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Concetti Chiave

  • Luigi XIV trasformò la Francia in uno stato assoluto centralizzato, rafforzando il controllo sul potere aristocratico tramite la corte di Versailles.
  • L'esercito francese divenne una forza formidabile sotto Luigi XIV, con una struttura gerarchica e un addestramento rigoroso per ridurre il potere nobiliare.
  • Colbert, ministro delle finanze, promosse il mercantilismo e le manifatture di lusso, migliorando le comunicazioni e incentivando le esportazioni.
  • La politica culturale di Luigi XIV mirava a uniformare la cultura attraverso la censura e il mecenatismo, centralizzando il sapere a Parigi e reprimendo le minoranze religiose.
  • L'Illuminismo, nato in Francia, promosse la ragione, la libertà e la tolleranza, sfidando le autorità religiose e politiche attraverso la diffusione delle idee dei philosophe.

Indice

  1. L'ascesa di Luigi XIV
  2. Versailles e il controllo aristocratico
  3. Riforme militari e finanziarie
  4. Centralizzazione culturale e censura
  5. Illuminismo e rivoluzione culturale
  6. Pensatori illuministi e nuove idee
  7. Crisi delle Chiese e razionalismo

L'ascesa di Luigi XIV

Luigi XIV venne incoronato a soli 4 anni e a 22, iniziò il suo disegno di Stato assoluto, sul quale avrebbe comandato in prima persona.

Aveva l’obiettivo di trasformare la Francia in uno stato realmente unito, deciso a non dover più rivivere il clima di allerta vissuto durante la sua infanzia, con la Guerra dei Trent’anni.

Per fare ciò, iniziò attraverso la nomina del Consiglio dei ministri, composto da uomini di sua fiducia cui era delegata la cura per l’amministrazione statale.

Sotto di loro vi era il personale amministrativo (eletto con lo stesso principio), dei veri e propri funzionari. -> scontro con l’aristocrazia.

Versailles e il controllo aristocratico

Per rafforzare la propria autorità, per Luigi era necessario spazzare il legame diretto fra popolo e aristocrazia.

Decise quindi di strumentalizzare il divertimento per realizzare il proprio progetto politico propagandistico: Versailles.

Versailles era un vero e proprio universo cortigiano che verteva totalmente verso il Re Sole, una corte dove i nobili aristocratici erano invitati a tenere banchetti, cerimonie o semplicemente a vivere, lontani dal popolo e dal loro stesso potere.

1682-> diventa residenza abituale del sovrano.

Il lusso architettonico, intrattenimenti musico-teatrali di livello, i privilegi offerti e le prebende (benefici ecclesiastici), furono solamente una parte della strategia politica di Luigi XIV, che riuscì a crearsi attorno una vera e propria aura mitologica, fatta di rituali pomposi simbolo di totale subordinazione al sovrano.

Per i nobili più ambiziosi, lo svago principale rimaneva comunque la guerra e il rafforzamento della figura di Luigi XIV passò anche attraverso il ridimensionamento del potere aristocratico.

Riforme militari e finanziarie

Il re affidò a Le Tallier il compito di rendere l’esercito francese una vera e propria macchina bellica senza eguali.

Introduzione ordine gerarchico su nomina regia;

Meccanismi basati su norme controllate da ispettori generali;

Addestramento mirato;

Perfezionamento dell’armamento;

Adeguato finanziamento delle missioni militari;

Colbert fu nominato dal sovrano come Ministro delle Finanze.

Egli comprese che la situazione finanziaria della Francia sarebbe migliorata solo a seguito di un'importante modifica sulla questione economica -> mercantilismo.

Taglia inutile (ribasso del 31%);

Miglioramento delle vie di comunicazione e sistema finanziario basato su barriere protettive -> esportazione;

Produzione beni di lusso (manifatture di Stato, reali, privilegiate);

Facilitazioni fiscali a compagnie commerciali attive nelle colonie,

Centralizzazione culturale e censura

Luigi XIV si rese presto conto che, sistemate finanze ed esercito, c’era bisogno di mettere mano sulla cultura.

Il re agì rispetto a due criteri:

- Uniformità della produzione culturale.

- Centralizzazione delle risorse.

Represse quindi le difformità attraverso la censura e promosse la cultura ufficiale con opere di mecenatismo, rendendo il controllo del sapere una prerogativa del re.

Fondò diverse accademie, cioè centri di cultura ufficiali collocati principalmente a Parigi ma che raggiunsero successivamente le province.

Il progetto culturale, fu l’ultimo tassello del suo disegno politico fondato su accentramento e intolleranza.

Esisteva un solo re, un solo Dio e una sola religione, tutto in mano alla medesima persona -> persecuzioni sugli ugonotti calvinisti.

1685-> Editto di Fontainebleau sancì la fine della tolleranza religiosa nei confronti delle minoranze protestanti, che portò ad una migrazione di massa, causando danni economici al paese piuttosto rilevanti.

