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Concetti Chiave

  • Il dibattito sul controllo della natalità inizio Novecento evidenzia la preoccupazione di chiese e politici per l'uso delle tecniche anticoncezionali, viste come minaccia alla crescita demografica e alla forza lavoro.
  • Richard von Krafft-Ebing, nel suo trattato "Psychopathia sexualis", propone una visione misogina della sessualità femminile, considerandola passiva e subordinata al desiderio maschile, e pathologizza comportamenti sessuali più liberi.
  • Krafft-Ebing affronta anche l'omosessualità, inizialmente considerandola una "inversione sessuale" patologica, ma in seguito rivedendo la sua posizione e negando che sia collegata a disturbi mentali.
  • Cesare Lombroso, in "La donna delinquente, la prostituta e la donna normale", analizza la figura femminile come intrinsecamente passiva, attribuendo alla donna "normale" un controllo istintivo verso la riproduzione e il maternità.
  • Lombroso sostiene che la sessualità esagerata delle donne "criminali" è un riemergere di istinti atavici, mentre la "normalità" femminile è caratterizzata da inferiorità fisica e tendenze psicologiche specifiche.
In questo appunto di storia contemporanea si ripercorrerà il dibattito sul controllo della natalità di inizio Novecento e si approfondirà il pensiero dell’epoca sul ruolo della donna. Nel farlo, si tratteranno le teorie mediche di due protagonisti del tempo: lo psichiatra Richard von Krafft-Ebing, autore del trattato “Psychopathia sexualis” e il medico Cesare Lombroso, che scrisse “La donna delinquente, la prostituta e la donna normale”.
Il dibattito sul controllo della natalità e il ruolo della donna nel Novecento articolo

Indice

  1. Il dibattito sulla natalità
  2. Misoginia nelle teorie di Richard von Krafft-Ebing
  3. L’opera di Cesare Lombroso

Il dibattito sulla natalità

Nel corso del Novecento aumenta e migliora il tenore di vita delle famiglie e inizia a scendere il numero delle gravidanze. Molte coppie sono spinte dalle politiche statali e dalle migliori cure mediche ad adottare tecniche anticoncezionali, ma questa nuova prospettiva è vista con seria preoccupazione dai poteri costituiti. Ad esempio dalle Chiese, da quella Cattolica in particolare, che considerano moralmente illecita ogni attività volta a limitare la fecondazione. Allo stesso modo, le tecniche anticoncezionali sono mal viste anche da molti politici e intellettuali che vedono nel calo della natalità il rischio di una diminuzione della popolazione. Una decrescita demografica potrebbe infatti, secondo la loro visione, influire negativamente sulle dimensioni future della forza lavoro o del numero dei giovani arruolabili negli eserciti. L'atteggiamento di dura critica nei confronti di pratiche sessuali più libere viene tuttavia espresso con la più grande autorevolezza da famosi medici e psichiatri, che nei decenni di fine secolo offrono a supporto di questa tendenza vere e proprie trattazioni "scientifiche". In questi trattati medici espongono e approfondiscono il significato dei comportamenti sessuali e del modo di "curarli" o "normalizzarli" quando presentino tratti “patologici”. Una serie di opere in proposito vengono pubblicate alla fine dell'Ottocento, e tra queste ne emergono alcune particolarmente importanti, come “Psychopathia sexualis” di Richard von Krafft-Ebing, un trattato scritto nel 1886 che espone, tra le altre cose, anche teorie riguardo il ruolo di passività che caratterizza le donne. Oppure “La donna delinquente, la prostituta e la donna normale”, un saggio pubblicato nel 1893 dai medici Cesare Lombroso e Guglielmo Ferrero nel quale prende forma una doppia immagine della sessualità, e in particolare di quella femminile.
Per ulteriori approfondimenti sul dibattito scientifico di inizio Novecento vedi qui

