare dei gusti.

Lo scozzese Adam Smith giunge ad analoghe conclusioni: rifiuta le imposte doganali, le corporazioni, i monopoli, ma afferma che la vera potenza economica sta nella specializzazione del lavoro, con la conseguente crescita di produttività. Capitalismo industriale e macchinismo iniziano così a legarsi fra loro. Da ricordare è la teoria della “mano invisibile” ossia un’azione individuale retta da un movente egoistico che porta involontariamente ad accrescere il volere collettivo.

Riforme e catasti

I sovrani europei cominciano a imitare il modello politico francese. Questo tipo di assolutismo garantiva: maggior autonomia ai più potenti, non veniva infatti più convocati gli stati generali, ma solo assemblee, ceti e ordini che controllavano l’apparato fiscale; privilegi fiscali, amministrativi e giuridici; burocrazia più efficiente in quanto dipendeva dalla monarchia stessa e inoltre Luigi XIV aveva sottratto al clero ogni forma di controllo esterno. Appuntirono però il problema dell’efficienza fiscale.

Vengono creati i catasti, documenti che descrivono minutamente le caratteristiche ed il valore di ogni singola parte ella proprietà terriera. Si ebbe così un sistema fiscale più solido che impedì così i privilegi fiscali del clero e della nobiltà. I primi catasti furono in successione quello dei Savoia, quello dello Stato di Milano e quello di Napoli. Nonostante l’opposizione del clero e della nobiltà, questo sistema ebbe un grandissimo successo, diventando uno strumento per lo sviluppo agricolo.

Il ducato sabaudo, allora governato da Vittorio Amedeo II, fu il primo a creare il catasto. L’opera riformatrice fu ben più ampia: fu sottoposto a controllo dei ministri l’intero apparato amministrativo, fu riordinata la legislazione secondo le costituzioni, venne riorganizzato un esercito permanente di 24000 uomini diventando tra i più efficienti italiani. Per favorire tutto ciò Vittorio Amedeo II si servì di burocrati di origine borghese o di nobiltà togata. I successori al potere non riuscirono a conciliare una politica di rafforzamento dello stato con un’apertura culturale e una tolleranza religiosa tant’è che, contrari alla cultura illuminista, fecero scappare una parte notevole del mondo intellettuale piemontese.

Gli Asburgo erano deboli, lontani dall’unità amministrativa fiscale e militare e c’era l’esigenza di un immediato rafforzamento in quanto le altre nazioni divenivano sempre più forti. Circondata da un gruppo di consiglieri e ministri di assoluta fedeltà Maria Teresa costituì in primo luogo un esercito permanente, accrebbe la pressione fiscale diminuendo pian piano i poteri dei ceti di decisione per le entrate fiscali. Venne così ripreso da Pompeo Neri il catasto teresiano che era stato interrotto nel 1733 a causa dello scoppio della guerra di successione polacca. Si arrivò così a un’abolizione dei privilegi clericali e nobiliari e a un lungimirante sviluppo agricolo.

Riforme in Europa

In tutta Europa incomincia l’età delle riforme: di pari passo tutte le Nazioni provvedono alla cosiddetta “felicità pubblica”, ossia il generale progresso della società civile. I sovrani europei abbracciano i motivi della cultura illuminista, modernizzatrice e razionalista tanto da attuare il così detto assolutismo o dispotismo illuminato in quanto l’inserimento di nuove riforme dipese da un numero limitato di soggetti. Le principali riforme che toccarono tutte le nazioni furono:

• la riduzione del potere della chiesa, togliendole il monopolio dell’istruzione che era giudicato inefficiente e culturalmente arretrato, e sciogliendo molti degli ordini ecclesiastici come quello dei Gesuiti;

• sviluppo economico favorito dalla costruzione di strade, dal finanziamento delle bonifiche e dei disboscamenti, dall’abolizione di vincoli che protessero la circolazione interna dei grani, dalla soppressione delle corporazioni, dall’abolizione della servitù della gleba;

• il rafforzamento dell’assolutismo statale con un progressiva centralizzazione politica;

• abolizione o minor uso della pena di morte, concessione della libertà di culto, libertà di stampa, creazione di scuole elementari pubbliche.

