valeriogiajvia
Ominide
11 min. di lettura
Vota 5 / 5

Concetti Chiave

  • I comuni italiani si espandono dopo le vittorie contro Barbarossa e Federico II, ma si dividono in guelfi, a favore del papa, e ghibellini, sostenitori dell'imperatore.
  • La crescita economica del Mille porta allo sviluppo di nuove imprese agricole e commerciali, ma il Trecento vede una crisi con epidemie e carestie, come la peste nera.
  • L'emergere delle signorie nasce dal conflitto tra il "popolo grasso" e il "popolo minuto", con i Signori che promettono stabilità e si consolidano attraverso eserciti mercenari e burocrazia.
  • Le città come Milano, Firenze e Venezia sviluppano modelli di governo unici: Milano è dominata da famiglie potenti, Firenze subisce lotte interne tra guelfi e ghibellini, mentre Venezia mantiene un governo oligarchico.
  • Roma vive in anarchia senza il papato, con tentativi di ristabilire l'ordine da parte di figure come Cola di Rienzo, che però trova resistenza e viene infine ucciso.

Indice

  1. Espansione dei comuni italiani
  2. Divisioni interne e poteri locali
  3. Sviluppo economico e crisi
  4. Agricoltura e commercio
  5. Contrasti sociali e politici
  6. Il ruolo del Signore
  7. Italia frazionata e poteri locali
  8. Milano e le sue conquiste
  9. Venezia e il suo governo
  10. Firenze e le sue lotte interne
  11. Rivolta dei ciompi a Firenze
  12. Anarchia e tentativi di governo a Roma

Espansione dei comuni italiani

Dopo le vittorie rifilate a Barbarossa e a Federico II, i comuni cominciarono ad espandersi in quasi tutte le regioni italiane, tra cui il Piemonte, città umbre e stato della chiesa.

Divisioni interne e poteri locali

Col passare del tempo però si crearono due fazioni all'interno: i guelfi, ovvero coloro schierati al fianco del papa contro l'imperatore, ed i ghibellini, coloro che erano a favore dell'imperatore.

Oltre a questi due schieramenti, in italia erano presenti anche gruppi di potere a cui non interessavano queste lotte tra papato ed impero, c'erano le grandi leghe, le famiglie, le signorie ecc. pensavano solamente ad i loro interessi.

Sviluppo e crisi.

Sviluppo economico e crisi

L'espansione economica del mille è durata fino al duecento facendo si che i comuni si espandessero e se ne creassero di nuovi, ma verso la fine del duecento si raggiunse il "punto morto".

La conquista di territori da coltivare, l'insediamento in vasti territori dell'uomo ha provocato l'equilibrio della natura, facendo si che si scatenassero epidemie e carestie, la più grande manifestazione di ciò avvenne nel '300 con la peste in Europa, dove ridusse la popolazione di due-terzi.

Agricoltura e commercio

Lo sviluppo comincio dalla agricoltura: dopo la rottura del feudalesimo e dunque la liberazione dei servi, si avviarono alla creazione di imprese familiari nella agricoltura e nacquero le proprietà contadine. Aumentando la richiesta visto l'espansione cittadina, i contadini cominciarono a praticare la rotazione biennale, ad utilizzare il concime ecc. Questo portò alla nascita ed allo sviluppo del commercio, ma non tanto quello regionale quanto nazionale, nascono nuove fabbriche, ad esempio quelle tessili ecc. Questi scambi commerciali fanno nascere delle vere e proprie attività commerciali, i mercanti. Essi hanno dato un grande contributo alla crescita economica. Assieme ai mercanti nacquero i primi banchieri, che concedevano prestiti e chiedevano grandi interessi, poi, con i numerosi scambi di denaro nacque la necessità di utilizzare una registrazione corretta, così da far emergere i primi contabili. All'interno delle città, invece, nacquero gruppi di persone in grado di governare la città. La città si divise: "popolo grasso" composto dalle arti e corporazioni maggiori (mercanti, imprenditori) e "popolo minuto" composto dalle arti minori (bottegai, artigiani), mentre la plebe era composta dagli operai, contadini e salariati i quali non partecipavano alla vita politica.

