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Concetti Chiave

  • Diocleziano introdusse la tetrarchia, dividendo l'impero in quattro parti per un governo più efficace e rafforzò l'esercito riducendone la pericolosità interna.
  • Costantino mise fine alle persecuzioni dei cristiani con l'Editto di Milano nel 313, promuovendo il cristianesimo come religione ufficiale e spostò la capitale a Costantinopoli.
  • Teodosio dichiarò il cristianesimo l'unica religione consentita con l'Editto di Tessalonica nel 380, e gestì le pressioni barbariche stabilendo relazioni diplomatiche con i Goti.
  • L'invasione di popoli germanici e la caduta di Roma nel 410 e nel 455 evidenziarono la crescente debolezza dell'Impero d'Occidente.
  • Odoacre depose l'ultimo imperatore romano d'Occidente, Romolo Augustolo, nel 476, ponendo fine all'Impero Romano d'Occidente, mentre l'Impero d'Oriente continuò fino al 1453.

Indice

  1. Diocleziano e le sue riforme
  2. La tetrarchia e il potere divino
  3. Riforme militari e religiose
  4. Persecuzioni e fallimenti
  5. Riforme fiscali e sociali
  6. Costantino e la cristianizzazione
  7. Editto di Costantino e riforme
  8. Costantinopoli e la successione
  9. Giuliano e il paganesimo
  10. Teodosio e l'editto di Tessalonica
  11. Ambrogio e il potere ecclesiastico
  12. Declino dell'impero occidentale
  13. Invasioni barbariche e saccheggi
  14. Attila e la minaccia unnica
  15. Fine dell'impero romano d'Occidente

Diocleziano e le sue riforme

Tre importanti imperatori

Diocleziano (284-305)

Ultimo degli imperatori illirici egli iniziò una nuova fase della storia dell'impero che sotto di lui passò da principato a dominato.

Affrontò i problemi enormi dello stato con una vasta serie di riforme in campo:

istituzionale (istituì la tetrarchia);

militare (ridusse la pericolosità dell' esercito);

religioso (autore dell'ultima grande persecuzione contro i cristiani);

economico-fiscale (tasse, inflazione, calmiere);

sociale (commendatio e servitù della gleba).

La tetrarchia e il potere divino

Tetrarchia: l'impero è divisio in quattro parti, con quattro capitali e quattro governanti, due Augusti e due Cesari.

Norme ordinate per la successione.

Impero suddiviso in 4 prefetture (Oriente, Illirico, Italia e Gallia).

Costanzo Cloro Cesare d'Occidente con capitale Treviri (Germania).

Massimiano Augusto d'Occidente capitale Milano (Italia).

Galerio Cesare d'Oriente capitale Sirmio (Serbia).

Diocleziano Augusto d'Oriente capitale Nicomedia (Turchia).

Le prefetture vengono suddivise in diocesi governate dal vicario imperiale.

Le diocesi sono a loro volta suddivise in province governate da un preside (presiede l'amministrazione civile) e da un duce (capo delle truppe).

L'impero ha origine divina, dunque l'imperatore è sacro (egli si qualificò come figlio di Giove) e divennero sacre la sua casa e la sua famiglia.

Davanti al popolo il re doveva apparire come un dio, si mostrava raramente in pubblico e, se lo faceva, la sua comparsa aveva il tono di una cerimonia religiosa piena di sfarzo e solennità.

Indossava una veste d'oro e una corona, al suo cospetto bisognava inginocchiarsi, secondo la prassi persiana.

Riforme militari e religiose

Aumentò il numero delle legioni, ma ridusse il numero dei soldati per ogni legione (per ridurre la forza dei capi dell'esercito).

Distinse nell'esercito le truppe di frontiera (che dovevano controllare i confini) e quelle di combattimento (stanziate nelle retrovie e con il compito di intervenire in caso di necessità sotto il comando dell'imperatore).

Ottenne un esercito più forte ma meno pericoloso per la stabilità interna.

Persecuzioni e fallimenti

Volendo essere riconosciuto come un dio e volendo riportare la religione ad essere uno strumento di potere, Diocleziano dichiarò nemico dello stato chiunque rifuitasse il culto dell'imperatore. Ordinò la distruzione delle chiese, la proibizione dei riti, la cattura e la condanna dei preti che si rifiutavano di aforare gli dei pagani, la consegna dei testi sacre che dovevano essere bruciati.

Per due anni (303-304) infuriò la persecuzione ma alla fine fallì, perchè le brutalità compiute risultarono intollerabili anche ai pagani e portarono più compassione per le vittime che consenso per il governo romano.

