Concetti Chiave
- La Seconda Guerra Mondiale iniziò con l'invasione della Polonia da parte della Germania il 1º settembre 1939, seguita da dichiarazioni di guerra di Francia e Inghilterra.
- Il Fronte Orientale vide l'invasione tedesca dell'Unione Sovietica nel 1941, culminando nella battaglia di Stalingrado che segnò un punto di svolta per l'Armata Rossa.
- Nel Fronte Occidentale, la Germania aggirò la Linea Maginot invadendo Francia, Olanda e Belgio, portando alla caduta di Parigi nel giugno 1940.
- Lo sbarco in Normandia, noto come Operazione Overlord, avvenne il 6 giugno 1944 e fu decisivo per l'apertura del fronte occidentale contro la Germania nazista.
- La caduta del regime fascista in Italia avvenne il 25 luglio 1943 con l'arresto di Mussolini, portando alla costituzione del governo Badoglio e all'armistizio con gli Alleati.
Indice
- L'inizio della seconda guerra mondiale
- La guerra lampo e le prime invasioni
- L'invasione della Francia e la resistenza inglese
- L'entrata in guerra dell'Italia e la divisione della Francia
- La battaglia d'Inghilterra e il fronte africano
- L'invasione dell'Unione Sovietica
- L'attacco a Pearl Harbor e la guerra nel Pacifico
- Lo sbarco in Sicilia e la caduta di Mussolini
- L'armistizio italiano e la Repubblica di Salò
- La liberazione dell'Italia e la resistenza partigiana
- Lo sbarco in Normandia e la fine della guerra
L'inizio della seconda guerra mondiale
Il 1º settembre 1939, senza alcuna dichiarazione di guerra, la Germania invade la Polonia e annette la città di Danzica. Il patto segreto con Stalin (patto Molotov-Von Ribbentrop) prevedeva che l’Unione Sovietica occupasse contemporaneamente parte della Polonia e gli Stati baltici nel caso la Germania fosse entrata in guerra.
Il 3 settembre Francia e Inghilterra dichiarano guerra alla Germania. L’Italia si definiva “non belligerante”, cioè neutrale, motivando la sua decisione con l’inadeguata preparazione dell’esercito e dell’industria bellica.
La guerra lampo e le prime invasioni
Inizio così da parte tedesca la guerra lampo (Blitzkrieg), alla quale servivano mezzi bellici particolarmente potenti per contrastare il nemico. Per questo motivo vennero istituite le Divisioni Corazzate, specializzate soprattutto nell’attacco e dotate di mezzi da combattimento rivestiti in acciaio e quindi capaci di resistere al fuoco delle armi nemiche (per esempio i carri armati). Era nata la Panzerdivision che si contrapponeva ai vecchi modelli bellici usati ancora dalle forze nemiche.
Sul fronte orientale, l’Unione Sovietica attaccò la Finlandia e la Polonia orientale: fu in questa occasione che i Sovietici attuarono un terribile massacro nei confronti di ufficiali e generali polacchi. Celebre è l’episodio della foresta di Katyn, in cui i sovietici uccisero più di 4000 ufficiali polacchi e li gettarono in fosse comuni.
Nel frattempo, la Germania invade la Danimarca e la Norvegia. La Danimarca si arrese senza opporre troppa resistenza, mentre in Norvegia le forze governative abbandonarono il Paese, permettendo a Quisling (il capo del partito filonazista norvegese) di prendere il potere e di allearsi quindi con Hitler.
L'invasione della Francia e la resistenza inglese
La Francia si era disposta lungo la linea Maginot, sul confine franco-tedesco. La Germania però, come già aveva fatto in passato, invase i territori neutrali per aggirare la linea Maginot. Così dopo aver invaso Olanda, Belgio e Lussemburgo arrivò in Francia e sconfisse i francesi sulle Ardenne, avanzando verso Parigi e verso il mare. Gli inglesi arrivarono in Francia in soccorso dei francesi, ma si ritrovarono chiusi in una morsa e così decisero di reimbarcarsi verso l’Inghilterra dal porto di Dunkerque. Navi inglesi e francesi andavano avanti e indietro tra la Francia e l’Inghilterra, continuamente attaccati dall’aviazione e dall’artiglieria tedesca. Così nel giugno del 1940 l’esercito tedesco entra trionfante a Parigi.
L'entrata in guerra dell'Italia e la divisione della Francia
Nel frattempo Mussolini, persuaso dalle continue vittorie della Germania, decide di entrare in guerra anche senza il consenso del ministro degli esteri Galeazzo Ciano.