Misoginia nelle teorie di Richard von Krafft-Ebing

Lo psichiatra Richard von Krafft-Ebing nel suo trattato “Psychopathia sexualis” intriso di contenuti misogini, sostiene che le donne siano caratterizzate da una sostanziale passività sessuale, che le renderebbe dei puri e semplici oggetti del desiderio maschile: la regola che da millenni vuole sia il maschio a corteggiare la donna diventa, per il medico tedesco, espressione di una realtà propria della psiche maschile (attiva) e femminile (passiva). Quindi ogni donna che viva in modo più libero e autonomo la propria sessualità, o che magari sia la prima a fare delle avances all'uomo, viene considerata dallo psichiatra tedesco una "anormale" rispetto alla propria natura. Viene inoltre reputata bisognosa di cure psichiatriche e, se la sua "incontrollata sessualità " la spinge a comportamenti estremi (per esempio a prostituirsi) essa diviene “meritevole” della massima riprovazione morale e sociale. Il trattato di Richard von Krafft-Ebing fu anche uno dei primi lavori dell’epoca ad affrontare da un punto di vista scientifico l’omosessualità. Nei suoi studi egli sostenne la teoria secondo cui un omosessuale sarebbe vittima, a causa di disfunzioni biologiche, di una "inversione sessuale", che egli inserisce all’interno della sfera delle perversioni sessuali. Solo in seguito lo psichiatra tedesco però ritornerà sulle proprie posizioni, negando che l’omosessualità sia collegata a disturbi mentali.
Per ulteriori approfondimenti sulla misoginia vedi qui

L’opera di Cesare Lombroso

Il medico italiano Cesare Lombroso è stato il più autorevole studioso di criminologia e psicologia criminale e nel suo trattato “La donna delinquente, la prostituta e la donna normale” pubblicato nel 1893, egli propone un'interpretazione più complessa della figura femminile. “Nello stato in cui sono ora od in cui noi vogliamo che siano le scienze morali, intrecciate, o meglio, fuse colle naturali, non è possibile intraprendere lo studio della donna delinquente senza analizzare prima la donna normale, anzi la femmina, nella scala animale”: questo l’incipit dell’opera, completamento del trattato di contenuto simile sull’Uomo delinquente, nella quale egli ritiene che la passività della donna abbia avuto un effetto positivo nel processo di civilizzazione, perché l’avrebbe condotta a controllare meglio i propri istinti sessuali, potenzialmente più numerosi e forti di quelli dell'uomo, e ad indirizzarli piuttosto verso l'istinto riproduttivo e materno, vera apoteosi della donna che egli definisce "normale". Coerentemente con questa premessa, il criminologo italiano ritiene che la sessualità esagerata e deliberatamente sterile delle donne "criminali" (le prostitute, per esempio) non manifesti altro che il riemergere di un complesso di istinti atavici, che solo le donne "per bene" sanno adeguatamente controllare. L’opera di Lombroso affronta aspetti come l’inferiorità fisica (nella statura e nel peso) della donna sulla base di elementi biologici e anatomici. E ne sostiene una psicologia dedita a sopportare meglio le disgrazie. Le donne, nel pensiero del medico italiano, sarebbero inoltre per natura più irritabili e dedite all’amore materno, ma avrebbero una radicale avversione verso le novità e un’indole più iraconda e “ciarliera”.
Per ulteriori approfondimenti sull’antropologia criminale vedi qui

Domande da interrogazione

  1. Qual era la posizione delle istituzioni religiose e politiche riguardo al controllo della natalità all'inizio del Novecento?
  2. Le istituzioni religiose, in particolare la Chiesa Cattolica, e molti politici e intellettuali erano contrari al controllo della natalità, considerandolo moralmente illecito e preoccupati per le conseguenze demografiche e sociali.

  3. Quali erano le teorie di Richard von Krafft-Ebing sulla sessualità femminile?
  4. Richard von Krafft-Ebing sosteneva che le donne fossero caratterizzate da una passività sessuale, considerandole oggetti del desiderio maschile e ritenendo anormali le donne che vivevano la sessualità in modo autonomo.

  5. Come Cesare Lombroso interpretava la figura femminile nel suo trattato?
  6. Cesare Lombroso vedeva la passività femminile come positiva per la civilizzazione, associandola al controllo degli istinti sessuali e all'istinto materno, mentre considerava la sessualità esagerata delle donne "criminali" come un riemergere di istinti atavici.

  7. Qual era l'approccio di Richard von Krafft-Ebing verso l'omosessualità?
  8. Richard von Krafft-Ebing inizialmente considerava l'omosessualità come una "inversione sessuale" dovuta a disfunzioni biologiche, ma successivamente negò che fosse collegata a disturbi mentali.

  9. Quali aspetti della psicologia femminile venivano evidenziati da Cesare Lombroso?
  10. Cesare Lombroso evidenziava l'inferiorità fisica delle donne e una psicologia dedita a sopportare le disgrazie, con una natura più irritabile, ciarliera e avversa alle novità, ma incline all'amore materno.

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