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Concetti Chiave

  • Carlo V d'Asburgo ereditò un vasto impero includente Spagna, Austria e Paesi Bassi, ma il suo regno era un insieme eterogeneo di territori senza coesione politica.
  • Filippo II di Spagna ereditò il Portogallo e perseguitò minoranze religiose, centralizzando il potere per espandere l'influenza spagnola, ma fu sconfitto dai Turchi a Djerba e dai Paesi Bassi ribelli.
  • Elisabetta I d'Inghilterra rafforzò l'economia attraverso riforme agricole e industriali, sostenendo corsari come Francis Drake per espandere il commercio e contrastare Spagna e Portogallo.
  • La Francia affrontò crisi dinastiche e guerre di religione tra cattolici e ugonotti, culminando con la conversione di Enrico IV al cristianesimo cattolico per unificare il regno.
  • Enrico IV di Francia promosse sviluppo economico e centralizzazione del potere, riducendo l'influenza nobiliare e favorendo la borghesia tramite appalti e incarichi amministrativi.

Indice

  1. Carlo d'Asburgo e l'eredità imperiale
  2. La lotta per la corona di Germania
  3. L'impero di Carlo V
  4. Conflitti spagnoli e francesi
  5. La pace di Cateu-Cambresis
  6. Filippo II e l'eredità portoghese
  7. Conflitti con i Turchi e la lega Santa
  8. Ribellioni nei Paesi Bassi
  9. Elisabetta I e la crescita inglese
  10. Conflitti con la Spagna e Maria Stuart
  11. Crisi dinastica e religiosa in Francia
  12. Guerre di religione e Enrico IV
  13. Riforme di Enrico IV

Carlo d'Asburgo e l'eredità imperiale

Protagonista indiscusso della prima meta del 500 fu sicuramente Carlo d’Asburgo.

Egli ,infatti, all’età di 16 anni ricevette in eredità l’impero spagnolo (dalla madre Giovanna la Pazza) che comprendeva : la penisola iberica, l’Italia meridionale , Sicilia ,Sardegna e alcuni possedimenti nel nuovo mondo (America). Tre anni dopo , in seguito alla morte del nonno Massimiliano d’Asburgo, egli ereditò i domini asburgici in Austria, Franca Contea, Artois, Fiandre e Paesi Bassi. La scomparsa del nonno inoltre rappresentava una possibilità di aspirare alla Corona di Germania.

La lotta per la corona di Germania

Questa situazione turbò la Francia che candidò, il suo giovane re Francesco I, ma la candidatura di quest’ultimo non fu accettata per i seguenti motivi:

1. I principi elettori preferivano un sovrano di stirpe tedesca;

2. Erano condizionati dalla vicinanza dell’esercito asburgico;

3. Erano influenzati dalle banche tedesco-fiamminghe quali Fuggher e Welser disposte a pagare i grandi elettori per indurli a votare per Carlo.

Fu proprio per queste motivazioni che nel 1519 Carlo d’Asburgo divenne imperatore con il nome di Carlo V.

L'impero di Carlo V

L’impero di Carlo V era immenso, tanto che ,come egli adorava dire il sole non tramontava mai sulle sue terre. Eppure il suo era un impero anacronistico e senza avvenire. Dal punto di vista politico rappresentava un insieme eterogeneo e precario di regni, uniti solo sulla base di un incontro di dinastie. Da un punto di vista ideale rappresentava un impero universale, fondato sul pensiero medievale basato sulla collaborazione di Papato e Impero.

Conflitti spagnoli e francesi

Il primo conflitto che il nuovo imperatore si trovo a fronteggiare fu contro le principali città spagnole (comunidades) che si sentivano minacciate e abbandonate poiche l’imperatore per la prima volta nella storia, non risiedeva nella penisola iberica ma a migliaia di kilometri di distanza. In questa situazione, esse formarono un esercito e affidarono il trono alla madre di Carlo V, Giovanna la pazza, ma furono stroncati dall’aristocrazia spagnola che al contrario appoggiava la distanza dell’imperatore per poter favorire le possibilità di ricavarsi spazi di autonomia e prestigio nei maggiori territori spagnoli.

Il secondo e ben più temibile conflitto, fu quello contro la Francia, che già era rimasta scottata dall’elezione del re spagnolo e rimasta accerchiata e soffocata dai domini asburgici ( Spagna, Austria e Paesi Bassi), in queste condizioni lo scontro era inevitabile e duro per circa 40 anni, trasformando la lotta per il predominio in Italia, nella lotta per il predominio in Europa. La penisola Italiana fu territorio di guerra fra le due potenze, che fu caratterizzata da 2 momenti culminanti : il sacco di Roma e l’assedio di Firenze.

