Concetti Chiave
- La Gran Bretagna nel dopoguerra affrontò una crisi economica e sociale, con un aumento della disoccupazione e tensioni sindacali, a causa delle politiche deflazionistiche e della rivalutazione della sterlina.
- In Francia, il dopoguerra vide una crescita economica grazie a politiche di modernizzazione e svalutazione del franco, ma la crisi del 1929 portò a instabilità politica e conflitti sociali.
- Negli Stati Uniti, il New Deal di Roosevelt introdusse un intervento statale nell'economia per affrontare la crisi del 1929, con misure come il risanamento industriale e il sostegno ai sindacati.
- Il New Deal, nonostante risultati incerti, promosse un nuovo clima culturale e civile, e portò a un aumento del prelievo fiscale sui ceti più ricchi per sostenere la spesa pubblica.
- Roosevelt mantenne il consenso elettorale grazie alle politiche del New Deal, anche se gli Stati Uniti non recuperarono il livello di ricchezza pre-crisi negli anni '30.
In questo appunto di storia viene descritto il primo dopoguerra che seguì i drammatici eventi durati dal 1914 al 1918 legati alla Prima Guerra Mondiale. Si descrive il dopoguerra nelle principali democrazie europee dell'epoca come ad esempio la Gran Bretagna, la Francia, gli Stati Uniti.
Indice
Il declino della Gran Bretagna
La Gran Bretagna usciva dalla guerra con perdite umane ed economiche inferiori a quelle degli altri paesi europei, ciò è soprattutto dovuto al fatto che non si combatté mai sul territorio inglese, ma la situazione era in ogni caso critica, in quanto da quel momento iniziò il lento declino della potenza britannica.
Già nel corso dell'800 gli USA ne avevano intaccato il predominio economico e politico.
La Gran Bretagna si era momentaneamente liberata della sua grande rivale europea, la Germania, ma le esportazioni si affermavano con difficoltà crescenti: i manufatti inglesi avevano perso competitività sui mercati internazionali.
Politiche economiche britanniche
Questa situazione fu aggravata dalla politica economica attuata dal governo di Londra nel dopoguerra, che ebbe come obiettivo il pareggio del bilancio, la riduzione dell'inflazione e la difesa del valore della sterlina. Di conseguenza fine si attuò una politica deflazionistica, riducendo la quantità di moneta in circolazione e aumentando le imposte, al fine di contenere i consumi. La sterlina fu rivalutata a stabilizzata ad un livello di parità con il dollaro, cosa che consentì ala sterlina di essere moneta i riserva nel sistema monetario internazionale. La principale conseguenza fu un aumento della disoccupazione.
Tensioni sociali e sindacali
Tali difficoltà economiche provocarono tensioni sociali e crescita dei sindacati, situazione che precipitò nel 1926 quando un gruppo i minatori (settore in forte crisi) provocò uno sciopero nazionale che durò 9 giorni.
Da quel momento in poi, però, la forza sindacale diminuì e si avviò la tendenza ad una contrattazione preventiva tra imprenditori e sindacati dei lavoratori, per evitare nuovi scioperi.
Ascesa dei laburisti e politiche
Nella vita politica, vi fu un declino dei liberali e l'ascesa di conservatori e laburisti, che fondarono il bipartitismo. Il governo laburista (1924-1935) tentò di reagire alle difficoltà economiche con il contenimento della spesa pubblica, diminuendo gli stipendi e i sussidi. Ciò provocò il dissenso di alcuni laburisti che abbandonarono il governo.
In seguito, la sterlina fu svalutata per favorire le esportazioni e si realizzò per la prima volta l'intervento dello stato nell'economia. (il "welfare state" è stato creato dai laburisti)
Ricostruzione e crisi in Francia
Nel dopoguerra anche la Francia dovette sopportare un grosso sforzo per ricostruire il paese. Il governo diede il via ad un progetto di crescita economica che prevedeva, per tutti gli anni '20 un aumento e una modernizzazione della produzione. Questo sviluppo fu agevolato da una leggera svalutazione del franco (favorite le esportazioni) e dalla debolezza sindacale.