-Abolizione ordini religiosi

-Istruzione elementare obbligatoria

-Generale tolleranza (1781)

-Eguaglianza di tutti i sudditi di fronte alla legge

-Libera circolazione dei grani

-Annullamento degli obblighi feudali dei contadini con una progressiva rivolta e dichiarazione di indipendenza della nobiltà ungherese

-Abolizione pena di morte

-Abolizione dei privilegi fiscali

-Unificazione amministrativa del regno

-Espulsione dei gesuiti

-Chiesa e aristocrazia mantengono il potere

-Catasti inattuati

Federico II in Prussia abolì definitivamente la tortura, Caterina II in Russia riforme del diritto penale

Francia e Inghilterra fuori dalle riforme

Paradossalmente Francia e Inghilterra furono le uniche nazioni al che stettero al di fuori delle riforme. In Francia costituenti del potere rimasero clero e nobità, tanto è vero che non si riuscì a sottoporli al fisco e a insidiare dei catasti. Per far fronte a una rivoluzione finanziaria del governo venne nominato controllore generale delle Finanze Turgot, che fallì nel suo tentativo di progetti di riforma della liberalizzazione del commercio dei grani e dell’abolizione delle corvées sostituite a un imposta estesa ai nobili.

Sistema politico inglese

In Inghilterra si aveva un sistema politico misto costituito da ideologie di tipo monarchico, aristocratico (camera dei Lords) e democratico (camera dei comuni). Vi era inoltre un’oligarchia limitata ai ceti proprietari, solo questi infatti potevano votare e venne esclusa anche la borghesia commerciale. La camera dei Lords inoltre deteneva un forte potere sulla camera dei comuni. Venivano infatti riservati i posti ai figli, mentre i primogeniti avrebbero ereditato il posto in quella dei Lords. Possedere un seggio parlamentare era più un fatto di prestigio familiare infatti la gran parte dei deputati non frequentava mai o quasi mai la camera se non per interessi personali.

L‘Inghilterra si sottrasse all’oligarchia grazie alla forte mobilità sociale. Vi erano condizioni favorevoli che ponevano liberà e proprietà alle basi dell’Inghilterra del tempo: il clero era già da tempo senza potere, il liberalismo era già stato attuato, il mercantilismo era valido solo nelle Americhe e per i monopoli Nell’Est India Company, le proprietà tutelate con la pena di morte o la deportazione forzata nell’Australia che divenne una colonia penale.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali innovazioni culturali e politiche dell'Illuminismo in Inghilterra e Francia?
  2. In Inghilterra, l'Illuminismo portò innovazioni scientifiche e filosofiche con figure come Newton e Locke, che promosse un modello di stato antiassolutista. In Francia, dopo la morte di Luigi XIV, si sviluppò un movimento letterario critico e l'Illuminismo, con Voltaire e l'Enciclopedia di Diderot e D'Alembert, che mirava a illuminare l'ignoranza umana con la ragione e l'esperienza.

  3. Qual era l'obiettivo dell'Enciclopedia di Diderot e D'Alembert e quali difficoltà incontrò?
  4. L'Enciclopedia mirava a raccogliere tutto il sapere umano, includendo scienze, arti e mestieri, per illuminare la conoscenza. Incontrò difficoltà a causa dell'opposizione dei Gesuiti e fu pubblicata clandestinamente fino alla soppressione della compagnia di Gesù nel 1762.

  5. Come si differenziavano le idee politiche di Montesquieu, Voltaire e Rousseau?
  6. Montesquieu promuoveva la separazione dei poteri per evitare il dispotismo, Voltaire sosteneva un dispotismo illuminato con un monarca assoluto ma illuminato, mentre Rousseau proponeva un modello democratico con il popolo sovrano e la legge derivante dalla volontà generale.

  7. Quali furono le principali riforme attuate durante il dispotismo illuminato in Europa?
  8. Le riforme includevano la riduzione del potere della chiesa, lo sviluppo economico attraverso infrastrutture e abolizione di vincoli commerciali, il rafforzamento dell'assolutismo statale, l'abolizione o riduzione della pena di morte, e la concessione di libertà di culto e stampa.

  9. Quali furono le differenze tra le riforme attuate in Inghilterra e Francia rispetto ad altre nazioni europee?
  10. Inghilterra e Francia rimasero in gran parte fuori dalle riforme illuministe. In Inghilterra, il sistema politico misto e l'oligarchia limitata ai ceti proprietari prevalevano, mentre in Francia il clero e la nobiltà mantennero il potere, impedendo riforme fiscali e amministrative significative.

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