La pace di Cateu-Cambresis

Nel corso degli scontri Carlo V abdica e lascia i possedimenti al figlio Filippo II , i domini asburgici a Ferdinando I, la Francia abbandona le sue mire espansionistiche in Italia, ma non è più accerchiata dai domini asburgici. Le ostilità fra le due potenze continuarono ancora per qualche anno, fomentate anche dal Papa Paolo IV Carafa, interessato ai domini nel sud-Italia appartenenti alla Spagna. Al conflitto si aggiunge anche l’Inghilterra, poiché Filippo II prese in moglie la regina inglese Maria la Cattolica ( figlia di Enrico VIII e Caterina d’Aragona). Successivamente la Francia venne sconfitta dalle truppe guidate da Emanuele Filiberto di Savoia nella battaglia di San Quintino , e nello stesso periodo una grave crisi economica si abbatte su entrambe le contendenti. Queste condizioni portarono alla pace di Cateu-Cambresis nel 1559 che riaffermo il dominio spagnolo in Italia, il ducato di Milano ,le 3 Corone ( Napoli, Sardegna e Sicilia) affidate alla guida di 3 vicere e stato dei presidi ( Orbetello, Porto Santo Stefano ecc) che assicuravano il controllo sul Tirreno. La Spagna quindi non aveva più antagonisti, anche perché la Francia era stata tagliata fuori anche se possedeva il marchestrato di Saluzzo, che facilitava il controllo sul Piemonte.

Filippo II e l'eredità portoghese

Filippo II appariva agli occhi dei suoi contemporanei ancora più potente del padre, nonostante la perdita del titolo imperiale, passata allo zio Ferdinando I che regnava appunto sui domini spagnoli. Nel 1580 venne a mancare il sovrano Sebastiano di Aviz, che non aveva eredi e il primo in ordine di discendenza era Filippo, quindi egli eredito il Portogallo e i domini d’oltremare che restarono uniti alla Spagna fino al 1640. Questo sconfinato insieme di territori, vennero messi al servizio della controriforma , con l’obiettivo di estirpare l’eresia. Filippo perseguitò Arabi e Ebrei compresi quelli convertiti al cristianesimo. Cosi con la loro ennesima espulsione dalla penisola iberica (1567) si estinse una delle poche forze vive e operose con la conseguenza che non sorse una borghesia viva e intraprendente e un danno gravissimo per l’economia del Paese.

Il carattere del sovrano era diffidente e scrupoloso, proprio per questo decise di accentrare tutti i poteri nelle sue mani, soffocando qualsiasi autonomia locale, la sua azione era orientata più verso la politica estera piuttosto che quella interna: impiegò enormi capitali per rafforzare l’esercito e la flotta e per sostenere i suoi ambiziosi programmi di egemonia mondiale. Egli era guidato dal miraggio di un’assoluta supremazia della Spagna , da lui considerata invincibile , verso una lunga serie si guerre terminate con una tragica serie di sconfitte.

Conflitti con i Turchi e la lega Santa

Il primo conflitto che si trovo a fronteggiare Filippo fu quello contro i Turchi, perché questi avevano minacciato le coste dell’Italia meridionale e spagnole con continue incursioni dal Nord-Africa. Filippo attacco allora le coste nordafricane piu volte, fin quando nel 1560 venne battuto nei pressi di Djerba e i Turchi ripresero lo slancio e attaccarono l’isola di Cipro sottraendola ai veneziani. In aiuto a Filippo e le sue truppe , venne istituita la lega Santa promossa da Papa pio V come una nuova crociata. La lega Santa era formata dallo Stato Pontificio, Genova,Venezia e Spagna, la forza principale di questa lega era la flotta della Serenissima. Lo scontro ebbe luogo il 7 ottobre 1517 a Lepanto, questo mise fine al mito dell’invincibilità dell’impero ottomano.