Questa fase però terminò con la crisi economica del '29: la produzione industriale diminuì, numerose imprese fallirono, aumentò la disoccupazione, gli scioperi e i conflitti sociali. In questa crisi, però, le organizzazioni fasciste non riuscirono mai a assumere il potere come era accaduto in Italia o in Germania.
Alle elezioni del 1936 le sinistre si presentarono unite in un Fronte popolare, che ottenne un grande successo. Il loro programma era soprattutto riformista e antifascista, con promesse di aumenti salariali, opera pubbliche, conquiste sindacali.
Tuttavia in breve tempo si aprirono contrasti all'interno del partito, che fu costretto a sciogliersi dopo pochi mesi di legislatura. Ciò portò al ritorno di governi instabili.
Il New Deal negli Stati Uniti
Nel 1929 gli USA furono colpiti da una devastante crisi economica. Per uscirne, il presidente democratico Franklin Delano Roosevelt (1933) inaugurò la politica del New Deal, che non riguardava solo misure di politica economica ma anche la creazione di un nuovo clima culturale e civile.
Il programma prevedeva l'introduzione, per la prima volta nel sistema capitalistico statunitense, dell'intervento dello stato nella vita economica attraverso la spesa pubblica, anche a costo di ricorrere al deficit spendine.
Il provvedimento più importante fu la legge per il risanamento industriale, con la quale si stanziavano notevoli fondi per lavori pubblici e misure per limitare la concorrenza, sostenere i prezzi e garantire un salario minimo.
Ciò costituisce il "primo New Deal", una fase che diede risultati incerti e mise in discussione la credibilità del presidente.
Essendo prossima la scadenza del suo mandato, Roosevelt applicò il "secondo New Deal", una serie i misure finalizzate alla sicurezza sociale, alla ricerca del consenso.
Importante fu il rapporto attivo con i sindacati, considerati ora come alleati e non più come nemici. Per sostenere le enormi spese pubbliche, fu aumentato il prelievo fiscale a carico dei ceti più ricchi e si lasciò svalutare il dollaro, per favorire le esportazioni.
I risultati del New Deal furono inferiori alle attese, infatti negli anni '30 gli Usa non avevano ancora recuperato il livello di ricchezza di prima della crisi. Ciò nonostante, quando Roosevelt si ricandidò alla presidenza per due volte gli elettori confermarono il loro consenso.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze economiche del dopoguerra per la Gran Bretagna?
- Come reagì la Francia alla crisi economica del 1929?
- Quali furono le principali misure del New Deal negli Stati Uniti?
- Quali furono le tensioni sociali in Gran Bretagna nel dopoguerra?
- Come si sviluppò il bipartitismo in Gran Bretagna nel dopoguerra?
La Gran Bretagna affrontò un declino economico con difficoltà nelle esportazioni e un aumento della disoccupazione, aggravato da politiche economiche deflazionistiche e dalla rivalutazione della sterlina.
La Francia affrontò la crisi con un aumento della disoccupazione e conflitti sociali, ma le organizzazioni fasciste non presero il potere. Le sinistre formarono un Fronte popolare nel 1936, ma il governo risultò instabile.
Il New Deal introdusse l'intervento statale nell'economia, con spese pubbliche per lavori pubblici, limitazione della concorrenza, e sostegno ai prezzi e salari minimi, ma i risultati furono inferiori alle attese.
Le difficoltà economiche portarono a tensioni sociali e sindacali, culminate nello sciopero nazionale dei minatori nel 1926, seguito da una diminuzione della forza sindacale e una tendenza alla contrattazione preventiva.
Il bipartitismo emerse con il declino dei liberali e l'ascesa di conservatori e laburisti, con i laburisti che tentarono di affrontare le difficoltà economiche attraverso il contenimento della spesa pubblica e l'intervento statale.