Concetti Chiave
- L'anarchia feudale in Italia tra la fine del IX e l'inizio del X secolo è segnata da conflitti tra grandi casate per il controllo del regno carolingio d'Italia.
- Carlo il Grosso, deposto nel 887, lascia vacante il trono d'Italia, scatenando lotte tra pretendenti come Berengario I e i duchi di Spoleto.
- L'intervento di Arnolfo di Carinzia, su richiesta papale, porta a un temporaneo equilibrio, ma il potere dei duchi di Spoleto resiste fino alla loro caduta.
- L'invasione di slavi e ungari provoca devastazioni, mentre il Nord Italia si organizza autonomamente per difendersi dalle incursioni.
- Nel Sud, papa Giovanni X con l'aiuto dei Bizantini riesce a liberare l'Italia dalla minaccia musulmana, consolidando il controllo territoriale.
Anarchia feudale in Italia (887-924)
Indice
Lotte per il controllo dell'Italia
L’anarchia che regna all’interno del Sacro Romano Impero alla morte di Carlo Magno interessa anche l’Italia dalla seconda metà del IX secolo alla prima metà del X. Il periodo è caratterizzato da lotte complicate fra le grandi casate feudali per avere il controllo del territorio carolingio regno d’Italia come i marchesi del Friuli, i marchesi di Toscana, i duchi di Spoleto ed i marchesi di Ivrea a cui si aggiungono gli interventi dei maggiori feudatari d’oltralpe chiamati in soccorso.
Carlo il Grosso, pronipote di Carlo Magno, oltre ad essere insignito del titolo imperiale, era investito dei titoli di Re dei Franchi Occidentali, di Re dei Franchi Orientali e di Re d'Italia. La sua deposizione durante la dieta di Francoforte (887) rese vacanti tutti questi titoli fra cui anche quello d’Italia. Il primo a riuscire a farsi nominare re d’Italia è Berengario I, appartenente ai marchesi del Friuli.Conflitti e violenze nel regno
Ben presto, però, fu ricacciato nel Friuli, mentre alle lotte per accedere al trono, si aggiungevano le risse delle maggiori caste romane per far eleggere un proprio rappresentante sul trono pontificio che avrebbe poi consacrato re o imperatore un pretendente della famiglia. Da questi conflitti nascono episodi di violenza ed un marasma generale che fanno pensare all’anno mille, come data probabile della fine del mondo.
Interventi esterni e vendette
Fra tutti i contendenti, riesce a farsi avanti il duca Guido di Spoleto e suo figlio Lamberto, forte del suo appoggio papale. Ma l’aristocrazia romana reagisce e con papa Formoso, richiede l’intervento di Arnolfo di Carinzia che il pontefice cinge della corona di imperatore. Alla morte di papa Formoso, Arnolfo lascia l’Italia permettendo così alla casata di Spoleto di riprendersi la rivincita facendo salire sul trono papale papa Stefano IV. La vendetta dei duchi di Spoleto è atroce: a seguito di un apposito concilio, il corpo di papa Formoso viene riesumato, processato, condannato e dopo essere stato abbandonati agli strazi della plebaglia viene gettato nel Tevere. La vittoria dei duchi di Spoleto ebbe breve durata perché lo stesso papa Stefano IV fu ucciso per strangolamento e Lamberto non riuscì mai esercitare la sua funzione di imperatore.
Invasioni e difese locali
Nel frattempo gli Slavi e gli Ungari penetrano in Italia, compiendo per anni saccheggi e devastazioni. Nel 924, Berengario I che aveva assunto di nuovo il titolo di imperatore viene assassinato da un vassallo. La morte di Berengario I, accelera una situazione di anarchia per altro già grave. Infatti, i centri urbani del Nord, di fronte all’avanzata degli Ungari, non potendo più contare su di una figura di un re o di un imperatore, cominciano a difendersi da sole e a alzare mura di difesa. Nell’Italia de sud, la presenza di mussulmani viene contrastata da papa Giovanni X che riesce ad organizzare la difesa unitamente ai Bizantini. I musulmani sono snidati dai loro covi e l’Italia viene liberata da questo incubo.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali casate feudali coinvolte nelle lotte per il controllo del regno d'Italia durante l'anarchia feudale?
- Chi fu il primo a farsi nominare re d'Italia dopo la deposizione di Carlo il Grosso?
- Quale fu la reazione dell'aristocrazia romana all'ascesa del duca Guido di Spoleto e di suo figlio Lamberto?
- Come reagirono i centri urbani del Nord Italia all'avanzata degli Ungari?
Le principali casate feudali coinvolte furono i marchesi del Friuli, i marchesi di Toscana, i duchi di Spoleto e i marchesi di Ivrea, con l'intervento di feudatari d'oltralpe.
Il primo a farsi nominare re d'Italia fu Berengario I, appartenente ai marchesi del Friuli.
L'aristocrazia romana reagì richiedendo l'intervento di Arnolfo di Carinzia, che fu incoronato imperatore da papa Formoso.
I centri urbani del Nord Italia iniziarono a difendersi da soli, alzando mura di difesa, poiché non potevano più contare su un re o un imperatore.