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Concetti Chiave

  • La divisione dell'Italia in numerose entità politiche impediva una resistenza efficace contro i grandi Stati nazionali, evidenziando la debolezza dell'area italiana.
  • L'Italia del Quattrocento era divisa in una civiltà urbana al nord, con una borghesia forte, e una civiltà feudale al sud, dominata dai grandi feudatari.
  • Le Signorie italiane maggiori, come Venezia, Milano, Firenze, lo Stato pontificio e il Regno di Napoli, si espansero significativamente tra il XIV e il XV secolo.
  • Il Ducato di Savoia, inizialmente legato alla Francia, iniziò ad orientare i propri interessi verso l'Italia sotto il duca Amedeo VIII nel 1416.
  • La dinastia degli Sforza portò a un nuovo sviluppo economico per Milano, mentre a Firenze la famiglia Medici divenne centrale nel potere politico e culturale, soprattutto sotto Lorenzo il Magnifico.

Indice

  1. Divisione politica dell'Italia
  2. Contrasti tra civiltà urbana e feudale
  3. Espansione delle Signorie italiane
  4. Ascesa del Ducato di Savoia
  5. Dinastia Visconti e Sforza a Milano
  6. Espansione della Repubblica veneziana
  7. Dominio dei Medici a Firenze
  8. Stato pontificio e crisi della Chiesa
  9. Crisi e successione nel Regno di Napoli

Divisione politica dell'Italia

L’aspetto più visibile della debolezza dell’area italiana era la divisione del territorio in molte minuscole entità politiche che non erano in grado di contrastare i grandi Stati nazionali.

Inoltre, l’Italia quattrocentesca era formata da due realtà profondamente diverse:

  • Contrasti tra civiltà urbana e feudale

    una civiltà urbana nell’area centro-settentrionale (articolata in Principati, la borghesia è forte e svolge ruoli importanti, economia sviluppata, agricoltura ammodernata);

  • una civiltà feudale nell’area centro-meridionale (dominata dallo Stato della Chiesa e dal Regno di Napoli, la borghesia è debole e la società è dominata dai grandi feudatari, è emarginata dal commercio, latifondi).

  • Espansione delle Signorie italiane

    Tra il XIV e il XV secolo la costante guerra fra i vari Stati italiani portò le Signorie maggiori a estendersi. Raggiunsero le dimensioni di Stati regionali. I cinque più importanti erano:

  • la Repubblica veneta,

  • il Ducato di Milano,

  • Firenze,

  • lo Stato pontificio

  • il Regno di Napoli.

  • Ascesa del Ducato di Savoia

    Il Ducato di Savoia, che acquisirà maggiore estensione e importanza, era ancora fortemente legato al mondo francese.

    I conti di Savoia fondarono uno Stato regionale nei territori dell'Italia settentrionale-occidentale. Questi territori si trovavano su entrambi i lati delle Alpi. Erano in Francia e in gran parte del Piemonte e della Valle d'Aosta. Nel 1416 l'imperatore conferì a Amedeo VIII il titolo di duca.

    Nel 1416 Amedeo VIII ottenne dall’imperatore il titolo di duca. Fino a quell’epoca i Savoia avevano rivolto i loro interessi prevalentemente all’area francese: la capitale era Chambéry. Amedeo VIII a iniziò una politica che guardava all’Italia.

    Dinastia Visconti e Sforza a Milano

    Nel corso del XII secolo, al governo della città si alternarono membri delle famiglie Della Torre e Visconti. Prevalsero poi i Visconti, che imposero la propria dinastia. Ottennero la Signoria di Milano dal 1277 al 1447.

    Fu Gian Galeazzo Visconti l’artefice del massimo sviluppo territoriale e ciò gli valse la concessione da parte dell’imperatore del titolo ereditario di duca. L’espansionismo proseguì con il suo successore, Filippo Maria Visconti, ma dalla Repubblica di Venezia. Per il Ducato di Milano iniziò un periodo di crisi. Perse buona parte dei territori e, alla morte di Filippo Maria, il patriziato locale proclamò la Repubblica ambrosiana.

    La città non fu però in grado di difendere lo Stato e chiese quindi a Francesco Sforza, famoso condottiero che aveva sposato Bianca Maria Visconti (la figlia del defunto duca), di assumere la Signoria (1450).

    Per Milano si aprì una nuova fase: conobbe un notevole sviluppo economico. La dinastia degli Sforza resse Milano fino alla fine del Quattrocento.

