Concetti Chiave
- Luigi XV ereditò un trono con gravi problemi politici e finanziari a causa della politica assolutistica del suo predecessore, Luigi XIV.
- Filippo d'Orléans tentò di risolvere i problemi della monarchia con concessioni ai nobili e al parlamento, ma alla fine ripristinò il regime assolutistico.
- John Law, incaricato da Filippo d'Orléans, creò una banca che emetteva banconote e la Compagnia delle Indie, ma il progetto fallì portando alla bancarotta della Francia.
- Il regno di Luigi XV conobbe un periodo di stabilità grazie al cardinale Fleury, ma fu segnato da persecuzioni religiose contro ugonotti e giansenisti.
- Luigi XVI cercò di attuare riforme economiche con Turgot, ma incontrò l'opposizione dei ceti privilegiati, rendendo irreversibile la crisi monarchica.
Indice
La successione di Luigi 15esimo
Dopo la morte di Luigi 14esimo il trono passò a Luigi 15esimo la sua politica dovette affrontare due problemi: la prima riguardava il rapporto tra monarchia e paese infatti la politica assolutistica di luigi 14esimo aveva allontanato la nobiltà dal paese così come per il parlamento, l’altro grande problema era di natura finanziaria.
Le riforme di Filippo d’Orléans
Filippo d’Orléans tentò di domare questi 2 problemi con una serie di concessioni al parlamento e ai nobili.
Dopo alcuni anni ripristinò il regime assolutistico del re sole.
Filippo si affidò a John Law per eliminare il debito pubblico.
Egli voleva promuovere la crescita dell’economia mediante la creazione di banconote, creò una banca specializzata nella emissione di banconote.
Inoltre creò una nuova compagnia chiamata “compagnia delle indie”.
La crisi economica e la banca rotta
La nuova banca creò una grande quantità di banconote che all’inizio sembravano rispondere alla grande richiesta del mercato.
Contemporaneamente il valore in borsa della compagnia delle indie salì in modo esponenziale, molto al di sopra del suo vero valore.
Quando i mercanti si accorsero che i guadagni non erano quelli ipotizzati si verificò la vendita di massa delle azioni provocando una grave crisi di stato.
La monarchia fu costretta a ritirare tutte le banconote dalla circolazione e la Francia cadde così in banca rotta.
Il regno di Luigi 15esimo e Fleury
Alla morte di Filippo d’Orléans salì al trono Luigi 15esimo il re decise di avvalersi dell’aiuto del cardinale Fleury che divenne il primo ministro.
Il regno visse un periodo di relativa stabilità e il ministro seppe anche raddrizzare le finanze e la Franca conobbe alla fine una fase espansiva.
Morto Fleury luigi si trovò a scontrarsi con problemi di natura religiosa e decise di colpire duramente le minoranze ugonotte e gianseniste con delle campagne di persecuzione.
Le riforme di Turgot e la crisi
Dopo Luigi 15esimo salì al trono luigi16esimo il quale nominò controllore delle finanze Turgot. Questo si ispirò al programma fisiocratico ristabilì la libertà di commercio dei grandi sciolse le corporazioni di mestiere e sostituì alle corvee una tassa in moneta i cui ricavati veniva utilizzati per la costruzione e manutenzione delle strade. I propositi di riforma furono ostacolati dai ceti privilegiati.
La crisi monarchica francese era ormai irreversibile.
Domande da interrogazione
- Quali furono i principali problemi affrontati da Luigi XV dopo la morte di Filippo d’Orléans?
- In che modo Filippo d’Orléans cercò di risolvere i problemi finanziari della Francia?
- Quali furono le riforme proposte da Turgot durante il regno di Luigi XVI?
Luigi XV affrontò problemi di stabilità finanziaria e religiosi, cercando di stabilizzare le finanze con l'aiuto del cardinale Fleury e affrontando le minoranze ugonotte e gianseniste con campagne di persecuzione.
Filippo d’Orléans si affidò a John Law, che creò una banca per emettere banconote e la "compagnia delle indie", ma l'eccessiva emissione di banconote e la sopravvalutazione delle azioni portarono a una crisi economica.
Turgot propose riforme ispirate al programma fisiocratico, come la libertà di commercio, lo scioglimento delle corporazioni di mestiere e la sostituzione delle corvée con una tassa in moneta per finanziare le infrastrutture, ma incontrò resistenza dai ceti privilegiati.