Contrasti sociali e politici

Dopo le vittorie avute contro l'imperatore, grazie alla alleanza tra popolo grasso e minuto, all'interno della città emersero dei contrasti tra le due parti. Il popolo grasso aveva l'interesse di espandere il territorio e voleva la subordinazione delle piccole imprese a favore delle grandi, il popolo minuti invece si schierava contro il monopolio dei borghesi e voleva un concentrazione dell'economia all'interno della città (poiché possedevano botteghe, uffici ecc.). Per far fronte alle esigenze dei magnati e a quelle del popolo minuti, il popolo grasso non esitò a ricorrere al potere del "Signore".

Il ruolo del Signore

Il Signore era colui che doveva svolgere un'attività di arbitrato tra le parti, ad esso era conferito tutto il potere, troncando quello delle fazioni. Il Signore promette la pace nella città e dunque ottiene l'appoggio dei popolani, quindi prende potere non grazie alla violenza, ma bensì consolidando e conquistando altri territori, munendosi di eserciti mercenari, successivamente il signore si circonderà di burocrati e funzionari in grado di consolidare ancora di più il suo potere.

Italia frazionata e poteri locali

Nel trecento italiano non era presente né la l'impero né il papato. Il papato era stato sopraffatto dalla monarchia francese, la sede si era trasferita ad Avignone nel 1309.

L'impero invece, dopo la sconfitta degli svevi ci sono stati pochi episodi dove si tentava di conquistare l'Italia, uno di questi è stato provato da Enrico VII e Ludovico di Baviera dove ne uscirono sconfitti. Ci provò anche il Regno Angioino di Napoli, il quale venne sconfitto dai comuni. Dunque l'Italia si presentava frazionata tra comuni, stati regionali e qualche impero.

Milano e le sue conquiste

Milano era una delle città più popolate delle pianura Padana, infatti si trovava vicino ad un grande comprensorio agricolo. Milano era caratterizzata soprattutto dall'agricoltura, ben progredita e ben custodita. Nella città erano presenti tanti piccoli imprenditori, i quali formavano piccole attività nella città, erano presenti anche artigiani ecc.

La città era organizzata: "motta" organizzazione del popolo grasso e dal "Credenza di sant'Ambrogio" organizzazione del popolo minuto. Ma comunque sia il potere della città rimaneva in mano di due famiglie potenti, erano i Torriani ed i Visconti. I Visconti sono stati favoriti agli avversari impadronendosi di Milano. Successivamente Milano si scontrò con Bologna e con Genova, così da guadagnare le tratte commerciali marittime. Poi Milano si impadronì di Verona, Padova, Lucca, Pistoia e Perugia. Infine Gian Galeazzo, signore di Milano, venne proclamato duca di Milano dall'imperatore (l'imperatore voleva dimostrare che il potere veniva sempre dall'alto).

Venezia e il suo governo

Venezia al contrario delle altre città rifiutava fortemente il governo di un solo uomo, infatti resisteva con la "serrata del maggior consiglio" l'aristocrazia cittadina che governava la città. Venne poi approvato un ordinamento ancora oligarchico, facendo si che al consiglio partecipassero solamente la famiglie più importanti. Ma c'è da dire che il governo di queste famiglie ha difeso gli interesse di tutte le parti, assicurando la pace nella città.

Venezia voleva consolidare il commercio sui mari, infatti fece accordi con il mondo musulmano per ottenere spezie e oggetti vari per il commercio, inoltre vigilava sui mari con le proprie navi per imporre il proprio potere. Partecipò alla 4^ crociata impadronendosi di basi strategiche per il suo commercio. Venezia era molto deleteria per il commercio di Genova così si combatté nell'egeo dove Venezia venne sconfitta.

Firenze e le sue lotte interne

A Firenze ci fu un grande sviluppo economico che ha provocato una grande espansione edilizia e ha portato alla coniazione del fiorino d'oro. La città ha conquistato poi, Pisa ed altri territori oltre l'appennino verso la Romagna.