    Espansione della Repubblica veneziana

    Nel Quattrocento la Repubblica veneziana indirizzò l’espansione verso la terraferma, in quanto l’Impero ottomano impediva alle navi di raggiungere l’Oriente e per l’espansione del Ducato di Milano (il retroterra veneto serviva come un’area a protezione della città).

    La conquista del fertile entroterra padano spinse molti veneziani a investire in attività agricole. La potenza economica continuava a essere fondata sul mare, mantenendo il ruolo di collegamento tra Oriente e Occidente.

    Dominio dei Medici a Firenze

    Dopo la rivolta dei Ciompi il potere si concentrò nelle mani di pochissime famiglie proprietarie terriere, tra cui gli Albizzi e i Medici. I Medici giunsero a Firenze nel XII secolo attività mercantile e finanziaria. Nel 1435 Cosimo de’ Medici venne eletto gonfaloniere della città: la massima autorità della repubblica.

    Lo Stato, infatti formalmente una repubblica: durante il suo governo Cosimo non volle farsi chiamare “signore” o abolire le vecchie istituzioni comunali. Con intelligenza si limitò a inserire uomini di sua fiducia nei posti chiave delle istituzioni. Sotto Cosimo Firenze divenne un modello per tutta l’Europa.

    Alla morte di Cosimo, nel 1464, il potere passò prima al figlio Piero e poi al nipote Lorenzo dando continuità dinastica alla Signoria di Firenze. Per la sua straordinaria personalità, Lorenzo venne detto “il Magnifico”. Grazie a lui Firenze ebbe un ruolo importante nella ricerca dell’equilibrio fra gli Stati italiani.

    Stato pontificio e crisi della Chiesa

    Lo Stato pontificio controllava nel Quattrocento una vasta area dell’Italia centrale. In effetti però, su buona parte del territorio, l’autorità papale aveva un carattere formale, essendo ancora piuttosto forte l’autonomia dei signori locali. I papi, ritornati da Avignone a Roma nel 1377, si comportarono come veri “prìncipi”, con le loro corti sfarzose, arricchendo la città. Le risorse che vi confluivano da ogni parte del mondo attirarono l’interesse di grandi finanzieri, che fecero di Roma l’ambita meta di intellettuali e artisti, protetti dai papi. Ci fu una delle crisi più profonde della Chiesa, assorbita dai propri interessi terreni.

    Crisi e successione nel Regno di Napoli

    Il regno di Napoli di Roberto d’Angiò era lo Stato più vasto della Penisola, ma era arretrato economicamente, senza una forza militare autonoma. Il Mezzogiorno restava prigioniero di un sistema feudale, privo di uno sviluppo produttivo e di una crescita della società. Rimasero legati a un’agricoltura fondata sul latifondo, in mano ai baroni, che contrastavano la formazione di un potere centrale forte.

    Alla morte di Roberto d’Angiò si aprì una crisi per la successione che durò fino al 1442, coinvolgendo tutti i maggiori Stati italiani. Alla fine ci fu il passaggio della corona di Napoli ad Alfonso V d’Aragona che già controllava la Sicilia e la Sardegna. L’unità del vecchio Regno normanno non fu sufficiente a contenere il potere dei baroni.

    Domande da interrogazione

    1. Quali erano le principali entità politiche in Italia durante il Quattrocento?
    2. Le principali entità politiche erano la Repubblica veneta, il Ducato di Milano, Firenze, lo Stato pontificio e il Regno di Napoli.

    3. Come si è formata la monarchia spagnola in relazione all'Italia?
    4. La debolezza dell'Italia, divisa in molte entità politiche, ha facilitato l'espansione di grandi Stati nazionali come la Spagna.

    5. Qual è stato il ruolo dei Medici a Firenze?
    6. I Medici, a partire da Cosimo de’ Medici, hanno consolidato il potere a Firenze, trasformandola in un modello per l'Europa e mantenendo un equilibrio tra gli Stati italiani.

    7. Quali erano le caratteristiche dello Stato della Chiesa nel Quattrocento?
    8. Lo Stato della Chiesa controllava una vasta area dell’Italia centrale, ma l'autorità papale era spesso formale, con forte autonomia dei signori locali. I papi si comportavano come prìncipi, arricchendo Roma e attirando intellettuali e artisti.

    9. Quali problemi affrontava il Mezzogiorno d’Italia?
    10. Il Mezzogiorno d’Italia era economicamente arretrato, prigioniero di un sistema feudale, con un'agricoltura basata sul latifondo e senza una forza militare autonoma.

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