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Concetti Chiave

  • La destra italiana unificò il paese e pareggiò il bilancio, ma fallì nel rappresentare i nuovi interessi industriali, favorendo l'agricoltura e creando un'eccessiva tassazione.
  • Il liberoscambismo espose l'industria italiana alla concorrenza europea, favorendo l'industria tessile del Nord e portando allo sviluppo di città come Genova, Torino e Milano.
  • La Sinistra, rappresentata da Depretis, adottò il protezionismo e promosse l'industrializzazione, ampliando la base sociale e introducendo riforme per operai e contadini.
  • L'ascesa delle classi lavoratrici portò alla formazione del partito socialista, mentre il trasformismo politico consentì a Depretis di mantenere il potere, nonostante la persistenza delle disuguaglianze sociali.
  • La politica coloniale e la Triplice Alleanza allontanarono l'Italia dalla Francia, ma la sconfitta a Dogali segnò la fine delle ambizioni coloniali italiane e la caduta della Sinistra.

Indice

  1. I limiti della politica economica della destra
  2. Crisi e sviluppo industriale
  3. La rivoluzione parlamentare e la sinistra
  4. Protezionismo e crisi del capitalismo
  5. Riforme sociali e allargamento del voto
  6. Partecipazione politica e lotte sociali
  7. Trasformismo e politica di Depretis
  8. Relazioni internazionali e colonialismo
  9. Disfatta di Dogali e crisi della sinistra

I limiti della politica economica della destra

I limiti della politica economica della Destra

La destra aveva:

* pareggiato il bilancio economico

* unificato l’Italia

* collocato l’Italia in un ruolo non secondario nell’Europa

* creato una tassazione eccessiva che opprimeva il popolo

*non aveva rappresentato gli interessi del nuovo ceto industriale

Il liberoscambismo era l’asse portante della politica della Destra in campo economico. Si era creato un modello di sviluppo agro - manifatturiero: l’agricoltura era più importante dell’industria. Questo si affermò grazie al fatto che la classe dirigente era formata da proprietari fondiari, interessati più all’agricoltura che alla politica.

Crisi e sviluppo industriale

Crisi delle manifatture centro-meridionale e sviluppo di nuovi centri industriali. La scelta economica liberista della destra però aveva sottoposto l’industria italiana alla concorrenza con quella europea. Alcuni campi ne furono avvantaggiati, perché videro crescere di molto la domanda, mentre altri no (come le manifatture centro-meridionali), che vennero molto selezionate: alcune vennero espulse dal mercato, altre ricevettero investimenti sempre più scarsi. L’industria tessile padana ne fu molto rafforzata. Genova, Torino e Milano divennero moderne città industriali.

Lo sviluppo delle ferrovie consentì alle fabbriche meccaniche di inserirsi nel mercato dei prodotti ferroviari, e quindi nacque una nuova aristocrazia finanziaria che investì nelle compagnie ferroviarie. Grazie a questo si formarono i primi istituti bancari moderni. Però solo nell’Italia settentrionale, a causa della concorrenza internazionale, si formò un piccolo sistema industriale, nel quale si formava un nuovo ceto, gli imprenditori. Essi chiesero allo stato una politica industriale che li tutelasse di più. Volevano una nuova politica economica, che fosse meno orientata, come quella della Destra, al pareggio del bilancio e più allo sviluppo industriale.

La rivoluzione parlamentare e la sinistra

La maggioranza della Destra storica si era molto ridimensionata, e la sua caduta avvenne sulla questione delle ferrovie. Voleva riscattarle per farle dipendere direttamente dallo stato, ma la Sinistra, che rappresentava gli interessi di quelle persone che avevano investito sulle compagnie ferroviarie, si oppose. La Sinistra così riuscì a conquistare la maggioranza parlamentare, e Agostino Depretis ottenne la presidenza del consiglio. Era avvenuta una rivoluzione parlamentare.

La Sinistra era composta principalmente da 3 classi:

* i liberali moderati piemontesi, rappresentati da Depretis

* i mazziniani moderati come Zanardelli, a cui si aggiungevano i pochi estremisti

* la sinistra meridionale, che esprimeva gli interessi della borghesia terriera del sud

Però la differenza tra loro e gli esponenti della Destra non era molta, le due posizioni erano molto poco distanti. Gli elettori, tutti di ceto elevato, eleggevano gli uomini del proprio gruppo sociale. La destra rappresentava gli interessi di:

* commercianti

* proprietari fondiari

* imprenditori agricoli

Il liberoscambismo favoriva sia gli imprenditori sia i produttori agricoli del sud perché favoriva le esportazioni.

Il protezionismo e il programma della Sinistra

Protezionismo e crisi del capitalismo

Ci fu una grande crisi del capitalismo mondiale e il liberismo fu lasciato per il protezionismo, in campo economico. La causa era una grande squilibrio tra produzione e consumo, infatti il mercato era troppo ristretto per accogliere la sovrapproduzione, e ci fu un crollo dei prezzi che causò il fallimento di molte imprese. Perciò bisognò adottare il protezionismo, per proteggere il mercato interno dalla concorrenza. Il governo Depretis lo adottò con grande tempestività. Inoltre cominciò a dare grandi sovvenzioni per promuovere l’industrializzazione. La crisi, in Italia, toccò principalmente l’agricoltura, che era la cosa predominante. Sia i proprietari fondiari che gli imprenditori agricoli dovettero ricredersi sul protezionismo. La Sinistra considerò molto questi interessi, e creò una nuova politica doganale, e aumentò la propria importanza nello sviluppo economico. Perciò, i problemi che prima erano degli imprenditori, come difendere il mercato interno o disciplinare la produzione, divennero problemi statali.

