Concetti Chiave
- Dopo la morte di Giustiniano nel 565, l'Impero d'Oriente affrontò una crisi a causa delle risorse esaurite e delle forze militari insufficienti.
- Le conquiste di Giustiniano furono per la maggior parte perdute, segnando la fine del sogno di un Impero romano universale.
- Nel VII secolo, il re persiano Cosroe colpì duramente l'Impero bizantino occupando Siria ed Egitto e arrivando a Costantinopoli.
- I Persiani saccheggiarono Gerusalemme e presero la "Vera Croce", una delle reliquie più sacre per i cristiani.
- Mentre i Bizantini si concentravano sui Persiani, gli Slavi invasero la penisola balcanica, cambiandone radicalmente la composizione etnica.
Indice
Crisi dell'Impero d'Oriente
Dopo la morte di Giustiniano, che avvenne nel 565, l’Impero d’Oriente andò incontro a una grave crisi. Le imprese militari avevano assorbito somme enormi ed esaurito le risorse dello Stato; inoltre, le forze militari che l’Impero poteva mobilitare erano del tutto insufficienti a difendere i nuovi confini che si estendevano dalle coste della Spagna alle rive del Danubio, alle pianure della Mesopotamia.
Conseguenze delle conquiste perdute
Ben presto le conquiste di Giustiniano andarono per la massima parte perdute: l’aspirazione a ricostruire l’Impero romano universale, che aveva animato la politica giustiniana, dovette essere abbandonata per sempre.
Come ha scritto lo storico George Ostrogorsky, il periodo di Giustiniano non fu l’inizio di una nuova era di rinascita dello Stato romano, ma la fine di una grande epoca.
Minaccia persiana e saccheggio
La situazione si aggravò agli inizi del VII secolo, quando il re persino Cosroe pensò il colpo definitivo al traballante edificio dello Stato bizantino. I suoi eserciti occuparono la Siria e l’Egitto e giunsero sino alle porte di Costantinopoli; tra l’altro i Persiani saccheggiarono Gerusalemme e si impadronirono della “Vera Croce”: una teca dove era conservata una saccheggia della croce su cui si riteneva fosse stato giustiziato Gesù e che era perciò venerata dai cristiani come la più sacra delle reliquie.
Trasformazione etnica nei Balcani
Per fronteggiare i Persiani, i Bizantini richiamarono in Oriente tutte le loro forze, cosicché le frontiere sguarnite del Danubio furono attaccate da popolazioni barbariche che fino a quel momento erano state trattenute al di fuori dei confini: grandi masse di Slavi poterono così dilagare per la penisola balcanica e vi si stabilirono. Tutta la regione subì una radicale trasformazione etnica: le popolazioni indigene, si rifugiarono verso la costa, mentre le regioni dell’entroterra furono da quel momento popolate da Slavi.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze della morte di Giustiniano sull'Impero d'Oriente?
- Come influenzò la minaccia persiana l'Impero bizantino?
- Quali cambiamenti etnici avvennero nei Balcani durante la crisi dell'Impero d'Oriente?
Dopo la morte di Giustiniano nel 565, l'Impero d'Oriente affrontò una grave crisi a causa delle risorse esaurite dalle imprese militari e delle forze insufficienti per difendere i nuovi confini.
All'inizio del VII secolo, il re persiano Cosroe attaccò l'Impero bizantino, occupando la Siria e l'Egitto e saccheggiando Gerusalemme, aggravando ulteriormente la situazione dell'Impero.
A causa della necessità di fronteggiare i Persiani, i Bizantini richiamarono le loro forze dall'Oriente, permettendo alle popolazioni slave di stabilirsi nei Balcani, causando una trasformazione etnica nella regione.