Concetti Chiave
- Stalin abolished the NEP and launched a campaign against the kulaks, forcing them into collective farms called Kolkhozes.
- Resistance from the kulaks led to severe persecution, deportations, and imprisonment in labor camps.
- The forced collectivization and repression resulted in a devastating famine in Ukraine, exacerbated by Stalin's policies.
- Stalin's regime caused the deaths of millions, transforming the Soviet Union into an industrial power amid global economic crises.
- The brutality of Stalin's actions was largely hidden from Europe until after his death and the subsequent destalinization process.
Indice
La collettivizzazione forzata
Stalin procedette all'abolizione della Nep e si riapri la guerra con i kulaki, i contadini benestanti. Stalin impose la collettivizzazione delle campagne, quindi i contadini che avevano una piccola proprietà e che sfruttavano la riforma
agraria per acquistare un pezzo di terreno, dovettero cedere tutto allo stato e furono costretti a far parte dei Kolchoz, ovvero delle aziende agrarie collettive. Molti si rifiutarono e perciò iniziarono ad essere perseguiti e a essere mandati nei campi di concentramento. Stalin apri una vera e propria guerra con questa classe (i contadini arricchiti grazie alla Nep) e impose la requisizione forzata dei beni. I contadini risposero rimuovendo le semine e addirittura cancellando gli animali per non essere socializzati nei kolchoz.
La carestia e le sue conseguenze
Questo portò innanzitutto alla deportazione e alla uccisione di moltissimi contadini, dell'intera classe dei kulaki, ma anche ad una delle carestie più terribili che colpi l'Ucraina, nel 33. La carestia fu aggravata dal fatto che Stalin impedì ai contadini di spostarsi per cercare cibo nelle città. Stalin usò quindi, la carestia, come vero e proprio strumenti per ammazzare i contadini senza sporcarsi le mani, obbligandoli a restare dove non c'era cibo, portandolo al punto di dover mangiare i propri figli, ci furono casi di cannibalismo. I morti furono tantissimi, inoltre chi non moriva lavorava nei campi di prigionia dove anche tutti i prigionieri politici venivano rinchiusi e quando non erano immediatamente fucilati, erano costretti a lavorare in zone inospitali, verso il Polo Nord, nei pressi della Siberia, dove le temperature arrivano a -50 gradi e si moriva di freddo, fame, fatica. Stalin, quindi, causò la morte di circa 6 milioni di persone.
La propaganda e la realtà sovietica
L'Unione Sovietica, nel giro di pochissimo tempo, divenne uno degli stati più arretrati, con un sistema economico medievale ma allo stesso tempo, divenne la seconda potenza industriale grazie ai piani quinquennali di Stalin. Ciò avvenne nello stesso periodo in cui l'occidente e il mondo capitalistico viveva una grave crisi economica e Stalin utilizzò, a livello propagandistico, questa crisi per presentare il piano socialista come superiore rispetto all'economia capitalistica, anche se in realtà, abbiamo visto, che il "prezzo" pagato dalla popolazione fu elevatissimo.
Il regime di terrore di Stalin
Il regime di Stalin è uno dei pochi regimi che ha ucciso connazionali senza motivazioni di tipo teorico, ideologico, quindi senza avere neanche una tesi razzista, secondo cui bisognava eliminare a tutti i costi una determinata categoria. Semplicemente, Stalin eliminava chiunque ostacolasse la sua dittatura, sia personale, all'interno dei bolscevichi, sia all'interno dell'armata rossa, infatti, oltre all'epurazione del partito bolscevico ci fu quello dell'armata rossa e sia tra la
popolazione, soprattutto tra i contadini. Ovviamente in Europa non si conoscevano le condizioni di vita in Unione Sovietica poiché Stalin non faceva trapelare nulla. In realtà anche all'interno delle città non si sapeva come i contadini vivessero (la moglie di Stalin non sapeva nulla, finché fece un giro tra le campagne e si suicidò, perché la situazione in cui suo marito aveva ridotto questa parte della società russa e i paesi confinanti, era terribile).
L'illusione comunista in Europa
In Europa, i militanti comunisti immaginavano che la Russia fosse "Eden", il paradiso terrestre, fino al '53, quando Stalin morì e, grazie la destalinizzazione con Nikita Kruscev, furono denunciati tutti i crimini di Stalin, quindi anche l'Europa venne a conoscenza di ciò che realmente in Unione Sovietica.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze della collettivizzazione forzata imposta da Stalin ai kulaki?
- Come reagirono i contadini alle politiche di Stalin?
- In che modo Stalin utilizzò la carestia come strumento politico?
- Qual era la percezione dell'Unione Sovietica in Europa durante il regime di Stalin?
- Quali furono le conseguenze economiche e sociali delle politiche di Stalin?
La collettivizzazione forzata portò alla persecuzione dei kulaki, alla loro deportazione nei campi di concentramento e a una terribile carestia in Ucraina nel 1933, che causò milioni di morti.
I contadini risposero rimuovendo le semine e uccidendo gli animali per evitare la socializzazione nei kolchoz, ma furono comunque perseguitati e molti furono deportati o uccisi.
Stalin usò la carestia per eliminare i contadini senza sporcarsi le mani, impedendo loro di cercare cibo altrove e costringendoli a restare in aree senza risorse alimentari.
In Europa, molti comunisti credevano che l'Unione Sovietica fosse un paradiso terrestre, ignari delle reali condizioni di vita, fino alla destalinizzazione che rivelò i crimini di Stalin.
L'Unione Sovietica divenne una potenza industriale grazie ai piani quinquennali, ma a un costo umano elevatissimo, con un sistema economico arretrato e milioni di morti causati dalle politiche repressive di Stalin.