Concetti Chiave
- Le ex province romane prosperarono autonomamente dopo la caduta dell'Impero, grazie all'assenza di pesanti tasse e allo sviluppo del lavoro libero che favorì innovazioni tecnologiche.
- La riforma di Diocleziano suddivise l'impero in diocesi e province, con prefetti e vicari che amministravano, segnando una nuova organizzazione amministrativa e fiscale.
- La creazione delle province romane dopo le guerre puniche fu fondamentale per l'espansione e l'organizzazione dell'Impero, iniziando con la Sicilia come prima provincia.
- Sotto Augusto, le province furono divise in senatorie e imperiali, con il controllo diretto dell'imperatore su alcune regioni come la Spagna e la Gallia.
- L'Italia non era considerata provincia e fu divisa in regiones, esentando i suoi abitanti dalle tasse imposte ai sudditi delle province esterne all'Impero.

Indice
Autonomia delle ex provincie romane
Già in epoca romana molte fra le province e le regioni periferiche dell'impero vivevano in condizioni assai più prospere rispetto all'Italia e alla stessa Roma. Ciò era reso possibile anche e soprattutto dal fatto che queste province, non potendo procurarsi schiavi in gran numero a causa del divieto di condurre guerre di conquista (imposto dai Romani), avevano giocoforza dovuto sviluppare il lavoro libero, il che, d’altra parte, aveva stimolato applicazioni tecnologiche, ricerche di nuove fonti energetiche, traducendosi in definitiva in benessere e ricchezza.
Quando l’impero crollò, queste regioni, favorite ulteriormente dal fatto che non dovevano più pagare le pesanti tasse imposte dai Romani, si svilupparono straordinariamente.
Quando vi furono massicci spostamenti di popolazioni barbariche verso Occidente, le ex province romane (ormai autonome) ebbero la possibilità di respingere quei barbari che non desideravano accogliere e di assorbire invece le popolazioni estranee in grado di dare un contributo in campo tecnico, lavorativo, militare. Da queste mescolanze etniche nacquero popolazioni nuove: così le ex province furono l’embrione di molte delle moderne nazioni europee.
Ad esempio la Gallia abitata originariamente dai Celti, poi romanizzata, successivamente occupata dai Franchi, è l'embrione della Francia moderna, così come la Britannia celtica, in parte romanizzata e poi invasa dagli Angli e dai Sassoni, costituisce il germe della attuale Inghilterra.
Diocleziano e la tetrarchia
Con la riforma di Diocleziano, l'imperatore intervenne per metter ordine nei grandi possedimenti dell'Impero (circa un centinaio di province), suddividendoli in diocesi imperiali: divisione amministrativa all'interno della quale vi erano le province. Le diocesi erano governate da prefetti o da vicari, che rispondevano ai prefetti. I sudditi, durante gli appelli, potevano decidere se farsi giudicare dai prefetti o dai vicari.
Nonostante ciò, il termine provincia cambiò di significato in base al periodo storico romano in cui ci si trovava, fino a scomparire con la caduta dell'impero, come citato prima.
Dunque, se inizialmente le province erano intese come insieme di poteri esercitati da un funzionario o da un magistrato, con l'avvio dell'imperialismo romano, le province cominciarono ad essere intese come regioni fuori da Roma, dunque territori sottomessi il cui controllo era reso possibile grazie a questa suddivisione, controllata da funzionari scelti appositamente.
Gli abitanti delle province erano sudditi fondamentali perché, grazie alle tasse imposte sulle loro teste, generavano la crescita e lo sviluppo di Roma.
La riforma di Diocleziano venne chiamata Tetrarchia.
Le province nell'antica Roma
Con l'arrivo delle tre grandi guerre puniche, iniziate nel III secolo a.C. e terminate nel II secolo a.C., Roma riuscì ad abbattere definitivamente il nemico, Cartagine, e dunque a mettere in atto una politica espansionistica più organizzata. Questa organizzazione fu resa possibile proprio grazie all'avvento delle province.
La prima provincia ad essere creata fu la Sicilia, nel 241 a.C. La seconda e la terza furono rispettivamente Sardegna e Corsica.
Con la vittoria nella seconda guerra punica, Roma e Cartagine firmarono i trattati di pace, secondo i quali moltissimi territori della Spagna divennero territori romani. Anche la Spagna, quindi, venne divisa in province: Citerione e Spagna Ulteriore.