Ribellioni nei Paesi Bassi

In questi anni Filippo dovette subire anche un grave insuccesso nei Paesi Bassi. Gli abitanti non nutrivano, infatti, per lui alcuna simpatia soprattutto per la sua insensibilità politica. Il sovrano spagnolo aveva limitato anche le antiche liberta concesse precedentemente dal padre Carlo V, aveva fatto stanziare delle guarnigioni spagnole in tutta le città per soffocare il Calvinismo nelle Fiandre, ma comunque riscuoteva molto successo fra i ceti medio-alti. Con queste premesse nel 1567 ci fu una vera e propria ribellione del Governo spagnolo sostenuto anche dalla Francia e dall’Inghilterra fierissime nemiche della Spagna. In seguito alla suddetta ribellione Filippo decise di applicare al massimo gli editti del concilio di Trento ossia :

1. Restaurare il Tribunale dell’inquisizione

2. Perseguitare protestanti e Calvinisti

3. Impone editti contro l’eresia

Allora gli abitanti delle Fiandre detti (Straccioni) insorsero in armi. Per sedare gli assalti alle chiese e ai conventi, il re invio il duca dall’alba Fernando Alvarez di Toledo che riusci a riportare l’ordine arrivando alla pacificazione di Gand nel 1576, che ebbe come oggetto l’abolizione dell’editto contro i Calvinisti.

Ma la pace ebbe breve durata : questo dovuto all’abilità del generale Alessandro Farnese successore del duca D’Alba, egli facendo leva sulle differenze etniche e religiose riuscì a riportare all’obbedienza alcune province cattoliche, ma altre come l’Anversa guidarono ribellioni, aderendo all’unione di Utrecht, formata da 7 province del Nord che nel 1581 assunse la denominazione di Repubblica delle Province Unite .

Elisabetta I e la crescita inglese

Dopo la morte di Enrico VIII fondatore della Chiesa Anglicana autonoma da quella Roma, Inghilterra subì un tentativo di restaurare la religione cattolica con Maria Tudor la Cattolica , che era andata in moglie a Filippo II Re di Spagna, la sua politica repressiva le valse il nome “ Bloody Mary” a causa delle persecuzioni ai Calvinisti. Da questo duro periodo Inghilterra si riprese con il governo della figlia di Enrico VIII e Anna Bolena Elisabetta I , che sedette sul trono inglese per ben 45 anni . il programma politico e amministrativo elisabettiano prevedeva una moltitudine di riforme che avrebbero portato l’economia inglese alla crescita e allo sviluppo, infatti, insistì molto sull’agricoltura , favorendo la privatizzazione dei campi, che prima erano aperti e gestiti dal villaggio. Inoltre ricavò molto dalla vendita dei beni ecclesiastici seguita dallo scisma anglicano. Quindi l’Inghilterra con le riforme promosse da Elisabetta I passò da un’economia basata sull’agricoltura , ad un’economia basata sull’industria, e ciò porto alla formazione di una nuova classe sociale, quella degli imprenditori e dei commercianti.

Come suo padre, Elisabetta era convinta che il destino dell’Inghilterra fosse legato al mare: perciò potenziò la già intraprendente classe mercantile inglese e cosi operando si arrivò alla formazione di compagnie mercantili private. La concorrenza inglese alle due grandi potenze coloniali era data dagli esploratori e contrabbandieri dai Corsari, formalmente fuori legge, ma segretamente autorizzati dalla Regina, questi assalivano le navi dei portoghesi e degli spagnoli ricche di metalli preziosi del nuovo continente. Fra i più importanti corsari ricordiamo Francis Drake che autorizzato dalla Regina intraprese la seconda circumnavigazione dopo quella di Maggellano e in più prese possesso della California chiamandola “Nuova Albione”. E’ anche merito di Drake se Inghilterra dette inizio ad una nuova attività colonizzatrice ad opera di Releigh che porto la prima Colonia di Virginia, chiamata cosi in onore della “virgine regina” che ha sempre rifiutato il matrimonio.

L’età elisabettiana fu caratterizzata dalla fioritura letteraria, teatrale e filosofica ma soprattutto con il “Boom” della letteratura teatrale i cui massimi esponenti erano Shakespeare e Marlowe.

Conflitti con la Spagna e Maria Stuart

Sul piano religioso, Elisabetta rafforzo la chiesa anglicana ciò rappresentava un tornaconto, poiché lei era a capo della Chiesa riformata. Tale atteggiamento aumentò l’opposizione con l’Irlanda e la Spagna. Il rapporto fra le due potenze era già compromesso dagli attacchi dei corsari alle navi spagnole e si complicò ancora di più con le vicende della cugina di Elisabetta, Maria Stuart , Regina di Scozia. Maria era stata data in sposa a Francesco II, Re di Francia, morto prematuramente solamente dopo 18 mesi di matrimonio, dopo la scomparsa del marito, la vedova dovette fare ritorno in Scozia, sua terra d’origine, dove non era ben accetta per la sua fede cattolica, ma forte dell’appoggio papale ,manifesto il proprio diritto di successione al trono essendo nipote diretta del defunto Enrico VIII, con tali presupposti, Maria Stuart si attribuì il titolo di Regina d’Inghilterra.