Riforme fiscali e sociali

Le riforme istituzionali (quattro sovrani) e quella dell'esercito richiedevano molti fondi per essere attuati.

Diocleziano riformò il sistema fiscale: ogni cittadino veniva tassato in base all'estensione della terra che possedeva e in base ai braccianti che vi lavoravano.

Il metodo era razionale, ma non teneva conto di quanto effettivamente si produceva: negli anni di carestia le tasse dovevano essere pagate ugualmente e ciò era molto gravoso.

Siccome la moneta valeva sempre meno, Diocleziano cercò di fermare l'inflazione.

Nel 301 con il cosiddetto editto dei prezzi fissò un calmiere, elenco di merci il cui prezzo massimo era fissato dalle autorità e non poteva venire aumentate pena la morte.

Siccome nessuno voleva vendere senza guadagnare, molte merci venivano nascoste e rivendute al mercato nero ad un prezzo molto maggiore di quello fissato per legge.

I piccoli proprietari terrieri tendevano a scomparire perchè non potevano pagare le tasse e, o si affidavano con la propria terra ad un grande commendatio per riceverne protezione o abbandonavano le campagne per cercare fortuna in città.

Lo spopolamento delle campagne faceva calare il gettito delle tasse, quindi venne fatta una legge che vietava ai contadini di lasciare i campi: nacque così la servitù della gleba.

In seguito anche agli artigiani e ai commercianti venne proibito di abbandonare il proprio mestiere e le professioni divennero ereditari: i figli dovevano fare lo stesso lavoro dei padri per garantire lo stesso gettito fiscale.

Quest'obbligo bloccò la mobilità sociale e limitò fortemente la libertà dei cittadini romani.

Le riforme istituzionali e dell'esercito portarono ad un rafforzamento del potere imperiale.

La crescita dell'apparato burocratico statale però produsse costi estremamente gravosi per lo stato.

Le riforme economiche introdotte non fermarono nè lo spopolamento delle campagne nè l'aumento dei prezzi.

Diocleziano e Massimiano abdicarono ma nel giro di pochissimo la tetrarchia fallì.

Costantino e la cristianizzazione

Costantino (312-337)

Il sistema della tetrarchia mostrò ben presto tutti i suoi limiti; quando Diocleziano abdicò, imitato da Massimiano, subentrarono i due cesari, uno dei quali morì inaspettatamente e le legioni acclamarono imperatore suo figlio Costantino.

Egli si scontrò con il figlio di Massimiano, Massenzio e dopo la battaglia del ponte Milvo alle porte di Roma, nel 312, divenne imperatore (leggenda del "in hoc signo vinces" monogramma di Cristo da apporre sugli scudi dei soldati).

Editto di Costantino e riforme

Editto di Costantino

Emanato a Milano, in accordo con Licinio, l'altro imperatore, metteva ufficialmente fine alle persecuzioni contro i cristiani e riconosceva al cristianesimo la legittimità del cristianesimo (religio licita editto di Costantino 313).

Costantino diede anche alla nuova religione spazi e luoghi di culto che in precedenza non aveva mai avuto (cristianizzazione dello spazio urbano con la costruzione di edifici cristiani; ricordiamo la basilica di san Giovanni in Laterano e san Pietro in Vaticano).

Durante il regno di Costantino si aprirà una questione che segnerà la storia dell'Occidente eutopeo, quello dei rapporti tra Chiesa e Stato.

Costantino stabilì che si potevano fare donazioni alla chiesa che si trovò ad avere delle proprietà e i vescovi divennero anche amministratori.

Infine Costantino intervenne anche nelle questioni teologiche in senso stretto convocando il primo consiglio ecumenico della storia a Nicea nel 325, da lui presieduto, contro l'eresia ariana.

Nel 324: scontro con Licino e imperatore unico.

Riforma monetaria a favore del solidus (moneta aurea) mezzo privilegiato per i pagamenti con grande svantaggio delle classi meno abbienti.

Tassazione rapinosa ai danni dei settori più deboli della popolazione.

Irrigidimento della società in una struttura piramidale e con vincoli alla terra e alle professioni.

Costantinopoli e la successione

330: spostamento della capitale a Bisanzio, un'antica colonia greca sulle rive del Bosforo divenne la Nuova Roma e fu poi chiamata dai romani Costantinopoli.

Nel 1453 fu ribattezzata dai turchi Istambul dopo la conquista.

