Concetti Chiave
- Carlo V abdicò nel 1556, dividendo i suoi domini tra il figlio Filippo II e il fratello Ferdinando I, cambiando così la situazione geopolitica internazionale.
- L'abdicazione segnò il fallimento dell'ideale di unità imperiale di Carlo V, che aveva cercato di mantenere un impero unito politicamente e religiosamente.
- La divisione dei domini di Carlo V alleviò le tensioni tra le potenze europee, aprendo la strada alla Pace di Cateau-Cambrésis del 1559.
- Carlo V accettò che la pace europea richiedeva una pluralità di Stati indipendenti, un'importante trasformazione culturale e politica.
- Parallelamente alla frammentazione internazionale, all'interno degli Stati si affermò un movimento verso l'unificazione del potere sotto l'autorità del sovrano.
Indice
La divisione dei domini di Carlo V
La Pace di Cateau-Cambrésis (1559) può essere raggiunta soltanto cambiando la situazione politica internazionale: nel 1556 Carlo V abdica, rinuncia al trono. Siccome egli si rende conto che la situazione è divenuta insostenibile, in quanto l’assetto non soddisferà mai la Francia, ma in considerazione anche degli sviluppi della Riforma protestante in Germania, decide di lasciare il torno e di cambiare la situazione politica internazionale. Nel momento in cui abdica, Carlo V divide i suoi domini lasciando l’eredità che gli veniva dal ramo spagnolo al figlio Filippo II e quella che gli veniva dal ramo asburgico al fratello Ferdinando I, zio di Filippo II. Avendo intuito che questa situazione geopolitica avrebbe portato sempre ad uno stato conflittuale, l’unico modo che trova per risolverla è cambiarla, spezzando i suoi domini. Filippo II eredita il Regno di Napoli, i domini spagnoli, le colonie, il Ducato di Milano e l’eredità borgognona (Paesi Bassi e Franca Contea); Ferdinando I eredita la corona degli Asburgo nell’Europa centrale (Regno di Ungheria, Ducato d’Austria, di Stiria, di Boemia e la candidatura a imperatore→infatti, poi viene eletto imperatore al posto di Carlo V). Sebbene la famiglia Asburgo si divida in due rami, è chiaro che resta un’alleanza di fondo, però non c’è più quell’unione di corone che tanto preoccupava la Francia. Solo dopo aver fatto questa divisione, un anno dopo la morte di Carlo V (1558) viene firmata la Pace di Cateau-Cambrésis.
Il fallimento dell'unità imperiale
L’abdicazione di Carlo V è un momento storico interessante, perché sancisce il riconoscimento del fallimento dell’unità imperiale. L’anno prima di abdicare, egli aveva già firmato la pace religiosa in Germania tra protestanti e cattolici; tuttavia, il suo regno si conclude con il sostanziale fallimento della sua politica. Quando era salito al trono, Carlo V, proveniente dalla raffinata società delle Fiandre e da un’educazione di stampo umanistico, era considerabile ancora un uomo del Medioevo, in quanto aveva ancora in mente gli ideali dell’Impero come unità politica della cristianità, che si appoggia su un’unità religiosa; aveva poggiato il suo regno sull’idea che al mondo dovessero esistere due autorità, una religiosa ed una temporale. Tutta la sua politica estera è stata improntata all’ideale di combattere per l’unità politica dell’Europa, di difendere l’Europa cristiana dagli assalti dei Turchi e di mantenere l’unità religiosa in Germania.
Mutamenti culturali e politici
Nel 1556 Carlo V prende atto del fatto che questa sua idea di Impero è irrealizzabile e che la pace europea si può conseguire solo con una divisione politica: è un importante mutamento culturale, che passa attraverso la persona di Carlo V (che lo rende quasi esplicito), ma che è un mutamento di visione intellettuale e filosofica generale. L’idea di sostituire l’unità con la pluralità dei poteri, l’unità del potere politico con la pluralità degli Stati. Tuttavia, mentre a livello internazionale si accetta anche idealmente la necessità che ci siano più realtà politiche e che l’equilibrio delle stesse sia garante della pace, cioè che il loro rapporto sia garante della pace, all’interno dei singoli Stati non si accettano pluralità, il processo è quello inverso: si cerca di affermare l’autorità del sovrano contro la pluralità dei poteri intermedi. Si tratta di due processi secolari paralleli e inversi: da un lato la frammentazione della politica internazionale, dall’altro l’unificazione del potere statuale nelle mani del sovrano.
Domande da interrogazione
- Quali furono le motivazioni principali che portarono Carlo V ad abdicare nel 1556?
- Come furono divisi i domini di Carlo V dopo la sua abdicazione?
- Quali furono le conseguenze immediate dell'abdicazione di Carlo V?
- In che modo l'abdicazione di Carlo V rappresenta un cambiamento culturale e filosofico?
- Quali erano gli ideali di Carlo V riguardo l'unità politica e religiosa dell'Europa?
Carlo V abdicò a causa dell'insostenibilità della situazione politica internazionale, insoddisfacente per la Francia e complicata dalla Riforma protestante in Germania. Decise di dividere i suoi domini per cambiare la situazione geopolitica.
Carlo V divise i suoi domini tra il figlio Filippo II, che ricevette il Regno di Napoli, i domini spagnoli, le colonie, il Ducato di Milano e l'eredità borgognona, e il fratello Ferdinando I, che ereditò la corona degli Asburgo nell'Europa centrale.
L'abdicazione di Carlo V portò alla divisione dei suoi domini e alla firma della Pace di Cateau-Cambrésis nel 1559, sancendo il fallimento dell'unità imperiale e un cambiamento culturale verso la pluralità dei poteri.
L'abdicazione segnò un passaggio dall'ideale di unità imperiale a una visione di pluralità dei poteri, accettando la necessità di più realtà politiche per garantire la pace, mentre all'interno degli Stati si cercava di consolidare l'autorità del sovrano.
Carlo V credeva nell'unità politica dell'Europa cristiana, difendendola dagli assalti dei Turchi e mantenendo l'unità religiosa in Germania, basando il suo regno sull'idea di due autorità, una religiosa e una temporale.