Nonostante la corona d’Inghilterra sia passata ad una cattolica, nell’isola veniva predicato il Calvinismo, uno degli esponenti che ebbe molto successo fu Knox, che predicava ,appunto, contro l’attuale regina. Questo e l’insurrezione popolare avvenuta in quegli anni, portarono la Regina ad abdicare in favore del figlio Giacomo VI, impriggionata e poi fuggita dalla prigione, andò a cercare protezione dalla cugina Elisabetta ; Quest’ultima temeva la presenza di Maria perché una parte della popolazione era cattolica, per questo motivo, la Stuart fu privata di ogni libertà e nel 1587 Elisabetta fece uccidere la cugina con l’accusa di alto tradimento.

L’esecuzione di Maria Stuart provocò la reazione della Spagna che armò una crociata per la persecuzione di cattolici inglesi, gli attacchi dei corsari ai galeoni spagnoli, e per gli aiuti mandati ai Paesi Bassi in lotta, l’unica cosa che preoccupava Filippo II era la flotta inglese, le sue paure infatti erano fondate, poiché il 7-8 agosto 1588 nelle acque inglesi l’invincibile armata spagnola venne sconfitta, a causa delle loro pesanti navi e dell’aiuto prestato all’Inghilterra dagli Olandesi. Questo episodio segno la distruzione della flotta spagnola, e il tramonto dell’ambizioso disegno di Filippo di fare della Spagna il centro propulsore dell’Europa. L’Inghilterra usci quindi vincitrice dalla battaglia, e protesa al raggiungimento di una posizione di primo piano sul mare.

Crisi dinastica e religiosa in Francia

Dopo aver subito la sconfitta della battaglia contro Carlo V e i suoi successori ,conclusa con la pace di Cateu Cambresis, la Francia attraversò un periodo di crisi politica e civile. Dopo la morte di Enrico II infatti ci fu una crisi dinastica poiché nella casa regnante c’erano 3 minorenni non idonei al compito e la vedova Caterina De’Medici intelligente, ma avversata dal popolo per le sue origini italiane e per il suo esasperato gusto del lusso. Si presentarono quindi come candidati alla Corona di Francia alcuni rappresentanti di rami secondari della famiglia reale : Francesco di Guisa ( forte dei consensi delle regioni del nord) e Antonio di Borbone ( forte dei consensi delle regioni del sud).

La Francia era in difficolta anche sul piano religioso, la situazione infatti era alquanto delicata poiché il Calvinismo era penetrato negli strati sociali della popolazione francese, soprattutto tra la borghesia e la nobiltà. Nelle regioni francesi i calvinisti erano chiamati “ugonotti” che significa “ alleati per giuramento”. Nel XVI secolo proprio un movimento di questi ultimi diveni un elemento di forte destabilizzazione, poiché si aggiunse ad altre problematiche quali la crisi economica, che si concretizzo nell’aumento dei prezzi, e ciò scatenava tumulti e malcontento nella società . Uno dei 2 candidati al trono di Francia era un ugonotto mentre l’atro un fedele cristiano.

In questa situazione preoccupate la Regina esercitava un ruolo di mediazione, cercando di trovare un punto di equilibrio fra le due forze opposte: era cattolica quindi non voleva favorire i Borbone considerato eretico, ma nemmeno assecondare il volere papale appoggiando i Guisa, quindi non prese mai una posizione netta, per questo venne criticata e accusata di Machiavellismo.

Nel 1562 la Regina emanò gli editti di Saint German che sancivano la libertà del culto calvinista, fuori dalle mura cittadine. Tale progetto non andò in porto, i cattolici risposero infatti dopo solo due mesi con il massacro di Vassy in Normandia ai danni degli Ugonotti, in questa occasione si contarono circa una settantina di morti.

Guerre di religione e Enrico IV

L’episodio del massacro di Vassy, scatenò le guerre di religione che durarono 36 anni dal 1562 al 1598, e per placarle non fu sufficiente nemmeno il 2° editto di Saint German che attribuiva agli Ugonotti la piena libertà di culto. Proprio nel periodo in cui il conflitto stava cessando, con il predominio ugonotto, Caterina de’Medici ordino la trucidazione degli esponenti calvinisti piu importanti, e ciò avvenne nella notte di S.Bartolomeo 23-24 agosto 1572 al palazzo reale. Quest’azione ai danni degli ugonotti non solo turbò l’Inghilterra ma anche tutti gli altri paesi protestanti e questa divenne una lotta internazionale.

