Concetti Chiave
- Il nucleo sociale dei Longobardi era la "fara", un gruppo di famiglie imparentate, che insieme formavano le "centene" guidate da un "centenario" o "sculdascio".
- I duchi erano i capi delle stirpi guerriere e avevano il controllo amministrativo e militare, simile alla funzione delle province tardo-romane.
- Il re, eletto ma influente per eredità, era il capo amministrativo, giudiziario e militare, assistito dall'assemblea dei liberi e supportato dai "gasindi" e "gastaldi".
- La società era composta da uomini liberi, semiliberi o "aldi", e servi, con varie distinzioni tra i ruoli dei servi come ministeriali, massari e porcari.
- L'istituto del guidrigildo prevedeva un compenso in denaro per ferite o uccisioni, con somme variabili secondo il ceto dell'offeso, regolato dall'editto di Rotari.
Indice
Struttura sociale dei Longobardi
L’organizzazione sociale dei Longobardi era simile a quella degli altri popoli barbari e anteriore alla conquista della penisola italiana.
Il nucleo sociale del popolo era la stirpe chiamata “fara” che comprendeva un certo numero di famiglie imparentate fra di loro. In origine, forse, il termine significava “associazione, gruppi in marcia”, derivato dal verbo tedesco “fahren = marciare, andare, facendo riferimento ai gruppi in cui il popolo era divisone durante suoi spostamenti. Più fare costituivano le “centene”, con un capo chiamato “centenario” o “sculdascio”. Più centene si raggruppavano sotto la guida di coloro che dopo la conquista furono chiamati “duchi” (dal latino dux), termine di cui gli storici, però, non conoscono la corrispondente parola longobarda.
Ruolo dei duchi e del re
I duchi erano i rappresentanti delle più importanti stirpi guerriere e per questo motivo essi godevano di una grande considerazione presso il re. In un certo senso, il ducato longobardo imitava la funzione che aveva la provincia nell’ordinamento dello Stato tardo-romano; infatti, esso aveva il controllo amministrativo e militare del territorio.
Funzioni del re e dei gastaldi
Il popolo, costituito da tutti gli uomini liberi, vedeva nel re il proprio capo. Il suo incarico era elettivo, ma aveva una forte influenza sul principio di eredità. Egli era il capo amministrativo, giudiziario e militare; promulgava le leggi, convocava l’esercito e decideva in merito alla guerra e alla pace. Nelle sue funzioni, egli era assistito dall’assemblea dei liberi quando si trattava di stabilire una legge e di prendere delle decisioni di una certa importanza. Una particolare tutela era costituita dal “mundio”, in base a cui il re esercitava la sua protezione sulle vedove, sugli orfani, sugli stranieri, cioè su tutti coloro che erano più deboli e fragili all’interno della società e quindi privi di protezione. Intorno a lui ruotavano gli alti funzionari di corte fra cui si distinguevano i “gasindi” o “comites regis”; erano uomini di particolare fiducia e valore che costituivano il seguito del sovrano. Altri funzionari del re, di particolare importanza, erano i “gastaldi”. Essi venivano nominati all’interno dei ducati pere occuparsi della riscossione delle multe delle altre somme di pertinenza reale. In nome del re, essi esercitavano anche il potere militare, giudiziario e di polizia e controllavano il comportamento dei duchi. A partire da Rotari, i gastaldi acquistarono più potere perché furono investiti della giurisdizione civile e militare dei distretti sui territori di nuovo acquisto e sui ducati in cui l’incarico ducale era stato rimosso per insubordinazione all’autorità del re.
Classi sociali e guidrigildo
Nella società, oltre agli uomini liberi, esistevano gli uomini semiliberi o “aldi” e i servi. Gli aldi, in origine erano proprietari e soldati per cui, ecco perché si chiamavano anche “arimanni” o “exercitales”. Essi possedevano la libertà personale, ma erano sotto la tutela (=mundio) del proprietario di cui coltivavano la terra e che non potevano abbandonare, come succedeva con i coloni romani.
Diverse distinzioni esistevano all’interno della categoria dei servi. I ministeriali si occupavano dell’amministrazione della casa padronale e del terreno sfruttato direttamente dal padrone nonché degli artigiani alle sue dipendenze dirette I massari che avevano in affitto la tenuta e la coltivavano. I porcari allevavano i maiali.
Da segnalare, in ambito giuridico, la presenza dell’istituto del guidrigildo, cioè il compenso in denaro, regolato in modo dettagliato dall’editto di Rotari, che doveva essere versato da colui che avesse uccisi o ferito una persona; l’importo della somma variava a seconda del ceto di appartenenza della persona offesa.
Domande da interrogazione
- Qual era la struttura sociale dei Longobardi?
- Quali erano le funzioni del re longobardo?
- Chi erano i "gastaldi" e quale ruolo avevano?
- Come era regolato il sistema di compensazione per danni personali?
- Quali erano le categorie sociali oltre agli uomini liberi?
La struttura sociale dei Longobardi era basata sulla "fara", un gruppo di famiglie imparentate, che si organizzava in "centene" e "ducati", con i duchi come capi militari e amministrativi.
Il re longobardo era il capo amministrativo, giudiziario e militare, con il potere di promulgare leggi, convocare l'esercito e decidere su guerra e pace, assistito dall'assemblea dei liberi.
I "gastaldi" erano funzionari del re, responsabili della riscossione delle multe e del controllo militare e giudiziario nei ducati, acquisendo più potere con Rotari.
Il sistema di compensazione, noto come "guidrigildo", prevedeva un compenso in denaro per chi avesse ucciso o ferito una persona, con importi variabili secondo il ceto della vittima, regolato dall'editto di Rotari.
Oltre agli uomini liberi, esistevano gli "aldi" o semiliberi, che erano proprietari e soldati, e i servi, con distinzioni tra ministeriali, massari e porcari.