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Concetti Chiave

  • Paolo III era consapevole del rischio di perdere autorità favorendo un concilio ecumenico, ma ne sostenne la necessità fin dal suo primo Concistoro.
  • Le dispute sul luogo del concilio portarono a diverse proroghe e cambiamenti di sede, con Trento scelto come compromesso nel 1542.
  • Il concilio di Trento si aprì il 15 dicembre 1545, senza la partecipazione dei protestanti, e condannò rapidamente le loro tesi.
  • Nonostante il sostegno militare del papa a Carlo V contro la lega protestante, si sviluppò un dissidio tra impero e papato.
  • Le tensioni culminarono nel 1547 con il trasferimento del concilio a Bologna, non approvato ufficialmente da Paolo III, ma necessario per evitare uno scisma.

Indice

  1. La sfida del concilio ecumenico
  2. Preparativi e ostacoli per il concilio
  3. Le difficoltà di convocazione
  4. Il concilio di Trento e le tensioni
  5. Conflitti e trasferimenti del concilio

La sfida del concilio ecumenico

Paolo III sapeva, come i suoi predecessori, che dalle deliberazioni conciliari sarebbe potuta derivare una diminuzione della propria autorità per il riemergere dell'antico principio della superiorità del concilio sul papa, che era sostenuto non solo dai luterani ma anche da una parte del clero cattolico.

Preparativi e ostacoli per il concilio

Tuttavia fin dal suo primo Concistoro Paolo III sostenne fermamente la necessità del concilio ecumenico. Dopo aver acquisito, tramite i suoi fidati nunzi inviati presso le più importanti corti europee, informazioni più accurate sulle opinioni dei principi nei riguardi del concilio e del suo luogo di convocazione e sull'atteggiamento dei vari popoli verso il cattolicesimo e confortato dal pieno accordo raggiunto con l'imperatore Carlo v durante la sua visita a Roma, nel 1536 Paolo in indisse il concilio ecumenico per il 27 maggio 1537 a Mantova. I protestanti reagirono con parole e atti offensivi per la Chiesa romana e Francesco t in guerra con l'imperatore respinse la sede prescelta perché si trovava in un territorio dell'impero.

Le difficoltà di convocazione

A Roma procedette attivamente la preparazione del concilio ma, per le esorbitanti richieste del duca di Mantova circa la guarnigione necessaria a suo parere per garantire la sicurezza dei padri conciliari nella sua città, la data del concilio fu differita prima a novembre e poi al maggio successivo e, d'accordo con il Senato veneto, fu designata come sede Vicenza. Nel 1538 alla data fissata a Vicenza non venne quasi nessuno e il papa, di ritorno da Nizza dove si era recato per il convegno di pace tra Carlo v e Francesco i, durante una sosta a Genova emanò una bolla per fissare una terza proroga. Ma, per le ostilità in corso tra la Spagna e la Francia, per le arroganti pretese dei protestanti e la tolleranza verso di essi dello stesso imperatore che aveva avuto il loro aiuto in operazioni militari, per alcuni anni successivi non fu possibile riunire il concilio.

Il concilio di Trento e le tensioni

Le controversie per la sede del concilio, che il papa avrebbe voluto in Italia per controllarne l'andamento e altri principi fuori d'Italia per sottrarlo all'influenza di Roma, ebbero fine con un compromesso decidendo nel 1542 per la città di Trento. Soltanto dopo l'accordo di Crepy tra la Spagna e la Francia e il conseguente attrito tra Carlo v e i luterani, Paolo m poté convocare il concilio che si aprì solennemente il 15 dicembre 1545 nel vasto coro del duomo di Trento sopra la cripta di San Vigilio senza la partecipazione dei protestanti.

Conflitti e trasferimenti del concilio

Nonostante le circostanze spesso difficili furono tenute otto sessioni nel corso delle quali si procedette rapidamente alla radicale condanna delle tesi dei protestanti. Mentre erano in corso i dibattiti conciliari, con un forte aiuto militare e finanziario del papa Carlo v mosse guerra alla lega protestante di Smalcalda e la sbaragliò il 15 settembre del 1547 nella battaglia di Mdhlberg sull'Elba. Tuttavia l'alleanza tra l'impero e il papato non impedì che di nuovo nascesse un aspro dissidio religioso e politico tra Carlo v e Paolo in, che non era soddisfatto dell'andamento del concilio, e il dissidio si inasprì fino a rasentare la crisi quando nel marzo del 1547 i legati pontifici per un'impulsiva decisione del cardinale Ciocchi del Monte, trasferirono l'assemblea a Bologna lasciando a Trento i legati imperiali. Paolo III, pur non avendo approvato il trasferimento dell'assemblea, non sconfessò la decisione dei suoi legati e il concilio proseguì a Bologna per oltre un anno finché il papa lo sospese per evitare un possibile scisma, minacciato da Carlo v, che pretendeva in forza di un suo interim di assumere il governo della Chiesa nei suoi Stati, e per eventi politici in Italia che gravemente colpivano anche gli interessi della famiglia papale.

Domande da interrogazione

  1. Qual era la preoccupazione principale di Paolo III riguardo al concilio ecumenico?
  2. Paolo III temeva che il concilio potesse ridurre la sua autorità a causa del principio della superiorità del concilio sul papa, sostenuto da luterani e parte del clero cattolico.

  3. Quali furono le difficoltà incontrate nella convocazione del concilio ecumenico?
  4. Le difficoltà includevano le richieste esorbitanti del duca di Mantova, le ostilità tra Spagna e Francia, le pretese dei protestanti e la tolleranza dell'imperatore verso di essi.

  5. Come si risolse la controversia sulla sede del concilio?
  6. La controversia si risolse con un compromesso, decidendo nel 1542 di tenere il concilio a Trento.

  7. Quali furono le conseguenze della guerra tra Carlo V e la lega protestante di Smalcalda?
  8. Carlo V, con l'aiuto del papa, sconfisse la lega protestante nella battaglia di Mdhlberg, ma ciò non impedì un dissidio tra l'impero e il papato.

  9. Perché il concilio fu trasferito a Bologna e successivamente sospeso?
  10. Fu trasferito per decisione del cardinale Ciocchi del Monte e sospeso da Paolo III per evitare un possibile scisma minacciato da Carlo V e per eventi politici in Italia.

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