La faccenda peggiorò durante il regno del terzogenito di Caterina, Enrico III che non aveva eredi ,quindi anche in questa occasione ritorna il problema di successione e si ripresentano i successori dei due “capi religiosi” : Enrico di Guisa ed Enrico di Borbone si parla infatti della guerra dei 3 Enrichi, nel corso della quale il primo fu ucciso per ordine de re nel 1588, che temeva per il prestigio che questo aveva acquisito, ma solo dopo un anno è lo stesso Re Enrico III accoltellato da un esaltato monaco domenicano. Si dice che sul punto di morte egli abbia designato Enrico di Borbone, quindi sali al trono con il nome di Enrico IV.

La prima cosa che fece nel suo operato fu concedere la tanto desiderata libertà di culto agli ugonotti. Ad un’azione del genere era quasi scontato che i cattolici gli si schierarono contro, in particolare la citta di Parigi che gli chiuse le porte in faccia. Ma nel luglio del 1593 proprio per questo motivo si converti al Cristianesimo , per riportare unita nel regno, superando le differenze religiose. Dopo la conversione, per completare il suo progetto unitario nel maggio del 1598 firmò il trattato di Vernins dove la Spagna riconosceva la sovranità di Enrico IV e confermò la validità di Cateu-Cambresis, ma tre giorni prima di questo, istituì il trattato di Nantes che riconosceva la libertà di culto e l’ugualianza civile e religiosa agli Ugonotti.

Riforme di Enrico IV

Dopo aver raggiunto una discreta unità religiosa, Enrico IV si propose due scopi ben precisi:

- Promuovere lo sviluppo economico in politica interna;

- Procedere verso la ripresa di una posizione egemonica francese sull’Europa in politica estera.

Per far si che questo progetto si realizzi tutti i poteri quali, politico, amministrativo, governativo ed esecutivo dovevano essere riuniti nella sua persona. Quindi svuota ogni nobile del suo potere, attirando cosi verso di se la parte vitale della società ossia la borghesia, e visto che egli favoriva lo sviluppo di quest’ultima, gli concesse gli appalti per la riscossione delle tasse e l’accesso alle cariche amministrative e giurisdizionali : gli incarichi pubblici divennero quindi ereditari, dietro il pagamento di una somma annuale ( percentuale della paga). In tal modo il sovrano non solo riuscì a limitare la potenza nobiliare ma anche a raccogliere somme sostanziose di denaro, senza dover convocare il Parlamento. Si venne a formare cosi una Nobiltà di Toga che comprendeva la borghesia che si contrapponeva alla Nobiltà di Spada discendente dalle grandi casate medievali.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Carlo V e quale fu la sua eredità?
  2. Carlo V, all'età di 16 anni, ereditò l'impero spagnolo, che includeva la penisola iberica, l'Italia meridionale, la Sicilia, la Sardegna e alcuni possedimenti nel Nuovo Mondo. Successivamente, ereditò anche i domini asburgici in Austria, Franca Contea, Artois, Fiandre e Paesi Bassi.

  3. Quali furono i principali conflitti affrontati da Carlo V durante il suo regno?
  4. Carlo V affrontò conflitti con le città spagnole (comunidades) e una lunga guerra con la Francia per il predominio in Europa, culminata nel sacco di Roma e l'assedio di Firenze.

  5. Come si sviluppò il regno di Filippo II dopo Carlo V?
  6. Filippo II ereditò il Portogallo e i suoi domini d'oltremare, perseguì una politica di controriforma e centralizzò il potere, ma affrontò sconfitte militari, tra cui la battaglia di Lepanto contro i Turchi.

  7. Quali furono le cause e le conseguenze della rivolta nei Paesi Bassi sotto Filippo II?
  8. La rivolta nei Paesi Bassi fu causata dall'insensibilità politica di Filippo II e dalla limitazione delle libertà locali. La ribellione portò alla nascita della Repubblica delle Province Unite.

  9. Quali furono le principali sfide affrontate dall'Inghilterra sotto Elisabetta I?
  10. Elisabetta I affrontò sfide religiose e politiche, tra cui la rivalità con la Spagna, la questione di Maria Stuart e la necessità di rafforzare l'economia inglese, portando a una fioritura culturale e all'espansione coloniale.

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