Le minoranze rimaste insorsero pochi anni dopo, muovendo i primi passi verso una vera e propria rivoluzione popolare.

L’assolutismo francese aveva aperto le porte ad una concezione laica della società, presentando una luce non divina creata da cultura e ragione.

Ciò promuoveva l’opinione pubblica come un diritto di ogni uomo, che doveva essere costruita attraverso un lavoro di formazione.

Illuminismo e rivoluzione culturale

Parigi fu certamente patria dell’Illuminismo per tutto il Settecento, nonché città natia di Diderot e d’Alambert, menti principali dietro ad un’impresa editoriale senza precedenti: l’Enciclopedia -> estensione del sapere

In questi anni nacque la figura del philosophe, un intellettuale generalista che comprendeva le leggi che regolamentano il rapporto uomo-natura.

In un'Europa ormai arresa alle contese religiose, questo nuovo metro di giudizio laico creò un forte senso di appartenenza e fornì una bandiera comune per cui battersi.

I philosophe rivendicavano il concetto di libertà, motore della nuova passione civile laica in nome del progresso.

I lumi supportavano la teoria del dispotismo riformatore delle monarchie assolute, ma si opponevano loro per la difesa della libertà di pensiero.

- Ragione;

- Felicità (scopo della vita umana);

- Libertà (diritto individuale);

- Tolleranza (accettare le opinioni altrui);

- Fraternità (siamo tutti fratelli e uguali in quanto tali);

Anche la legge iniziò a discostarsi dal concetto di rivelazione divina, diventando una costruzione contrattuale umana volta ad una vita comunitaria giusta e pacifica, basata sul codice della natura -> giusnaturalismo.

In ogni caso, la matrice del pensiero illuminista era il cosmopolitismo, inteso come una circolazione di uomini e idee, come ad esempio Isaac Newton o John Locke, anche se la Francia rimaneva il giardino perfetto per la fioritura di personalità cardini dell’epoca quali:

    Pensatori illuministi e nuove idee

  1. Montesquieu: analizzò i diversi tipi di governo, concludendo che la repubblica era adatta a stati di piccole dimensioni e che la monarchia dovesse essere mediata dai Parlamenti, scindendo i 3 poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario) per evitare il dispotismo.
  2. Voltaire: dimostrò l’arretratezza della società francese confrontandola al sistema parlamentare inglese, affermando che la figura di un monarca assoluto, ma illuminato, avrebbe garantito il progresso e il rinnovamento sociale.
  3. Rousseau: creò uno stato di natura originario ideale, basato sull’uguaglianza degli esseri umani e l’abolizione della proprietà privata. Nel suo pensiero è chiara l’inclinazione ad una democrazia diretta, anche grazie all’affiancamento di un progetto pedagogico descritto nell’Emilio.

Crisi delle Chiese e razionalismo

Fin dal tardo Seicento le Chiese cristiane in Europa iniziarono ad attraversare una serie di crisi originate da insurrezioni protestanti.

Adesso dovevano fronteggiare l’ondata del pensiero razionalista, che metteva in discussione il ruolo cardine della Chiesa nel sapere e nella cultura.

Con l’avanzamento del processo scientifico, alla religione veniva meno il ruolo secolare di unica fonte di conoscenza e solamente i gesuiti (in ambito cattolico), erano in grado di recuperare il primato, ma solamente rinunciando a difendere l’intero ordine sociale a favore dell’obbedienza totale verso la Santa Sede.

Fu così, che nel Settecento, le classi dirigenti iniziarono ad abbandonare la pratica religiosa, considerando la divinità come ad un concetto estraneo ai contenuti dogmatici delle varie confessioni, vertendo piuttosto verso la natura e la ragione.

Dio, divenne quindi il “grande Orologiaio”, creatore di un mondo complesso, ma indifferente agli eventi umani e al mantenimento delle gerarchie.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Luigi XIV?
  2. Luigi XIV era un re che governò la Francia con un sistema di Stato assoluto.

  3. Qual era l'obiettivo di Luigi XIV per la Francia?
  4. L'obiettivo di Luigi XIV era trasformare la Francia in uno stato unito e evitare situazioni di allerta come la Guerra dei Trent'anni.

  5. Come Luigi XIV ha rafforzato la propria autorità?
  6. Luigi XIV ha rafforzato la propria autorità spazzando il legame diretto fra popolo e aristocrazia e creando un universo cortigiano a Versailles.

  7. Chi era responsabile di rendere l'esercito francese una macchina bellica senza eguali?
  8. Le Tallier era responsabile di rendere l'esercito francese una macchina bellica senza eguali su ordine di Luigi XIV.

  9. Qual era la politica culturale di Luigi XIV?
  10. La politica culturale di Luigi XIV era basata sull'uniformità della produzione culturale e sulla centralizzazione delle risorse, promuovendo la cultura ufficiale e reprimendo le difformità attraverso la censura.

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