Il maresciallo francese Philippe Pétain firma l’armistizio con la Germania e la Francia si divide in due: il Nord e parte del Centro-Ovest andò sotto il controllo diretto della Germania, mentre nel Sud nacque il governo di Vichy, un governo filonazista e collaborazionista con Hitler, con a capo Pétain.
Charles De Gaulle, un generale francese rifugiatosi in Inghilterra, diventa così un fermo oppositore di Hitler e il primo esempio di resistenza contro l’occupazione nazista in Francia. Infatti fondò una trasmissione della BBC, Radio Londra, con lo scopo di diffondere notizie sul conflitto e di organizzare la resistenza contro i nazisti.
La battaglia d'Inghilterra e il fronte africano
Dal giugno 1940 la Gran Bretagna era rimasta da sola ad affrontare la Germania. Hitler decise così di avviare l’operazione “Leone marino”, il cui scopo era quello di scoraggiare la popolazione civile inglese e di occupare l’isola contando sulla superiorità numerica della Luftwaffe (aviazione tedesca) sulla Royal Air Force (aviazione britannica).
Per tre lunghi mesi l’Inghilterra divenne il bersaglio di continui bombardamenti: Londra, Liverpool e Coventry saranno le città più colpite. Ma la popolazione, incoraggiata dal primo ministro Winston Churchill, non si scoraggiò. Inoltre gli inglesi utilizzarono per la prima volta i radar, con i quali furono in grado di intercettare gli aerei tedeschi e di avvertire la popolazione prima che arrivassero in città.
Nell’ottobre 1940, la “battaglia d’Inghilterra” poteva considerarsi fallita e il progetto di una guerra lampo era concluso.
Nel settembre 1940, si era aperto il fronte in Africa da parte dell’Italia: l’obiettivo era sconfiggere gli inglesi presenti sul territorio nordafricano. L’esercito italiano ottenne iniziali successi: occupò la Somalia e, in Libia, alcune zone di confine con l’Egitto. Ma si trattò di una vittoria effimera: ben presto infatti gli inglesi bloccarono l’avanzata del generale Graziani.
Nel gennaio del 1941 iniziò quindi la controffensiva inglese: attraverso l’Egitto, parte dell’esercito inglese entrò in Libia e conquistò la Cirenaica. I tedeschi così decisero di intervenire in aiuto degli italiani con l’Africa Korps, un corpo corazzato guidato dal generale Rommel, conosciuto come “la volpe nel deserto” per le sue doti strategiche. L’intervento tedesco rappresentò una dura umiliazione per l’esercito italiano che alla fine fu comunque sconfitto ad Amba Alagi (maggio 1941). Nel 1942 le truppe corazzate tedesche guidate da Rommel riuscirono a sconfiggere gli inglesi a Tobruk e a prendere El Alamein il 27 giugno. Rommel così decise di dirigersi verso Suez. Intanto gli inglesi, guidati dai generali Montgomery e Alexander, riorganizzarono l’esercito e riconquistarono El Alamein, nonostante la tenace ed eroica resistenza da parte dell’esercito italiano, al quale venne tributato “l’onore alle armi”.
Dopo questa terribile sconfitta, l’Africa rimase interamente nelle mani degli Alleati soprattuto dopo che il generale americano Eisenhower occupò il Marocco e la Tunisia.
Contemporaneamente all’avventura africana, Mussolini attaccò dall’Albania (che aveva conquistato nel ’39) la Grecia. Anche questa esperienza fu deludente: l’esercito italiano, poco equipaggiato e impreparato ai comandi militari, venne bloccato dai greci, che erano riforniti dagli inglesi, e dovette ritirarsi all’interno dell’Albania. Nel maggio del 1941 la Grecia e l’isola di Creta vennero però occupate dai tedeschi che affidarono la prima al controllo italiano.
La Jugoslavia, che inizialmente era governata da nazionalisti sostenitori di Hitler, nel 1941 instaurò un governo antifascista che si dichiarò neutrale. La reazione dell’Asse non tardò ad arrivare: nell’aprile del 1941 tedeschi e italiani si lanciarono nell’invasione della Jugoslavia. Le forze jugoslave non riuscirono ad imporsi anche perché Ante Palevic, il capo del movimento nazionalista degli ustascia, proclamò uno stato indipendente filofascista (il Regno di Croazia e Bosnia), mentre la Serbia divenne uno Stato fantoccio della Germania affidato al generale Nedic.
Italiani e tedeschi attuarono numerose, quanto inutili, repressioni, aiutati anche dagli ustascia e uccisero più di 10mila slavi.
A quel punto, iniziò a nascere un sentimento antifascista e antinazista e Josip-Broz Tito divenne il capo della resistenza jugoslava.