Alla morte di Costantino nel 337 scontro tra i tre figli che si spartirono l'impero (tetrarchia abolita e prefetture ridotte a tre).

Giuliano e il paganesimo

Ma alla fine sul trono rimase il nipote Giuliano (361-363) detto l'Apostata perchè tentò una restaurazione del paganesimo, attualizzato con una base razionale e filosofica.

Intervenne anche nella politica monetaria con provvedimenti che favorirono le classi più povere.

Il passaggio

Tra la morte di Giuliano e l'ascesa di Teodosio (378) passano 15 anni nel corso dei quali:

L'impero è tenuto da imperatori che si divisero le due parti dell'Oriente e dell'Occidente (Valente Valentiniano e Graziano).

L'impero è minacciato dai Visigoti sospinti oltre il Danubio dagli Unni. Valente preferì accoglierli come federati in Tracia.

In realtà i barbari stanziati in Tracia entrarono in conflitto con la popolazione locale e venivano anche sfruttati dai grandi proprietari terrieri. Così decisero di ribellarsi.

Ci fu uno scontro presso la città di Adrianopoli nel 378 nel quale Valente venne sconfitto e ucciso e l'esercito romano massacrato; fu una catastrofe paragonabile a quella di Canne nel 216aC.

I Visigoti arrivarono alle porte di Costantinopoli.

Teodosio e l'editto di Tessalonica

Teodosio (378-395)

La salvezza venne dalla capacità diplomatica dei gruppi dirigenti dell'impero e in particolare del comandante delle truppe orientali, Flavio Teodosio che venne associato al trono dall'imperatore Graziano (lo stesso che aveva fatto uccidere suo padre qualche anno prima perchè troppo bravo).

I Goti furono di nuovo ammessi come federati e in gran parte arruolati nell'esercito nei reparti di frontiera.

Contemporaneamente si cercò di ricompattare l'impero attorno alla fede cristiana.

Nel 380 venne emanato dai tre imperatori Teodosio, Valentiniano e Graziano l'editto di Tessalonica (attuale Salonicco nella Grecia settentrionale) con il quale si stabilisce che il cristianesimo è l'unica religione consentita nell'impero.

Nel giro di circa settant'anni il mutamento dei rapporti di forza tra il cristianesimo e il paganesiamo era stato totale.

Ambrogio e il potere ecclesiastico

Ambrogio

Si profilò anche chiaramente il rapporto tra imperatori ed esponenti delle gerarchie ecclesiastiche.

In partiolare emerse la figura del vescovo di Milano Ambrogio, originario di Treviri e già governatore della città e acclamato vescovo dalla folla (per meriti politico-amministrativi visto che non era ancora battezzato).

Ambrogio condizionò Teodosio che respinse la richiesta di tolleranza del prefetto pagano Simmaco.

Lo condizionò anche quando gli impose pubblica penitenza per aver fatto uccidere 7000 abitanti di Tessalonica che si era ribellata alla presenza gotica in città.

Nel 395 Teodosio morì e l'impero passò ai suoi due figli Arcadio (oriente) e Onorio (occidente) entrambi sorvegliati dal fido generale Flavio Stilicone che però fu presto rifiutato da Arcadio.

Declino dell'impero occidentale

Le due metà dell'impero da questo momento in poi avrebbero agito in modo indipendente.

Tutte e due le parti subiscono la pressione dei popoli germanici, ma quella occidentale era in condizioni peggiori per la grave crisi economica e demografica e l'indebolimento militare (l'esercito in maggioranza composto da barbari).

La minaccia maggiore per l'impero venne dai Goti (prima i Visigoti e poi gli Ostrogoti).

Nel IV secolo in oriente si scontrarono contro l'atteggiamento intrensigente di Arcadio e si diressero verso occidente.

Qui furono sconfitti per due volte dal generale Stilicone (a Pollenzo e a Verona).

Gli ostrogoti furono sconfitti successivamente a Fiesole.

Nel 404 trasferimento della capitale da Milano a Ravenna, più sicura e sul mare.

I goti non furono annientati perchè la politica del generale puntava all'assimilazione progressiva dei barbari nella vita militare e politica dello stato romano.

Invasioni barbariche e saccheggi

Fra il 406 e il 407 si verificò lo sfondamento sul confine renano da parte della più grande coalizione di popoli germanici mai creatasi fino ad allora (Vandali, Svevi, Burgundi) diretta verso la Gallia e la Spagna.

Nel 408 Stilicone venne ucciso per ordine dell'imperatore.