A Firenze c'era la lotta tra i guelfi ed i ghibellini, i ghibellini difendono le posizioni delle aristocrazie cittadine, mentre i guelfi gli interessi delle classi manifatturiere e mercantili. Il popolo grasso successivamente si impadronì del comune. Ma successivamente le vittorie degli svevi hanno fatto si che i ghibellini vincessero contro i guelfi, la battaglia più famosa fu quella di Montapreti (1260). Ma poi i banchieri ed i mercanti guelfi rafforzarono il loro potere e cacciarono i magnati dalle magistrature allargando il loro potere, così si fece "ordinamento di giustizia" (1293-1294).

I guelfi nel trecento si divisero in due famiglie distinte in Guelfi bianchi(cerchi)ricca borghesia e arti minori e Guelfi neri(donati) gli aristocratici appoggiati dal papa, essi volevano riconfermare il potere nobiliare. Ma nonostante la momentanea vittoria dei neri le arti maggiori rimasero al governo.

Rivolta dei ciompi a Firenze

Successivamente Firenze dovette scontrarsi con alcune città toscane ghibelline che presero potere grazie alle guerra in Italia di Enrico VII e Ludovico, Firenze perse a Montecatini e poi in altri scontri in tutta la Toscana. Firenze pensò di uscire da questo problema affidandosi a Carlo duca di Calabria, ma non fu efficace. La vita cittadina allora cominciò ad infuocarsi, cominciarono ad esserci numerosi scioperi di operai, contadini ecc. Ma nel 1378 ci fu la rivolta più importante, quella dei ciompi. I ciompi erano i lavoratori della lana , non facevano parte neanche del popolo minuto. Essi conquistarono, d'accordo con il popolo minuto, il comune. A capo della rivolta c'era Michele di Lando. Il comune fu aperto a tutte le arti, compresa la nuova create dai ciompi chiamata "arti del popolo di dio" . Ma la vittoria fu breve, le arti maggiori avvicinarono le arti minori lasciando sole le arti di dio le quali vennero poi sconfitte. Firenze poi prese Arezzo e Pisa ottenendo il controllo del mare. Fece la battaglia contro i visconti di Milano per il controllo della padana ma ne uscì sconfitta. Così si alimentò il malcontento cittadino, e nella protesta si fecero avanti i medici, che ottennero fiducia e ristabilirono la città.

Anarchia e tentativi di governo a Roma

A Roma regnava l'anarchia, non essendoci più il papa Roma era piena di briganti, le persone si facevano battaglia da soli eccetera. Si fece avanti un ragazzo ciociaro Cola di Rienzo che voleva ristabilire Roma. Venne acclamato dalla plebe romana e andò al governo. Ma durò poco a causa dei nobili e abbandonò la città. Poi Clemente VI lo utilizzò per cercare di tornare al papato a Roma, così insieme al cardinale Albornoz ricominciò la sua politica a Roma. Ma poi fece molte stravaganze e venne ucciso dalla stessa plebe che lo acclamò.

Domande da interrogazione

  1. Quali erano le principali fazioni politiche in Italia durante il Duecento e il Trecento?
  2. Le principali fazioni politiche erano i guelfi, che supportavano il papa, e i ghibellini, che sostenevano l'imperatore.

  3. Come si sviluppò l'economia italiana nel Duecento?
  4. L'economia si sviluppò grazie all'espansione agricola e alla nascita di imprese familiari, portando alla crescita del commercio e alla formazione di mercanti e banchieri.

  5. Qual era il ruolo del "Signore" nelle città italiane?
  6. Il "Signore" agiva come arbitro tra le fazioni cittadine, consolidando il potere attraverso l'espansione territoriale e l'uso di eserciti mercenari.

  7. Come si differenziava il governo di Venezia rispetto ad altre città italiane?
  8. Venezia rifiutava il governo di un solo uomo, mantenendo un sistema oligarchico dove solo le famiglie più importanti partecipavano al consiglio.

  9. Quali furono le conseguenze della rivolta dei ciompi a Firenze?
  10. La rivolta portò a un breve periodo di apertura del comune a tutte le arti, ma le arti maggiori alla fine sconfissero le arti dei ciompi, ristabilendo il controllo.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community

Le colonie latine

valeriogiajvia di Mauro_105

URGENTE (321112)

valeriogiajvia di Lud_

domandina

valeriogiajvia di Samantha Petrosino