L'invasione dell'Unione Sovietica
Il 22 giugno 1941 Hitler ordinò inaspettatamente l’invasione dell’Unione Sovietica.
Furono coinvolti reparti rumeni, ungheresi, slovacchi e finlandesi e anche il gruppo di spedizione italiano composto da 200mila uomini dell’Armir (Armata italiana in Russia).
L’attacco si sviluppò su tre direttrici:
Verso nord, dove le armate tedesche conquistarono con estrema rapidità le repubbliche baltiche e posero sotto assedio la città di Leningrado per 900 giorni.
Verso le regioni centrali, in direzione di Mosca, che venne quasi raggiunta.
Verso le regioni meridionali, in direzione di Kiev, che fu conquistata.
L’Armata Rossa fu presa di sorpresa per due motivi: uno militare, data l’impreparazione delle truppe sovietiche; l’altro politico, perché Stalin pensava che a Hitler interessasse soltanto la sconfitta inglese.
L’avanzata tedesca inizialmente apparve vincente: erano state conquistate le Repubbliche baltiche, la Bielorussia, la Crimea del Nord, gran parte dell’Ucraina e tutto il confine da Sebastopoli a Leningrado.
Il gruppo dirigente sovietico allora si compattò e approvò il piano di Stalin: consisteva nella vecchia tattica russa (già usata contro Napoleone) di fare “terra bruciata” intorno al nemico, cioè di ritirarsi distruggendo ogni possibile forma di approvvigionamento. Questa tattica si risultò vincente anche grazie all’aiuto di uno dei più rigidi inverni russi. L’Unione Sovietica allora cominciò a riorganizzare l’esercito guidato dal generale Zukov e aiutato dagli Stati Uniti.
Nell’estate del 1942 i tedeschi ripresero l’offensiva contro i sovietici per raggiungere Stalingrado. La città di Stalingrado venne assediata dalla VI Armata tedesca e l’aviazione la ridusse ad un immenso braciere. Per l’importanza della città e per il rischio di un crollo morale dell’esercito e del popolo, Stalin si impegnò con brutale energia alla difesa di Stalingrado, tanto da ordinare ad appositi battaglioni di aprire il fuoco su chiunque tentasse di abbandonare la postazione. Il 12 novembre i sovietici cominciarono una controffensiva e riuscirono a fermare l’occupazione nemica (guidata dal feldmaresciallo Friedrich Von Paulus) del grande complesso industriale cittadino “Ottobre rosso” che segnò il limite dell’avanzata tedesca.
Nel 1941 gli USA con il presidente Roosevelt e l’Inghilterra con Churchill firmarono una dichiarazione comune, chiamata Carta Atlantica, che comprendeva i seguenti punti:
Rinuncia da parte di USA e Inghilterra ad ogni espansione territoriale
Impegno di rispettare i diritti di tutti i popoli
Libertà assoluta e perpetua dei mari
Abbondono dell’uso della forza nella risoluzione dei conflitti internazionali e conseguente disarmo.
(Ricalcava i 14 punti di Wilson)
L'attacco a Pearl Harbor e la guerra nel Pacifico
Il 7 dicembre 1941 un avvenimento venne a sconvolgere il panorama mondiale: i bombardieri giapponesi attaccarono, senza dichiarazione di guerra, la flotta statunitense nella base di Pearl Harbor, nelle Hawaii.
Il Giappone aveva iniziato un insediamento in Indocina: ciò voleva dire intervenire nel triangolo Singapore-Kong-Manila, col quale USA e Inghilterra aveva assicurato la loro posizione nel Pacifico.
Il segretario di Stato statunitense Corden Hull allora ordinò lo sgombero delle forze giapponesi in Cina e Indocina. Il risultato fu l’attacco di Pearl Harbor e l’entrata in guerra degli Stati Uniti.
Nei primi mesi del 1942 i giapponesi ottennero immediati successi nelle Filippine, in Malesia, in Birmania, in Nuova Guinea e nelle Isole Salomone.
Nei giorni dal 4 al 6 giugno 1942 si svolsero azioni aeree e navali che presero il nome di battaglia delle Midway: una delle più violente di tutta la guerra. Il Giappone per la prima volta fu sconfitto.
Il 7 agosto navi statunitensi e australiane aprirono il fuoco su Guadalcanal, ma furono sconfitte dalle forze navali nipponiche guidate da Mikawa, fin quando il generale americano MacArthur non sconfisse duramente i giapponesi.
