RitaeAlessio
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Concetti Chiave

  • Dal 1861 al 1876, la Destra storica governò l'Italia, rappresentando una posizione centrale nel dibattito politico, con esponenti dell'aristocrazia terriera.
  • Il Parlamento dell'epoca era dominato da partiti di notabili, con solo il 2% della popolazione avente diritto di voto, basato su censo e istruzione.
  • La Destra storica optò per un modello di Stato accentrato, ispirato alla Francia napoleonica, suscitando accuse di piemontesismo.
  • La rivolta sociale nel Mezzogiorno, alimentata da nuove tasse e servizio militare, fu repressa dalla Destra, ignorando le cause sociali sottostanti.
  • Per affrontare il deficit, la Destra storica promosse il libero scambio e il pareggio del bilancio, introducendo imposte pesanti come la tassa sul macinato.

Indice

  1. Il contesto politico dell'Italia post-unitaria
  2. Le scelte politiche della Destra storica
  3. Conseguenze sociali e reazioni popolari
  4. Politiche economiche e fiscali della Destra

Il contesto politico dell'Italia post-unitaria

Dal 1861 al 1876 l'Italia fu governata dalla Destra storica, così chiamata perché, come la Sinistra di quel periodo, ebbe un ruolo storico nella formazione dell' Italia. Di fatto la Destra storica occupò una posizione centrale nel sibattito politico.

Questi erano gli schieramenti parlamentari dell' epoca:

- al centro vi erano i moderati eredi di Cavour (la Destra storica), esponenti dell' aristocrazia terrera;

- la destra in senso stretto era costituita dai clericali e dai reazionari;

- la sinistra era formata dalla Sinistra storica (mazziniani e garibaldini) espressione per lo più della borghesia cittadina.

Destra e Sinistra storiche avevano una concezione liberale dello Stato, ma la Sinistra era di impostazione più democratica: si trattava della destra e della sinistra liberale.

In Parlamento era rappresentata una piccola parte del paese: solo il 2% della popolazione aveva diritto di voto, in base al censo e all' istruzione; non c'erano dei veri partiti dotati di una struttura organizzata ma partiti di notabili, schieramenti politici che raggruppavano gli eletti in Parlamento.

Il successore di Cavour alla presidenza del Consiglio fu Bettino Ricasoli.

Le scelte politiche della Destra storica

La Destra storica dovette decidere l'assetto del nuovo Stato; le soluzioni possibili erano due:

- lo Stato accentrato (sul modello della Francia napoleonica) che prevedeva un forte controllo del governo centrale sugli enti locali;

- lo Stato decentrato (sul modello della Gran Bretagna) che lasciava ampie libertà amministrative e giudiziarie agli enti locali.

Fu scelto il modello di Stato accentrato. Il centralismo e l'estensione del modello piemontese al resto della penisola indicavano come l'Italia fosse considerata un'estensione del Regno di Sardegna. La Destra storica fu perciò accusata di piemontesismo.

Conseguenze sociali e reazioni popolari

Anche la rivolta sociale esplosa nel Mezzogiorno dopo l'unificazione aveva spinto il governo verso l'accentramento. Le masse popolari avevano sperato in un cambiamento non solo politico, ma anche sociale, ed erano state deluse.

Con l'imposixione di nuove tasse e del servizio militare si scatenò la rivolta. Molte bande di > iniziarono una guerriglia contro lo Stato, percepito come nemico.

La Destra reagì con la repressione, senza considerare i problemi sociali alla base delle rivolte. Questo atteggiamento alimentò il diffondersi di fenomeni di malavita organizzata (come la camorra e la magia, già esistenti) che ancora oggi devastano il paese.

Politiche economiche e fiscali della Destra

L?italia era uno Stato arretrato e il bilancio era in deficit. Per risolvere questi problemi la Destra storica:

- avviò una politica liberista favorendo il libero scambio sia all' interno del paese sia verso l'esterno;

- ricercò il pareggio del bilancio (soprattutto dietro l'impulso del ministro delle Finanze Quintino Sella) per dare credibilità all' Italia nell' ambito della comunità finanziaria internazione e attirare capitali stranieri, i quali avrebbero accelerato lo sviluppo economico. A questo scopo vennero venduti terreni ecclesiastici e del demanio pubblico.

Ma soprattutto vennero introdotte pesanti imposte, in particolare indirette come la tassa sul macinato (1868).

Domande da interrogazione

  1. Qual era la posizione della Destra storica nel dibattito politico italiano tra il 1861 e il 1876?
  2. La Destra storica occupava una posizione centrale nel dibattito politico, rappresentando i moderati eredi di Cavour e l'aristocrazia terriera.

  3. Quale modello di Stato fu scelto dalla Destra storica e perché?
  4. Fu scelto il modello di Stato accentrato, ispirato alla Francia napoleonica, per esercitare un forte controllo centrale sugli enti locali e affrontare la rivolta sociale nel Mezzogiorno.

  5. Come reagì la Destra storica al fenomeno del brigantaggio nel Mezzogiorno?
  6. La Destra storica reagì con la repressione, senza affrontare i problemi sociali alla base delle rivolte, contribuendo alla diffusione della malavita organizzata.

  7. Quali misure economiche adottò la Destra storica per risolvere il deficit di bilancio?
  8. La Destra storica promosse il libero scambio e cercò il pareggio del bilancio, introducendo pesanti imposte indirette come la tassa sul macinato e vendendo terreni ecclesiastici e del demanio pubblico.

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