By Simy
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Concetti Chiave

  • Le foibe, originariamente inghiottitoi carsici della Venezia Giulia, sono oggi sinonimo degli eccidi di massa avvenuti durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale.
  • I massacri delle foibe furono perpetrati dai partigiani jugoslavi contro italiani e slavi per motivi di vendetta o pulizia etnica, con un numero stimato di vittime tra i 5.000 e gli 11.000.
  • Le prime ispezioni delle foibe, condotte nel 1943, rivelarono centinaia di corpi, contribuendo a collegare il termine "foibe" agli eccidi nella memoria collettiva.
  • Il "Giorno del ricordo", istituito in Italia il 10 febbraio, commemora le vittime delle foibe, evidenziando l'importanza storica e simbolica di questi eventi.
  • Le testimonianze dei pochi sopravvissuti e di testimoni oculari offrono uno spaccato drammatico degli orrori vissuti e delle brutalità commesse durante i massacri delle foibe.
In questo appunto si descrive che cosa sia una foiba. Foiba è un termine dialettale con cui, in Venezia Giulia, si indicano i grandi inghiottitoi carsici (o caverne verticali, pozzi, voragini, fosse, cave, crepacci), di questa regione. Ma cosa sono diventate le foibe nell’immaginario comune?
descrizione delle foibe

Indice

  1. Massacri delle foibe: le vicende storiche
  2. La scoperta delle foibe e il ritrovamento dei corpi
  3. Chi sono le vittime delle foibe: testimonianze

Massacri delle foibe: le vicende storiche

La parola "foibe", derivante come abbiamo visto dai grandi inghiottitoi carsici, è oggi usata per indicare gli eccidi (uccisioni di massa) ad essi associati.

Tali crimini furono commessi dai partigiani jugoslavi comunisti durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, in Venezia Giulia e in Dalmazia. L’obiettivo di questi partigiani jugoslavi era secondo alcuni quello di ribellarsi con un’insurrezione popolare ai crimini di guerra subiti durante il periodo fascista, per altri teorici invece fu un genocidio finalizzato alla pulizia etnica nei confronti degli italiani. Il problema principale della questione “foibe” è che la vicenda spesso e ancora viene distorta e raccontata in maniera poco chiara a seconda della convenienza ideologica di chi se ne occupa. Le vicende di cui si è a conoscenza però confermano che Italiani e popoli slavi (prevalentemente croati e sloveni) erano a quei tempi in lotta per il possesso delle terre dell'Adriatico orientale. Quello delle foibe fu un vero e proprio massacro di massa, si conta infatti che il numero dei morti andasse dai cinquemila ai settemila tra civili e militari italiani (per alcuni si arriverebbe addirittura a undicimila vittime). Proprio nelle foibe, queste grandi cave carsiche, venivano gettati i corpi delle vittime, non solo una volta morti, ma spesso ancora vivi e feriti.
Per ulteriori approfondimenti sulle foibe vedi qui

La scoperta delle foibe e il ritrovamento dei corpi

Nel 1943 anche i nazisti si servirono delle foibe istriane per sbarazzarsi velocemente dei corpi dei partigiani uccisi in combattimento. Le prime ispezioni delle foibe istriane furono disposte dopo il ripiegamento dei partigiani jugoslavi, che seguì all’invasione nazista. Queste ispezioni consentirono il ritrovamento di centinaia di corpi. Il compito di indagare sulle foibe fu affidato al maresciallo dei Vigili del Fuoco Arnaldo Harzarich di Pola, che condusse l’operazione dal mese di ottobre a quello di dicembre del 1943 in Istria e così raccontò quei drammatici giorni: "Più e più volte, nel rientrare a Pola fui bersagliato dal rosario dei colpi di mitra sparati dai partigiani slavi che cercavano con tutti i mezzi di ostacolare l'esplorazione e il recupero delle salme dalle foibe". D’altra parte la propaganda (“pubblicità”) fascista si occupò molto della questione e diede un forte risalto ai ritrovamenti, suscitando una forte impressione e reazione nell’opinione pubblica. Fu allora che si iniziò ad associare automaticamente il termine "foibe" agli eccidi, fino a che questo ne divenne un sinonimo. Tra le vittime di tali massacri vi era gente di tutte le estrazioni sociali, in modo particolare però persone legate al Partito Nazionale Fascista e i nazionalisti. Con la Legge 92 del 30 marzo 2004 in Italia è stato istituito nella giornata del 10 febbraio il "Giorno del ricordo", in memoria delle vittime delle foibe.
Per ulteriori approfondimenti sul Giorno del ricordo vedi qui

