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Concetti Chiave

  • Il dopoguerra in Italia fu caratterizzato da gravi problemi economici e politici, con inflazione e disoccupazione diffusa.
  • Le tensioni sociali portarono a scioperi e occupazioni di fabbriche e terre da parte di operai e contadini, culminando nel "biennio rosso" (1919-1920).
  • Giovanni Giolitti, capo del governo, scelse di non reprimere le rivolte con l'esercito, aspettando che si esaurissero naturalmente.
  • Benito Mussolini fondò i fasci di combattimento, che si trasformarono in un partito di estrema destra, adottando metodi violenti per opporsi al socialismo.
  • Mussolini stabilì una dittatura fascista, abolendo libertà fondamentali e controllando la propaganda, incrementando il controllo statale sull'economia e alleandosi con la Germania nazista.

Indice

  1. Il dopoguerra in italia
  2. Tensioni sociali e politiche
  3. Ascesa del fascismo
  4. Consolidamento del potere fascista
  5. Propaganda e controllo sociale
  6. Politiche economiche e alleanze
  7. Biennio rosso e occupazioni
  8. Giolitti e la gestione delle proteste

Il dopoguerra in italia

Il dopoguerra in Italia fu devastante, vi erano moltissimi problemi sua politici che economico. L'inflazione cioè la svalutazione della moneta uno dei più gravi causati dalle spese di guerra troppo elevate dello stato.

La disoccupazione prese il sopravvento e molte industrie dovettero riconvertire a produzioni diverse. O vero più importanti furono quello operaio e contadino.

Tensioni sociali e politiche

Ci furono tensioni e rivolte sociali, gli operai organizzarono dei sindacati, diedero vita a scioperi per chiedere aumento dei salari e diminuzione delle ore lavorative; i contadini sentendosi traditi da chi le aveva promesso le terre ma non gliele aveva date le occuparono mentre gli impiegati diffusero idee politiche di destra con forti ostilità. Nel 1919 Il partito socialista ottenne la maggioranza relativa dei voti seguito da quello popolare. Le lotte operaie e contadine raggiunsero il culmine tra il 1919 e il 1920, periodo chiamato biennio rosso. La protesta più grave ci fu nel settembre del 1920 quando gli operai occuparono le fabbriche e i contadini le terre. Giovanni Giolitti era convinto che in Italia non si volesse fare una rivoluzione, non mando l’esercito a reprimere le rivolte ma aspetto che si placassero da sole. La confederazione italiana dei lavoratori chiese agli operai di andarsene in cambio di aumento dei salari e partecipazione all'organizzazione.

Ascesa del fascismo

Nel 1919 Benito Mussolini fondo i fasci di combattimento, un partito di estrema destra che divenne il principale nemico del socialismo. Nel 1921 divenne un vero e proprio partito e nel 1923 si alleò con quello nazionalista. Utilizzava sempre la violenza e agivano in squadre militarmente organizzate, il loro obiettivo era non solo quello di terrorizzare ma anche quello di umiliare il nemico con ad esempio l’olio di ricino. I sostenitori del fascismo erano molti: il vero medio, i contadini, gli industriali, i poliziotti, i magistrati e i militari che non processavano o punivano i fascisti. Anche Giolitti sosteneva il fascismo e sperava di potersi alleate con loro. In questo periodo inoltre i popolari e i socialisti erano in crisi, si erano separati e una meta aveva dato vita al partito comunista italiano. Il 28 ottobre 1922, con l’obiettivo di conquistare il potere, riunì tutti i suoi gruppi per marciare su Roma. Il capo del governo chiese di proclamare lo stato di assedio ma il re non lo ascoltò e nominò Mussolini capo del governo convinto di poter controllare il fascismo.

Consolidamento del potere fascista

Una volta ottenuto il potere Mussolini volle creare una vera e propria dittatura, creò la milizia volontaria e la polizia segreta, abolì le leggi per favorire i lavoratori. Nel 1924 ci furono delle nuove elezioni vinte nuovamente dai fascisti che a questo punto esprimevano ogni rivolta è falsificato i voti rimasero al governo. Matteotti denunciò tutto questo ma fu ucciso e rapito. Questo omicidio mise in cattivo occhio Mussolini ma le rivolte non servirono a nulla. Aperture dal 1925 Mussolini creò una vera dittatura e modificò le leggi: il capo del governo era responsabile solo di fronte al re , fu abolita la libertà di stampa, i partiti antifascisti furono messi fuorilegge, lo sciopero fu proibito, tutti i dipendenti pubblici dovettero abbonarsi al fascismo , al capo del popola andarono i podestà., fu istituito il tribunale speciale per la difesa dello stato, il gran consiglio del fascismo divenne un istituzione, per le elezioni era prevista un'unica lista.