I successi maggiori vennero conseguiti in Cina contro l’esercito di Chiang Kai-shek, dove i cinesi subirono forti perdite di uomini e armi. Tali successi erano però effimeri perché la Cina aveva un territorio immenso e un numero considerevole di uomini.
Lo sbarco in Sicilia e la caduta di Mussolini
Gli anglo-americani ritennero opportuno aprire un secondo fronte in Occidente: dal 14 al 26 gennaio 1943 Roosevelt e Churchill si riunirono nella Conferenza di Casablanca dove decisero lo sbarco in Sicilia per aprire l’apertura di un nuovo fronte nella Francia del Nord, in modo da chiudere l’esercito tedesco in una morsa.
Tra l’estate e l’autunno del ’43 gli Alleati avevano il pieno controllo del Mediterraneo, dopo aver liberato l’Africa dall’occupazione italiana, e poterono quindi sferrare l’attacco all’Italia da posizioni sicure.
Il loro obiettivo principale era far concentrare l’esercito tedesco su questo nuovo fronte in modo da alleggerire le difese sulla costa atlantica.
Mentre l’aviazione anglo-americana bombardava le principali città italiane, gli alleati sbarcarono in Sicilia il 9 luglio 1943. Le forze che occupavano l’isola erano americane, inglesi e canadesi e incontrarono scarsa resistenza. Infatti la popolazione siciliana, che non era mai stata fortemente legata al fascismo, accolse le truppe alleate. Tra gli alleati c’erano anche molti siciliani che erano emigrati in America e molte persone legate alla Mafia, di cui gli americani si servirono reintroducendola nell’isola. I continui bombardamenti delle città, l’impreparazione dell’esercito, la situazione drammatica avevano prodotto un distacco sempre più profondo tra il fascismo e la popolazione.
Il Gran Consiglio del fascismo si riunì a Roma nella notte tra il 24 e il 25 luglio 1943, in condizioni di grandissima incertezza per le sorti del Paese. Prese l’iniziativa Dino Grandi con la presentazione di un ordine del giorno in cui veniva proposto il reintegro del re nelle sue prerogative costituzionali, compresa l’assunzione del comando delle forze armate. Venne approvato a larga maggioranza, anche dal Ministro degli esteri Ciano.
La mattina successiva Mussolini venne ricevuto da Vittorio Emanuele III che lo destituì dall’incarico di capo del governo e lo fece arrestare. Nominò poi al suo posto il maresciallo Pietro Badoglio. L’obiettivo del re era garantire la continuità dell’istituto monarchico e liberarsi quindi dalla tutela fascista di fronte all’avanzare degli Alleati, ma non aveva intenzione di modificare l’assetto autoritario dello Stato. Roma venne dichiarata da Badoglio “città aperta” per evitare che subisse gravi danni a causa dei bombardamenti.
Il governo Badoglio condusse maldestramente trattative segrete con gli alleati al fine di giungere ad un armistizio. Dichiarò tuttavia “la guerra continua”, perché temeva moltissimo la reazione tedesca. Hitler, non fidandosi di tali dichiarazioni, inviò in Italia truppe tedesche pronte ad occupare il Paese in caso di necessità.
L'armistizio italiano e la Repubblica di Salò
L’8 settembre 1943 gli americani rivelarono che l’Italia aveva sottoscritto l’armistizio a Cassibile (in Sicilia). Le clausole prevedevano la fine delle ostilità e la cessazione della collaborazione con la Germania. Immediatamente il Paese venne occupato dai tedeschi, che non ebbero alcuna difficoltà a prendere possesso dell’intera penisola, ad eccezione della Sicilia e del Sud. In particolare, numerosi eccidi avvennero in Grecia, il più grave dei quali fu a Cefalonia, dove i tedeschi intimarono la resa ai soldati italiani nell’isola, che rifiutarono e furono quindi massacrati.
La mattina del 9 settembre 1943 il re e il governo fuggirono da Roma, rifugiandosi prima a Pescara e poi a Brindisi, dove intanto erano sbarcati gli Alleati, ponendosi così sotto la loro protezione. Qui si costituì il Regno d’Italia, detto anche Regno del Sud. I tedeschi immediatamente occuparono Roma, dove incontrarono una ferma reazione da parte dell’esercito e della popolazione.
Il 12 settembre i tedeschi liberarono Mussolini che era in arresto a Campo Imperatore, sul Gran Sasso. Si ricostituì un governo fascista con sede a Salò, sul lago di Garda: nacque così la Repubblica di Salò, sotto controllo tedesco.
