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Concetti Chiave

  • Negli anni Settanta e Ottanta, la crisi economica ha colpito non solo i paesi capitalisti, ma anche la Russia, i suoi satelliti e la Cina, segnando un evento epocale a livello mondiale.
  • La Cina ha rinnegato la rivoluzione culturale e ha iniziato ad accogliere investimenti stranieri, allineandosi con gli Stati Uniti a scapito delle relazioni con la Russia.
  • Il rapido sviluppo economico cinese ha portato a nuove disuguaglianze sociali, compromettendo in parte i progressi della rivoluzione nel superare la fame.
  • Nonostante le riforme economiche, il partito comunista cinese ha mantenuto un rigido controllo sulla società, limitando le libertà politiche e non tollerando il dissenso.
  • Il ritorno di Hong Kong alla Cina nel 1997 ha segnato un significativo impulso economico, con la città che ha mantenuto ampie autonomie locali.

Indice

  1. La crisi globale degli anni Settanta
  2. L'apertura economica della Cina
  3. Le disuguaglianze sociali in Cina
  4. Il controllo politico e Hong Kong

La crisi globale degli anni Settanta

La crisi degli anni Settanta e Ottanta non riguarda soltanto il mondo capitalistico (come la crisi degli anni Venti e Trenta, alla quale, come si è visto, la Russia era rimasta estranea), ma coinvolge in maniera altrettanto profonda, la Russia, i suoi satelliti, e la Cina, e manifesta così la sua natura di crisi epocale e mondiale.

L'apertura economica della Cina

La Cina, rinnegata progressivamente l’esperienza della rivoluzione culturale, ed isolato gradualmente il suo stesso capo carismatico Mao, ancor prima della sua morte (1976) e della successiva “demaoizzazione”, in una posizione lontana dall’effettiva gestione del potere, nel corso degli anni Settanta apre le sue porte ai primi investimenti del capitale straniero, soprattutto giapponese ed americano, che la sua struttura sociale, pur non capitalistica, con il suo carattere decentrato e non rigidamente pianificato, sembra poter assorbire più di quanto non lo possa il collettivismo burocratico della Russia.

Ciò spiega come la Cina, capovolta la sua politica estera sviluppata negli anni Sessanta, accolga nel 1972 il presidente americano Nixon e si allinei, di fatto, negli anni successivi, con gli Stati Uniti contro la Russia.

Le disuguaglianze sociali in Cina

Lo sviluppo economico cinese, però, una volta affidato in larga misura al giuoco degli interessi privati e degli investimenti esteri, ricrea disuguaglianze sociali che, nelle condizioni concrete del paese, compromettono, in alcune fasce sociali più sfavorite, quella che è stata la più grande realizzazione della rivoluzione cinese, e cioè il superamento del problema della fame. Non a caso il paese mantiene ancora l’eredità, non superata del tutto dell' arretratezza risalente all'epoca prerivoluzionaria, considerando anche nel 1982, che la popolazione ha raggiunta la cifra di 1 miliardo di abitanti, corrispondente a circa la quarta parte della popolazione totale del pianeta. 15 anni dopo, nel 1997, la popolazione cinese è calcolata attorno ad un miliardo e 200 milioni. Nel corso degli anni Novanta, la Cina, dopo aver permesso e favorito un certo ritorno all’economia di mercato e registrato una rilevante dinamicità imprenditoriale ed economica, grazie anche agli investimenti stranieri, si è aperta al turismo e alla civiltà dei consumi. All’evoluzione economica, tuttavia, non corrisponde una pari liberalizzazione nell’esercizio delle libertà politiche.

Il controllo politico e Hong Kong

Anche dopo la morte di Deng-Xiao Ping (1993), colui che ha avallato la sanguinosa repressione degli studenti nella piazza Tien An Men, a Pechino (1989), il partito comunista cinese ha continuato a conservare un rigido controllo sociale sulla società civile, non tollerando forme di dissenso. Anche nella vita politica si è aperto, però, in Cina, un clima nuovo. Intanto, il 1° luglio 1997, Hong Kong, colonia inglese dal 1842, una delle città più prospere e dinamiche del mondo, con oltre 6 milioni di abitanti, punto vitale per gli scambi tra l’immenso mondo cinese e l’Occidente, è ritornata definitivamente alla Cina, ma conservando un’ampia serie di autonomie locali, che la Cina si è impegnata a tutelare. La crescita commerciale di Hong Kong è destinata a rappresentare un importante impulso per l'evoluzione accelerata della Cina popolare.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stata la natura della crisi degli anni Settanta e Ottanta?
  2. La crisi degli anni Settanta e Ottanta è stata una crisi epocale e mondiale che ha coinvolto non solo il mondo capitalistico, ma anche la Russia, i suoi satelliti e la Cina.

  3. Come ha reagito la Cina alla crisi economica degli anni Settanta?
  4. La Cina ha progressivamente rinnegato l'esperienza della rivoluzione culturale e ha aperto le sue porte agli investimenti stranieri, soprattutto giapponesi e americani, allineandosi con gli Stati Uniti contro la Russia.

  5. Quali sono state le conseguenze dello sviluppo economico cinese?
  6. Lo sviluppo economico cinese ha ricreato disuguaglianze sociali che hanno compromesso il superamento del problema della fame, mantenendo l'eredità dell'arretratezza prerivoluzionaria.

  7. Qual è stato il ruolo del comunismo nella società civile cinese dopo la morte di Deng-Xiao Ping?
  8. Dopo la morte di Deng-Xiao Ping, il partito comunista cinese ha continuato a mantenere un rigido controllo sociale sulla società civile, non tollerando forme di dissenso.

  9. Qual è stato l'impatto del ritorno di Hong Kong alla Cina nel 1997?
  10. Il ritorno di Hong Kong alla Cina ha rappresentato un importante impulso per l'evoluzione accelerata della Cina popolare, mantenendo un'ampia serie di autonomie locali.

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