Concetti Chiave
- La Sinistra storica, guidata da Agostino Depretis, promuove riforme in istruzione, legge elettorale e tariffa economica per modernizzare l'Italia.
- Depretis introduce il trasformismo politico, eliminando la distinzione tra Destra e Sinistra, per evitare l'ingresso in Parlamento di repubblicani e socialisti.
- Francesco Crispi, successore di Depretis, si ispira a Bismark e punta alla nazionalizzazione delle masse e a riforme istituzionali significative.
- Crispi implementa il Codice Zanardelli, abolendo la pena di morte e garantendo legittimità agli scioperi, ma reprime i Fasci dei lavoratori.
- La politica coloniale di Crispi fallisce con la sconfitta di Adua, compromettendo il tentativo di trasformare l'Italia in una potenza mondiale.
Indice
La sinistra storica e le riforme di Depretis
La Sinistra storica si basa su personaggi liberali con posizioni più riformiste rispetto alla Destra storica, con quelle che verranno in seguito denominate dittature parlamentari.
Dal 1876 al 1879 diventa capo dei governi di Sinistra Agostino Depretis, dopo la morte di Urbano Rattazzi. Esponente moderato, introduce tre riforme particolarmente importanti:
- Istruzione elementare: l’obbligo di frequenza della scuola elementare viene esteso a nove anni e vengono introdotte delle sanzioni per i genitori che rifiutano di mandare i figli a scuola. Essa, inoltre, viene attribuita ai comuni, che rappresenta uno svantaggio soprattutto per il Meridione, economicamente arretrato
- Legge elettorale: vengono abbassati a 21 anni il limite di età per votare e a 19 lire il reddito richiesto. Viene istituita, inoltre, l’alfabetizzazione come requisito fondamentale, che determina un ampliamento elettorale del 9%
- Tariffa economica: è un’estensione della precedente tariffa economica introdotta sempre dalla Sinistra, e difende l’agricoltura italiana e le industrie nazionali.
Le critiche al trasformismo di Depretis
Per evitare, inoltre, l’ingresso in Parlamento delle ali estreme, ovvero repubblicani e socialisti, Depretis introduce il Centro liberale, cancellando la distinzione tra Destra e Sinistra tramite accordi elettorali, determinando così l’assenza del bipolarismo, ovvero la presenza dell’opposizione.
Gli oppositori politici chiameranno questa strategia trasformismo, sulla base dello slogan di Depretis “trasformazione dei partiti”, e la contesteranno sulla base di tre motivazioni: la critica ai personaggi della Destra che abbandonano le loro convinzioni per rimanere nella maggioranza e, di conseguenza, beneficiare di disposizioni di favore; la critica all’assenza del bipolarismo, ovvero l’assenza di una linea netta tra maggioranza e opposizione, che incalza e corregge la prima; la critica al ricorso a pratiche di natura clientelare per la raccolta di consensi.
L'era di Crispi e le sue riforme
Alla sua morte nel 1887 viene sostituito da Francesco Crispi, suo acerrimo nemico. Crispi, ammiratore della politica tedesca di Bismark, si prefigge un programma ambizioso: la nazionalizzazione delle masse, ovvero un’azione di diffusione di simboli e valori per insegnare la nazione alle masse, come nuovi programmi di studio che insegnino ad amare la patria per la scuola elementare e monumenti a Mazzini, Vittorio Emanuele II e Garibaldi; e una serie di riforme istituzionali
- Amministrazione locale: vengono abbassati i requisiti economici per partecipare alle elezioni amministrative e la carica di sindaco viene resa elettiva.
- Norme penali: viene introdotto il Codice Zanardelli, che abolisce la pena di morte e garantisce legittimità agli scioperi.
- Repressione dei conflitti sociali: oltre all’introduzione di leggi anti anarchiche, che determina lo scioglimento del Partito socialista dei lavoratori italiani, vengono repressi i Fasci dei lavoratori, associazioni politiche guidate da borghesi che chiedono riforme e protestano per le tasse locali.
- Politica coloniale: la politica estera per trasformare l’Italia in una potenza mondiale fallisce, in quanto la guerra per la conquista dell’Etiopia viene persa con la sconfitta di Adua del 1896.
Crispi muore nel 1901 e viene sostituito da Giovanni Giolitti, suo avversario politico, nella guida del Paese.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali riforme introdotte da Agostino Depretis durante il suo governo?
- Qual era la strategia politica di Depretis per evitare l'ingresso delle ali estreme in Parlamento?
- Quali furono le riforme istituzionali e sociali promosse da Francesco Crispi?
- Quali furono le conseguenze della politica coloniale di Crispi?
Depretis introdusse riforme significative nell'istruzione elementare, nella legge elettorale e nella tariffa economica, ampliando l'accesso all'istruzione, abbassando i requisiti per il voto e proteggendo l'agricoltura e le industrie nazionali.
Depretis introdusse il Centro liberale e cancellò la distinzione tra Destra e Sinistra tramite accordi elettorali, una strategia chiamata trasformismo, criticata per l'assenza di bipolarismo e pratiche clientelari.
Crispi abbassò i requisiti economici per le elezioni amministrative, rese elettiva la carica di sindaco, introdusse il Codice Zanardelli abolendo la pena di morte, e represse i conflitti sociali e i Fasci dei lavoratori.
La politica coloniale di Crispi fallì con la sconfitta nella guerra per la conquista dell'Etiopia, culminata nella battaglia di Adua del 1896, impedendo all'Italia di diventare una potenza mondiale.