La politica riformatrice della Sinistra e l’allargamento delle basi sociali dello stato

Riforme sociali e allargamento del voto

Depretis voleva allargare il proprio consenso tra le masse degli operai e degli artigiani delle città e tra le elite contadine. Lo fece:

* abolendo la tassa sul macinato

* facendo diventare obbligatoria la scuola primaria

* facendo una legislazione sociale

- limitazione della forza-lavoro infantile e femminile

- prime norme antinfortunistiche

- legge per abbassare la soglia di censo e di età richieste per votare (la base elettorale del parlamento di quadruplicò, la piccola borghesia e gli strati sociali popolari poterono partecipare al voto)

Partecipazione politica e lotte sociali

Ora un candidato per essere eletto doveva avere un consenso molto più grande, e quindi si formò un sistema di partiti con la presentazione di candidati diversi nei diversi collegi elettorali. Nelle campagne, grazie al clientelismo, alcuni notabili locali furono eletti senza problemi.

I contadini e gli operai partecipavano più direttamente alla vita sociale dell’Italia. Ci fu un grande movimento di lotta nelle campagne padane: i contadini erano stati impoveriti dalla crisi, e volevano salari più elevati e il lavoro meno precario. Questa serie di scioperi fu possibile grazie alle organizzazioni sindacali. C’era una nuova coscienza civile tra i lavoratori, che vedeva nelle istituzioni pubbliche sia gli strumenti di oppressione sia il mezzo per l’azione politica dei lavoratori. C’era un processo uguale per quanto riguarda gli operai delle fabbriche: era stato fondato il partito operaio italiano, e c’erano vari circoli socialisti. Tutto questo portò alla formazione di un partito politico, il partito socialista. L’emergere delle classi lavoratrici si notava pure nelle varie inchieste sociali promosse dal governo: sulle condizioni dei contadini meridionali, sulla consistenza del patrimonio industriale, la prima inchiesta sanitaria.

Trasformismo e politica di Depretis

Depretis e la pratica del trasformismo

L’avvicinamento alle problematiche sociali incise molto poco sulla politica. Il blocco sociale dominante era molto saldo, e le riforme sociali non avevano risolto il problema della disuguaglianza tra ricchi e poveri, impoveriti ancora di più dalla crisi economica. Depretis era il leader della sinistra, e il numero dei deputati a lui favorevoli aumentò perché molti deputati della Destra andarono a Sinistra. Questo fu chiamato “trasformismo”, e determinò un cambiamento nella politica di Depretis, perché ora il suo sostegno si basava soprattutto sui conservatori. In questo “trasformismo” di molti deputati era coinvolta anche la corruzione.

Relazioni internazionali e colonialismo

I legami tra Francia e Italia si erano allentati perché:

- la Francia aveva paura della formazione di un nuovo stato nel mediterraneo

- l’economia italiana si stava liberando dalla dipendenza dai capitali francesi

Anche il colonialismo cambiava le relazioni internazionali: l’avventura coloniale si era conclusa con la spartizione dell’Africa e dell’Asia. Chi rimaneva fuori dal colonialismo molto difficilmente poteva essere considerata una grande potenza, perciò l’Itala voleva avere un proprio dominio coloniale. Questo allontanò ancora di più l’Italia dalla Francia, mentre la avvicinò alla Germania, che fino a quel momento non era riuscita ad avere un proprio impero coloniale, ma voleva rimediare.

La disfatta di Dogali e la crisi della Sinistra

Disfatta di Dogali e crisi della sinistra

I rapporti con la Francia divennero ancora più tesi quando la Francia occupò la Tunisia, territorio che interessava all’Italia. Il governo di Sinistra cercò di rompere l’isolamento diplomatico dell’Italia facendo un trattato con la Germania e l’Austria, chiamato Triplice alleanza, che lasciava margine per l’iniziativa coloniale italiana. Ci fu una guerra tra l’Italia e l’Abissinia, e l’Italia perse a Dogali. Questa grave sconfitta causò:

- la fine del tentativo italiano di espansione coloniale

- la caduta di Depretis e della Sinistra

Il re affidò l’incaricò di formare un nuovo governo a Crispi.

Domande da interrogazione

  1. Quali erano i principali limiti della politica economica della Destra in Italia?
  2. La Destra aveva creato una tassazione eccessiva che opprimeva il popolo e non rappresentava gli interessi del nuovo ceto industriale. Inoltre, il liberoscambismo espose l'industria italiana alla concorrenza europea, avvantaggiando solo alcuni settori.

  3. Come si è sviluppato il nuovo ceto industriale in Italia?
  4. Lo sviluppo delle ferrovie ha permesso alle fabbriche meccaniche di inserirsi nel mercato, creando una nuova aristocrazia finanziaria e i primi istituti bancari moderni, principalmente nel nord Italia, dove si formò un piccolo sistema industriale.

  5. Quali furono le principali riforme attuate dalla Sinistra sotto la guida di Depretis?
  6. Depretis abolì la tassa sul macinato, rese obbligatoria la scuola primaria, introdusse una legislazione sociale per limitare la forza-lavoro infantile e femminile, e abbassò la soglia di censo e di età per il voto, ampliando la base elettorale.

  7. In che modo la Sinistra ha affrontato la crisi economica e il protezionismo?
  8. La Sinistra adottò il protezionismo per proteggere il mercato interno dalla concorrenza e iniziò a dare sovvenzioni per promuovere l'industrializzazione, rispondendo alla crisi che colpì principalmente l'agricoltura.

  9. Quali furono le conseguenze della disfatta di Dogali per l'Italia?
  10. La disfatta di Dogali segnò la fine del tentativo italiano di espansione coloniale, causò la caduta di Depretis e della Sinistra, e portò il re a incaricare Crispi di formare un nuovo governo.

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