Concetti Chiave
- Giolitti nel 1920 successe a Nitti, ma si trovò di fronte a una società italiana con problemi complessi e difficili da risolvere.
- I rapporti con i vari partiti erano tesi: i socialisti rifiutavano il governo, i capitalisti erano indipendenti, e il partito popolare offriva solo un supporto parziale.
- Nonostante il fallimento del suo piano politico generale, Giolitti riuscì a gestire efficacemente alcune questioni tattiche, come il trattato di Tirana e lo sgombero di Fiume.
- Il trattato di Rapallo concesse le coste dalmate agli slavi, mentre Zara restò italiana, con Fiume come città libera e Istria sotto controllo italiano.
- In politica interna, Giolitti approvò riforme che rafforzavano la sovranità del parlamento e nuove leggi sui decreti legge.
Indice
La successione di Giolitti
Durante lo stesso comunicato stampa nel quale si dichiarava la Caporetto Liberale, Giolitti esprimeva implicitamente la sua disposizione per succedere a Nitti e infatti ciò avvenne nel 1920 anche se la società italiana mostrò di avere problemi che difficilmente Giolitti potè risolvere.
I problemi politici di Giolitti
Tra i principali problemi vi fu quello del rapporto con i vari partiti e classi: i capitalisti, sebbene in passato Giolitti si impegnò ad appoggiarli in parte, si dimostravano ormai indipendenti e contro istituzioni liberali; i socialisti rifiutavano di appoggiare un governo che proponeva programmi democratici; il partito popolare invece appoggiava ma soltanto in parte il governo; per quanto riguarda la camera essa non aveva più il potere di un tempo che adesso era ad appannaggio dei partiti di massa.
Il fallimento del piano di Giolitti
Il piano di Giolitti fu dunque un fallimento su tutti i fronti: il partito socialista infatti non si lasciò trascinare dalla proposta di una politica riformista; il partito popolare non si fece sottovalutare; il fascisti invece si lasciarono usare per ottenere una posizione rispettabile nel panorama politico italiano.
Successi tattici di Giolitti
Tuttavia il programma di Giolitti si dimostrò efficace tatticamente, infatti si liberò del protettorato sull’Albania che stava iniziando a fare rivolte e conservò l’isolotto si Saseno, importante per il controllo sul canale di Otranto ( trattato di Tirana)
Riguardo la situazione adriatica Giolitti lasciò agli slavi le coste dalmate meno la città di Zara attraverso il trattato di Rapallo; Fiume divenne città libera e Istria, Cherso e Lussino rimasero all’Italia.
Tuttavia lo sgombero di D’Annunzio e dei suoi dalla città di Fiume fu forzato e violento (Natale di sangue).Politica interna e riforme
Per quanto riguarda la politica interna fu approvata la riforma che stabiliva la sovranità del parlamento anche in situazioni internazionali,altre leggi che permettevano di ricorrere ai decreti legge e fu imposta la nominatività dei titoli.
Domande da interrogazione
- Quali furono i principali problemi politici affrontati da Giolitti durante il suo governo?
- In che modo Giolitti riuscì a ottenere successi tattici nonostante il fallimento del suo piano politico?
- Quali riforme interne furono approvate durante il governo di Giolitti?
Giolitti dovette affrontare problemi con vari partiti e classi sociali: i capitalisti erano ormai indipendenti e contrari alle istituzioni liberali, i socialisti rifiutavano di appoggiare il governo, e il partito popolare offriva solo un supporto parziale. Inoltre, la camera aveva perso potere a favore dei partiti di massa.
Giolitti ottenne successi tattici liberandosi del protettorato sull'Albania e mantenendo il controllo sull'isolotto di Saseno. Inoltre, attraverso il trattato di Rapallo, gestì la situazione adriatica lasciando agli slavi le coste dalmate, mentre Zara, Fiume, Istria, Cherso e Lussino rimasero sotto controllo italiano.
Durante il governo di Giolitti, fu approvata una riforma che stabiliva la sovranità del parlamento anche in situazioni internazionali, furono introdotte leggi che permettevano l'uso dei decreti legge e fu imposta la nominatività dei titoli.