La liberazione dell'Italia e la resistenza partigiana
Il fronte di guerra rimase fermo sulla Linea Gustav, dal settembre del ’43 al febbraio del ’44 e i combattimenti si concentrarono nella zona di Cassino. La liberazione di Roma, dopo uno sbarco ad Anzio, avvenne nel giugno del ’44, ma la guerra continuò lungo la Linea Gotica, fino al 25 aprile 1945, e vide nelle zone occupate dai tedeschi la forte presenza di un esercito di liberazione che mise in atto una guerra partigiana. I partigiani erano volontari, per lo più giovani e provenivano da tutte le tendenze politiche e tutte le classi sociali. I partiti, dopo l’8 settembre, si erano ricostituiti e si erano riuniti nel Comitato di liberazione nazionale (CLN) al quale aderirono liberali, comunisti, socialisti, democristiani e azionisti. Quella partigiana fu una guerra che coinvolse anche i civili e proprio i civili in molti casi si ribellarono ai tedeschi.
Due sono però gli episodi più gravi di questa guerra civile:
L’eccidio delle Fosse Ardeatine a Roma, nel 1944: 355 cittadini vennero uccisi dai tedeschi come rappresaglia per un attentato partigiano contro una compagnia tedesca in via Rasella
L’eccidio di Marzabotto, un paese vicino Bologna: i tedeschi massacrarono quasi per intero la popolazione civile, accusata di proteggere i partigiani.
Il 25 aprile 1945 il CLN impartì l’ordine di insurrezione generale. Mussolini cercò di scappare, ma fu riconosciuto e catturato. Venne fucilato insieme alla compagna Claretta Petacci e i cadaveri furono esposti a Piazzale Loreto.
Lo sbarco in Normandia e la fine della guerra
Tra il 5 giugno e il 6 giugno 1944 prendeva avvio dalla costa britannica l’”operazione Overlord”, ovvero lo sbarco in Normandia. Studiato fin dalla primavera del ’43, lo sbarco si era reso possibile solo adesso. Le forze alleate sbarcarono presso Cherbourg, al comando di Eisenhower, e sfondarono le difese del vallo atlantico, cominciando così ad attaccare la Germania. Nelle stesse settimane in cui gli Alleati sbarcavano in Normandia, i sovietici attaccavano la Polonia dove a Varsavia, nell’agosto del ’44, si ebbe una rivolta contro i tedeschi che reagirono massacrando i cittadini e radendo al suolo la città, mentre i sovietici non intervennero: Stalin temeva il nazionalismo polacco.
La Germania stava perdendo la guerra.
Il 20 luglio 1944 Hitler sfuggì ad un attentato, mentre si trovava nel quartier generale a Rastenburg. L’ordigno era stato portato nel rifugio di Hitler da Claus von Stauffenberg, ma l’attentato fallì. Seguì un’immediata e violenta reazione: Claus von Stauffenberg fu ucciso e Rommel fu costretto a suicidarsi.
Roosevelt, Churchill e Stalin si riunirono nel febbraio del 1945 a Yalta, in Crimea, per definire il futuro assetto della Germania: divisione in quattro zone di occupazione (inglese, francese, statunitense e sovietica) e l’obbligo di smilitarizzazione e denazificazione.
Mentre si svolgevano questi incontri politici Hitler lanciò una controffensiva sulle Ardenne, ma nel marzo 1945 le truppe alleate occuparono tutta la Germania. Hitler si suicidò.
Il 17 luglio 1945 si tenne la Conferenza di Potsdam per precisare gli accordi presi. La guerra era conclusa.
Domande da interrogazione
- Qual è stato l'evento che ha segnato l'inizio della Seconda Guerra Mondiale?
- Qual era l'obiettivo dell'Operazione "Leone marino"?
- Come si è conclusa la battaglia d'Inghilterra?
- Quali furono le conseguenze dello sbarco in Sicilia per l'Italia?
- Quali furono gli esiti della Conferenza di Yalta?
La Seconda Guerra Mondiale è iniziata il 1º settembre 1939, quando la Germania ha invaso la Polonia senza alcuna dichiarazione di guerra.
L'Operazione "Leone marino" mirava a scoraggiare la popolazione civile inglese e occupare l'isola, contando sulla superiorità numerica della Luftwaffe rispetto alla Royal Air Force.
La battaglia d'Inghilterra si è conclusa nell'ottobre 1940 con il fallimento dell'operazione tedesca, grazie alla resistenza inglese e all'uso dei radar.
Lo sbarco in Sicilia portò al controllo alleato del Mediterraneo e contribuì alla caduta del regime fascista in Italia.
Alla Conferenza di Yalta, Roosevelt, Churchill e Stalin decisero la divisione della Germania in quattro zone di occupazione e l'obbligo di smilitarizzazione e denazificazione.