La suddivisione in province di tutta la Spagna avvenne veramente però solo nel I secolo, a guerra conclusa: Spagna Ulteriore, Spagna Citerior e Lusitania.
La sconfitta e la sottomissione di questi territori dimostrarono per la prima volta l'apporto significativo e l'importanza dell'invenzione delle province romane, sia per scopi organizzativi, sia per scopi espansionistici.
Alla fine del III secolo le province romane risiedevano nei municipi, amministrati dai prefetti che occupavano le quattro prefetture generali dell'impero, divise ancora a loro volta in dodici diocesi. Le province romane del III secolo erano molte, così come molti erano i territori conquistati. Infatti la necessità di Diocleziano fu quella di dividere l'impero in due: Occidente e Oriente, e di conseguenza tra due imperatori, i due Augusti, ai quali sarebbero seguiti i due Cesari.
Un altro grande cambiamento riguardo le province fu portato da Augusto, fondatore dell'impero romano, che le divise in: senatorie come l'Africa (amministrate da proconsoli), imperiali come la Spagna e la Gallia (il cui denaro ricevuto dalle tasse giungeva direttamente nelle tasche dell'imperatore) e l'Egitto (provincia personale di Augusto).
Traiano conquistò la Dacia, l'odierna Romania, e per il suo forte controllo espansionistico. La Dacia era molto voluta perché era un pozzo di giacimenti auriferi. Infatti, oltre alla Dacia, Traiano riuscì a creare nuove province come l'Arabia, l'attuale Giordania, l'Armenia e la Mesopotamia.
Le province inizialmente vennero controllate da magistrati scelti dai comizi centuriati. Solo successivamente si notò come sarebbe stato più semplice controllarle tramite consoli e pretori che detenevano poteri militari e civili sulle province amministrate.
Cosa c'era da controllare? Moltissimo. Intanto le tasse che gravavano sugli abitanti delle province e che resero però l'impero ancora più forte. Poi le decime, i dazi, le truppe militari, erano solo alcuni dei doveri dei consoli.
Con i soldi ricavati dalle province, Augusto riuscì a pagare nuovi gruppi di eserciti pronti per nuove guerre espansionistiche.
L'Italia delle province
L'Italia era sotto il territorio romano dell'impero e, proprio per questo, non era una provincia (questo fino alla riforma di Diocleziano che rese anch'essa un territorio diviso in province). Durante il dominio di Augusto venne semplicemente divisa in regiones, undici per l'esattezza: Latium et Campania; Apulia et Calabria; Lucania et Bruttium; Samnium; Etruria; Picenum; Umbria; Aemilia; Venetia et Histria; Liguria; Transpadana.
Proprio perché non provincia, gli abitanti dell'Italia erano liberi da qualsiasi imposta e tassa, riservata ai sudditi delle province e quindi dei territori esterni all'impero romano, considerati semplici proprietà.
Per ulteriori approfondimenti sulle ex province romane vedi anche qui
Domande da interrogazione
- Qual era la condizione economica delle province romane rispetto all'Italia e a Roma?
- Come si svilupparono le ex province romane dopo la caduta dell'Impero?
- Quali furono le riforme amministrative introdotte da Diocleziano?
- Quali furono le prime province create da Roma e in quale contesto storico?
- Come venne suddivisa l'Italia sotto il dominio romano?
Le province romane erano spesso più prospere rispetto all'Italia e a Roma, grazie allo sviluppo del lavoro libero e all'innovazione tecnologica, poiché non potevano procurarsi schiavi in gran numero.
Dopo la caduta dell'Impero, le ex province romane si svilupparono straordinariamente, favorite dall'assenza delle pesanti tasse romane e dalla capacità di respingere o assorbire popolazioni barbariche.
Diocleziano introdusse la suddivisione dell'Impero in diocesi imperiali, governate da prefetti o vicari, e la riforma fu conosciuta come Tetrarchia.
Le prime province create furono la Sicilia, la Sardegna e la Corsica, nel contesto delle guerre puniche, che permisero a Roma di espandere il suo dominio.
L'Italia non era considerata una provincia ma fu divisa in undici regiones sotto il dominio di Augusto, e solo con la riforma di Diocleziano divenne un territorio diviso in province.