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Concetti Chiave

  • La seconda rivoluzione industriale portò a notevoli progressi grazie all'uso di nuove fonti energetiche come il petrolio e lo sviluppo di settori come quello chimico ed elettrotecnico.
  • L'elettricità ebbe un ruolo cruciale, facilitando la diffusione dell'industria automobilistica e trasformando la vita quotidiana nei paesi industrializzati.
  • Lo Stato ha avuto un impatto significativo sull'industrializzazione, attraverso politiche di protezionismo e infrastrutture, soprattutto nei paesi che si industrializzarono più tardi.
  • Il XX secolo ha visto tre modelli di sviluppo economico: liberalismo estremo, economia pianificata e sistema misto, ciascuno con approcci diversi al ruolo dello Stato.
  • Il sistema misto, comune in molti paesi, combina il capitalismo con una significativa partecipazione statale in settori chiave, sebbene stia avvenendo una crescente privatizzazione.

Indice

  1. Progresso industriale tra Ottocento e Novecento
  2. Ruolo dello Stato nei Paesi industrializzati
  3. Evoluzione del Giappone e ruolo del MITI
  4. Forme di intervento statale nel XX secolo
  5. Economia pianificata e liberalizzazione
  6. Sistema misto e privatizzazione

Progresso industriale tra Ottocento e Novecento

Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, l’industria fece passi da gigante grazie ai progressi nel campo della ricerca scientifica applicata al campo industriale. Vennero utilizzate nuove fonti energetiche come il petrolio e si svilupparono nuovi settori, come quello chimico ed elettrotecnico.

Nella seconda rivoluzione industriale, ebbe grande importanza l’elettricità, annessa alla sua distribuzione a livello territoriale. In seguito all’invenzione del motore a scoppio, nacque l’industria automobilistica. La creazione di nuovi beni di consumo portò ad una trasformazione della vita quotidiana degli abitanti dei Paesi industrializzati.

Ruolo dello Stato nei Paesi industrializzati

Oggi nei Paesi industrializzati un ruolo importante è rappresentato dallo Stato: infatti la sua presenza ha influito fin dalla metà dell’Ottocento, quando in Inghilterra, dopo un periodo di assoluta libertà (chiamato laissez–faire), vennero adottate le prime leggi sul lavoro in fabbrica. Nei Paesi europei, dove l’industrializzazione si era avviata con ritardo, lo Stato assunse un ruolo di maggiore importanza, grazie alle politiche commerciali di protezionismo, che favorivano il decollo industriale, e con la realizzazione di numerose infrastrutture. Nel secondo dopoguerra, l’intervento dello Stato è andato progressivamente aumentando, soprattutto per ridurre gli squilibri territoriali che si erano creati in seguito allo sviluppo industriale che aveva favorito alcune regioni emarginandone altre. Per rimediare a ciò lo Stato ha cercato di trasferire le aziende private nelle aree svantaggiate, con la conseguente costruzione di infrastrutture, e con la concessione di agevolazioni fiscali e finanziamenti, volti a ridurre la disoccupazione e ad incrementare il reddito.

Evoluzione del Giappone e ruolo del MITI

Questa evoluzione ha riguardato anche il Giappone, dove l’azione delle autorità statali è indirizzata dal MITI (Ministero dell’industria e del commercio estero) verso le aree ritenute strategiche, piuttosto che nelle zone deboli.

Forme di intervento statale nel XX secolo

Il ruolo dello Stato nel corso del XX° secolo per lo sviluppo industriale ed economico può essere diviso in tre forme principali:

- l’estremo liberalismo, tipico degli Stati Uniti e della Gran Bretagna con un governo conservatore;

- l’economia pianificata, presenti nei Paesi dell’Est a regime comunista;

- il cosiddetto regime misto, molto più frequente.

La situazione dei Paesi liberalisti è ben rappresentata dagli Stati Uniti, dove lo Stato non gestisce trasporti, energia, comunicazioni e settori per la produzione bellica. Interviene invece con leggi che regolamentano i rapporti di lavoro, cercando di evitare la formazione di monopoli. Inoltre anche se lo Stato americano non sovvenziona le industrie direttamente, molte società prosperano grazie alle commesse statali.

L’esercito, la marina, l’aviazione e la NASA finanziano quasi totalmente le ricerche scientifiche, che costituiscono il primato tecnologico degli USA.

Economia pianificata e liberalizzazione

Un esempio tipico si economie pianificate era costituoto dall’Unione Sovietica, dove l’industria era gestita dallo Stato e la produzione era programmata sulla base di piani quinquennali. In questi luoghi per lunghi periodi erano introvabili prodotti di uso comune. L’unico vantaggio di questo tipo di economia era la piena occupazione. Anche la Cina, governata da un regime comunista, si è avviata verso la progressiva liberalizzazione.

Esistono ancora oggi Paesi come l’Arabia Saudita, l’Iran e la Libia, soggetti ad un potere politico–economico molto concentrato, con monarchie assolute, dittature e regimi teocratici.

Sistema misto e privatizzazione

Il sistema misto rappresenta la soluzione più frequente. Esso è costituito da un regime capitalistico, dove lo Stato ha una forte presenza in molti settori economici, dove agisce direttamente come imprenditore, in particolare nel settore energetico (ENEL), in quelli di pubblica utilità (Poste, Ferrovie, Autostrade), e nel salvataggio di imprese in crisi. Ultimamente, però, è in corso un processo di privatizzazione del settore pubblico, riguardante settori maturi come quello siderurgico e settori strategici come quello delle telecomunicazioni e dell’energia.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le principali innovazioni della seconda rivoluzione industriale?
  2. La seconda rivoluzione industriale vide l'uso di nuove fonti energetiche come il petrolio, lo sviluppo di settori come quello chimico ed elettrotecnico, e l'importanza dell'elettricità e della sua distribuzione. Inoltre, l'invenzione del motore a scoppio portò alla nascita dell'industria automobilistica.

  3. Qual è stato il ruolo dello Stato nei Paesi industrializzati durante la seconda rivoluzione industriale?
  4. Lo Stato ha avuto un ruolo cruciale, influenzando l'industrializzazione attraverso politiche di protezionismo e la costruzione di infrastrutture. Nel secondo dopoguerra, lo Stato ha cercato di ridurre gli squilibri territoriali trasferendo aziende in aree svantaggiate e offrendo agevolazioni fiscali.

  5. Come si differenziano i tre sistemi economici principali del XX secolo?
  6. I tre sistemi economici principali sono: l'estremo liberalismo, tipico di Stati Uniti e Gran Bretagna; l'economia pianificata, presente nei Paesi comunisti dell'Est; e il regime misto, dove lo Stato ha una forte presenza in molti settori economici.

  7. In che modo il liberalismo economico si manifesta negli Stati Uniti?
  8. Negli Stati Uniti, lo Stato non gestisce settori come trasporti, energia e comunicazioni, ma interviene con leggi per regolamentare i rapporti di lavoro e prevenire monopoli. Le ricerche scientifiche sono finanziate principalmente da enti statali come l'esercito e la NASA.

  9. Quali sono le caratteristiche del sistema economico misto?
  10. Il sistema misto combina un regime capitalistico con una forte presenza statale in settori economici chiave, come l'energia e i servizi pubblici. Lo Stato agisce come imprenditore e interviene nel salvataggio di imprese in crisi, ma è in corso un processo di privatizzazione in alcuni settori.

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