Chi sono le vittime delle foibe: testimonianze

Furono poche le persone che riuscirono a salvarsi durante il massacro risalendo da queste cave carsiche (come abbiamo visto infatti, alcuni vennero gettati ancora vivi negli inghiottitoi). Tra questi superstiti ci sono alcune testimonianze come quella di Graziano Udovisi, di Giovanni Radeticchio e di Vittorio Corsi che hanno raccontato la loro drammatica esperienza ad una emittente televisiva, ne riportiamo un passo: "dopo giorni di dura prigionia, durante i quali fummo spesso selvaggiamente percossi e patimmo la fame, una mattina, prima dell'alba, sentii uno dei nostri aguzzini dire agli altri ‘facciamo presto, perché si parte subito’. Infatti poco dopo fummo condotti in sei, legati insieme con un unico filo di ferro, oltre a quello che ci teneva avvinte le mani dietro la schiena, in direzione di Arsia. Indossavamo i soli pantaloni e ai piedi avevamo solo le calze. Un chilometro di cammino e ci fermammo ai piedi di una collinetta dove, mediante un filo di ferro, ci fu appeso alle mani legate un masso di almeno venti chili. Fummo sospinti verso l'orlo di una foiba, la cui gola si apriva paurosamente nera. Uno di noi, mezzo istupidito per le sevizie subite, si gettò urlando nel vuoto, di propria iniziativa. Un partigiano allora, in piedi col mitra puntato su di una roccia laterale, ci impose di seguirne l'esempio. Poiché non mi muovevo, mi sparò contro. Ma a questo punto accadde il prodigio: il proiettile anziché ferirmi spezzò il filo di ferro che teneva legata la pietra, cosicché, quando mi gettai nella foiba, il masso era rotolato lontano da me. La cavità aveva una larghezza di circa dieci metri e una profondità di quindici sino la superficie dell’acqua che stagnava sul fondo. Cadendo non toccai fondo e tornato a galla potei nascondermi sotto una roccia. Subito dopo vidi precipitare altri quattro compagni colpiti da raffiche di mitra e percepii le parole ‘un’altra volta li butteremo di qua, è più comodo’, pronunciate da uno degli assassini. Poco dopo fu gettata nella cavità una bomba che scoppiò sott’acqua schiacciandomi con la pressione dell’aria contro la roccia. Verso sera riuscii ad arrampicarmi per la parete scoscesa e guadagnare la campagna, dove rimasi per quattro giorni e quattro notti consecutive, celato in una buca. Tornato nascostamente al mio paese, per paura di ricadere nelle grinfie dei miei persecutori, fuggii a Pola. E solo allora potei dire di essere veramente salvo".
Massacri delle foibe: cosa furono e perché avvennero articolo
Spesso ci sono anche testimoni oculari degli avvenimenti, che hanno assistito all’uccisione di civili o parenti. È il caso di Giovanni Lurman, un testimone che assistette alla morte di due carabinieri italiani, gettati vivi nelle foibe. O quello di Leo Marzini, testimone oculare di ciò che veniva perpetrato sui corpi. Marija Kukaina invece, che abitava vicino a una foiba, raccontò di sentire spesso lamenti, spari, pianti e rumori. Aveva dieci anni quando sentendo i suoi genitori parlare tra di loro, scoprì da dove provenivano quei lamenti, e le fu rivelata l’esistenza delle foibe.
Altra storia terribile è quella di Piero Tarticchio, parente di Don Angelo Tarticchio, che fu gettato vivo nelle foibe. La sua salma venne ritrovata solamente due mesi dopo, e un anno e mezzo dopo, il padre Angelo Tarticchio subì la stessa sorte.
Particolare fu anche la storia di Don Francesco Bonifacio, morto, probabilmente gettato in una foiba dai partigiani jugoslavi. La storia della sua morte è stata ricostruita e dal 2008 egli è venerato come beato. In ultimo, ma ce ne sono centinaia, la storia di Mafalda Codan, testimone oculare, che è scampata alla morte salvandosi perché riuscì a scendere dal camion mentre la portava alle foibe.
Per ulteriori approfondimenti sulle foibe vedi qui

Domande da interrogazione

  1. Che cosa rappresentano le foibe nell'immaginario comune oggi?
  2. Oggi, il termine "foibe" è associato agli eccidi di massa commessi dai partigiani jugoslavi comunisti durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, in Venezia Giulia e Dalmazia, e non solo alle formazioni carsiche.

  3. Qual è stata la reazione pubblica alla scoperta delle foibe?
  4. La scoperta delle foibe e il ritrovamento dei corpi suscitò una forte impressione nell'opinione pubblica, amplificata dalla propaganda fascista che diede grande risalto ai ritrovamenti.

  5. Chi furono le vittime dei massacri delle foibe?
  6. Le vittime includevano persone di tutte le estrazioni sociali, in particolare legate al Partito Nazionale Fascista e i nazionalisti italiani, con un numero stimato di morti tra cinquemila e undicimila.

  7. Quali testimonianze esistono riguardo ai massacri delle foibe?
  8. Esistono testimonianze di sopravvissuti come Graziano Udovisi e Giovanni Radeticchio, che raccontano le loro esperienze drammatiche, e di testimoni oculari come Giovanni Lurman e Leo Marzini.

  9. Come viene commemorata oggi la memoria delle vittime delle foibe in Italia?
  10. In Italia, la memoria delle vittime delle foibe è commemorata il 10 febbraio con il "Giorno del ricordo", istituito con la Legge 92 del 30 marzo 2004.

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