I Visigoti calarono nuovamente in Italia e questa volta non vennero fermati.

Arrivarono a Roma nel 408 e nel 410 la sottoposero a saccheggio (cosa che non avveniva dal 390aC, Brenno): shock terribile per tutto il mondo romano (fine del mondo -San Girolamo).

La corte di Ravenna riprese una politica di accordo, i popoli germanici furono riconosciuti come federati dell'impero e accolti in ospitalitas.

La minaccia di questa nuova invasione si profila dopo l'ascesa al trono di Valentiniano III figlio di Galla Placidia, sorella di Onorio (425).

Attila e la minaccia unnica

Intorno al 440 Attila era riuscito ad unificare diverse tribù controllando un territorio vasto dal caucaso alla Danimarca e imponendo tributi all'impero romano.

451: dopo la sospensione dei pagamenti Attila attraversa il Reno ma viene sconfinto dall'esercito romano guidato da Ezio (illirico) ai Campi Catalaunici (Francia settentrionale).

Nel 452 Attila arriva in Italia e saccheggia Aquileia e arriva nei pressi di Mantova (flagello di Dio).

Ezio era ancora in Gallia e incontro all'unno andò i papa Leone I: leggenda e realtà dell'incontro.

Gli Unni si ritirarono (erano indeboliti da una pestolenza) e il potere e l'autorità del papa furono riconosciuti superiori a quelli dell'imperatore.

Fine dell'impero romano d'Occidente

L'imperatore Valentiniano III non approvando la politica d'integrazione di Ezio lo fece uccidere (454).

Nel 455 Roma venne nuovamente raggiunta, questa volta via mare, dai Vandali di Genserico, che patteggiando con il papa le modalità del saccheggio e ripartirono con le navi cariche di un enorme bottino: oggetti d'oro, argeto, rame, statue, colonne, tegole di bronzo dorato e anche ostaggi umani (membri delle famiglie ricche).

Valentiniano fu a sua volta assassinato dai romani fedeli ad Ezio e a questo seguì un ventennio di anarchia, con imperatori che si succederono imposti dalla corte di Costantinopoli.

Nel 472 ci fu un terzo sacco di Roma (Ricimero, generale svevo).

L'ultimo imperatore di Roma era figlio del generale Oreste, acclamato imperatore dalle sue truppe e che passò il titolo al giovane figlio Romolo, soprannominato per l'età o per il disprezzo Augustolo.

La deposizione di Romolo Augustolo avviene per opera dell'esercito romano-germanico che si sente tradito dalla promessa di Oreste di applicare il sistema dell'ospitalità anche all'Italia.

Il generale Odoacre manda le insegne imperiali a Costantinopoli e chiede di essere riconosciuto come rappresentante dell'autorità dell'imperatore d'Oriente, Zenone, in Italia.

L'impero d'Occidente non esisteva più, quello d'Oriente durerà fino al 1453.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali riforme introdotte da Diocleziano durante il suo regno?
  2. Diocleziano introdusse riforme istituzionali, militari, religiose, economico-fiscali e sociali. Tra queste, la tetrarchia, la riduzione della pericolosità dell'esercito, la persecuzione dei cristiani, la riforma fiscale basata sulla terra e i braccianti, e la servitù della gleba.

  3. Come Costantino influenzò il cristianesimo nell'impero romano?
  4. Costantino mise fine alle persecuzioni contro i cristiani con l'Editto di Milano nel 313, riconoscendo il cristianesimo come religio licita. Favorì la costruzione di edifici cristiani e convocò il primo concilio ecumenico a Nicea nel 325.

  5. Quali furono le conseguenze della battaglia di Adrianopoli nel 378?
  6. La battaglia di Adrianopoli portò alla sconfitta e morte dell'imperatore Valente e al massacro dell'esercito romano, permettendo ai Visigoti di avvicinarsi a Costantinopoli e segnando una grave crisi per l'impero.

  7. In che modo Teodosio cercò di unificare l'impero attorno al cristianesimo?
  8. Teodosio emanò l'editto di Tessalonica nel 380, stabilendo il cristianesimo come unica religione consentita nell'impero, e cercò di ricompattare l'impero attorno alla fede cristiana.

  9. Quali eventi portarono alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente?
  10. La caduta fu causata da invasioni barbariche, crisi economica e demografica, e indebolimento militare. Eventi chiave includono il sacco di Roma da parte dei Visigoti nel 410, l'invasione degli Unni di Attila, e la deposizione di Romolo Augustolo da parte di Odoacre nel 476.

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