Propaganda e controllo sociale

La dittatura fascista aveva un carattere totalitario perché controllava anche la vita quotidiana. Per quanto riguarda la propaganda Mussolini controllava ciò che veniva trasmesso per radio o al cinema, doveva essere in onda solo ciò che esaltava il fascismo, i suoi esponenti e i suoi simboli; creò delle organizzazioni di massa e i patti lateranensi che davano alla chiesa un ruolo importante nella vita pubblica, il cattolicesimo divenne la religione di stato. L’ideologia fascista aveva un carattere nazionalista, esaltava la guerra e la stirpe italiana, il duce esercitava un’autorità indiscussa. A partire dal 1938 il fascismo divenne razzista e gli ebrei che prima si sentivano italiani di colpo furono inferiori. Una parte di popolazione era ancora antifascista tra cui Gramsci e Gobetti.

Politiche economiche e alleanze

Mussolini rivaluta la moneta, diminuisce l’inflazione, cresce la produttività agricola e la bonifica di molte terre. La crisi del 1929 spinse Mussolini a intervenire maggiormente: le banche e le industrie furono acquisite dall'odi, favori le industrie di armamenti, adottò le politiche protezionistiche, potenziò l’Inps, l’Enpas e l’Inail. Negli anni venti, riconquista la Libia e nel 1936 l’Etiopia, utilizzando però gas asfissianti. Nel 1933 si allea con Hitler, nel 1936 firmò l’asse Roma-Berlino e nel 1938 il patto d’acciaio.

Biennio rosso e occupazioni

Le lotte degli operai e dei contadini raggiunsero il massimo dell’intensità tra il 1919 e il 1920, tanto che questo biennio viene ricordato come il “biennio rosso”.

Nel settembre del 1920, la protesta più clamorosa fu l’occupazione delle fabbriche da parte degli operai, dopo che i proprietari avevano rifiutato aumenti salariali e avevano chiuso le fabbriche stesse. L’occupazione durò alcune settimane. Allo stesso tempo, in diverse parti d’Italia, i contadini occuparono le terre.

Giolitti e la gestione delle proteste

Giovanni Giolitti era il capo del governo uscito dalle elezioni del 1919. Egli non credeva alla possibilità di una rivoluzione e pensava che la maggior parte dei dirigenti socialistici non volesse farla.

Così, Giolitti non mandò l’esercito a reprimere gli occupanti, come gli chiedevano i proprietari delle fabbriche, ma aspettò che le proteste si spegnessero da sole.

Come previsto, la Confederazione generale del lavoro bocciò la proposta di una parte dei dirigenti del Partito socialista di trasformare l’occupazione in un processo rivoluzionario. Chiese dunque agli operai di abbandonare le fabbriche in cambio di aumenti di stipendio e della possibilità di far partecipare i lavoratori alle decisioni sull'organizzazione del lavoro in fabbrica.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali cause dei problemi economici e politici in Italia nel dopoguerra?
  2. L'inflazione causata dalle spese di guerra elevate e la disoccupazione furono tra i problemi principali, con molte industrie costrette a riconvertire le loro produzioni.

  3. Cosa caratterizzò il "biennio rosso" in Italia?
  4. Il "biennio rosso" fu caratterizzato da intense lotte operaie e contadine tra il 1919 e il 1920, culminando con l'occupazione delle fabbriche e delle terre.

  5. Come reagì Giovanni Giolitti alle proteste operaie e contadine?
  6. Giovanni Giolitti non inviò l'esercito per reprimere le proteste, credendo che non ci fosse una reale volontà di rivoluzione, e attese che le proteste si placassero da sole.

  7. Quali furono le azioni di Mussolini una volta al potere?
  8. Mussolini instaurò una dittatura, abolì le leggi a favore dei lavoratori, creò la milizia volontaria e la polizia segreta, e limitò la libertà di stampa e i diritti politici.

  9. Come cambiò l'ideologia fascista a partire dal 1938?
  10. A partire dal 1938, l'ideologia fascista divenne razzista, con gli ebrei che furono considerati inferiori, nonostante prima si sentissero italiani.

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