Concetti Chiave
- Nel 1917, l'Impero russo si trovava in una situazione critica a causa delle enormi perdite umane e territoriali durante la Prima Guerra Mondiale.
- La Rivoluzione di Febbraio del 1917 portò alla caduta del regime zarista e alla nascita di governi provvisori, tra cui i Soviet e quello di Kerenskij.
- Lenin, tornato dall'esilio, spinse per un cambiamento radicale e il potere ai Soviet, culminato nella Rivoluzione d'Ottobre e nella presa del Palazzo d'Inverno.
- I Bolscevichi presero misure drastiche come la nazionalizzazione delle banche e la riforma agraria, e firmarono il trattato di Brest-Litovsk per ritirarsi dalla guerra.
- Con l'ascesa di Stalin, l'URSS si trasformò in un regime totalitario attraverso industrializzazione forzata, collettivizzazione agricola e le "Grandi Purghe".
Indice
- La crisi dell'impero russo
- La rivoluzione di febbraio
- I governi provvisori e le divisioni interne
- Il ritorno di Lenin e le Tesi di Aprile
- La presa del potere bolscevica
- Le prime azioni del governo bolscevico
- Le sfide del nuovo regime comunista
- La NEP e la lotta politica post-Lenin
- L'ascesa di Stalin e il Piano Quinquennale
- La trasformazione industriale e le purghe
La crisi dell'impero russo
All'inizio del 1917 l’Impero russo, che da tre anni combatteva nella Prima Guerra Mondiale come membro della Triplice Intesa, era stremato: le perdite ammontavano a più di 6 milioni tra morti, feriti e prigionieri; nel corso della guerra la Russia aveva anche subito una grave serie di sconfitte che avevano comportato la perdita della Polonia, di una parte dei Paesi Baltici e dell’Ucraina, portando così il fronte all'interno dei suoi stessi confini. Oltre che per i soldati al fronte, le condizioni di vita erano difficili anche per la popolazione civile, in quanto la mobilitazione di grandi masse di contadini aveva ridotto il numero di persone addette ai lavori agricoli e ciò aveva causato un crollo della produzione agricola; invece nella città, a causa dello stato disastroso in cui versava il sistema ferroviario, mancavano viveri e combustibile.
La rivoluzione di febbraio
Così a Pietrogrado, nel febbraio del 1917 uno sciopero generale paralizzò in pochi giorni la città, lo zar dichiarò lo stato di assedio, ma le truppe fraternizzarono con gli scioperanti e il 27 febbraio si impadronirono della capitale. Mentre la rivolta si estendeva, apparve chiaro che il regime zarista non era più in grado di riprendere il controllo del paese.
I governi provvisori e le divisioni interne
Dopo lo sciopero nacquero diversi governi provvisori, tra cui: quello guidato dal socialista-rivoluzionario Kerenskij, e quello dei Soviet, organismi di rappresentanza di soldati, operai e contadini. Nei Soviet si evidenziò una diversa posizione: i Menscevichi che intendevano dare alla rivoluzione un carattere democratico, essi volavano cambiare gradualmente la Russia, volevano tenere lo zar ma allo stesso tempo dare al Paese una Costituzione e un parlamento. I Bolscevichi, invece, di stampo estremista volevano un cambiamento radicale e un nuovo governo, volevano togliere il potere ai nobili.
Il ritorno di Lenin e le Tesi di Aprile
Nel frattempo Lenin, leader dei bolscevichi, tornato in Russia dall'esilio in Svizzera, propose di risolvere il conflitto dando “tutto il potere ai Soviet”, frase contenuta nelle “Tesi di Aprile”. In queste Tesi Lenin propose di stringere un’alleanza con i contadini mediante una riforma agraria e ponendo fine alla guerra.
La presa del potere bolscevica
Nell'ottobre 1917, dopo un tentativo fallito di colpo di stato da parte del generale Kornilov, la dirigenza bolscevica decise l’insurrezione per la presa del potere nella capitale Pietrogrado. La Presa del Palazzo d’Inverno fu l’evento simbolico della rivoluzione bolscevica.
Le prime azioni del governo bolscevico
I primi provvedimenti del nuovo governo rivoluzionario Bolscevico furono: la nazionalizzazione delle banche, la consegna e la gestione delle fabbriche ai delegati operai. Ma i provvedimenti principali furono: la stipulazione di un decreto che prevedeva la distribuzione delle terre dei proprietari terrieri ai contadini privi di terra e l’avvio di trattative di pace. Infatti venne emanato il trattato di “Brest – Litovsk”, tramite il quale venne consentito alla Russia di ritirarsi dalla guerra, in cambio della cessione alla Germania di territori in Polonia, Lituania, Estonia e Lettonia.
Le sfide del nuovo regime comunista
Preso il potere, i comunisti russi si trovarono di fronte all'enorme compito di costruire una società socialista, senza nessun modello a cui riferirsi, perché non avevano avuto forme di democrazia. E inoltre la guerra civile con i suoi enormi costi materiali e umani, l’isolamento economico e politico creato dai paesi capitalisti intorno al nuovo stato, e successivamente la guerra dichiarata dalla Polonia nel 1920, spinsero il paese e il governo in una condizione di emergenza, di lotta per la sopravvivenza affidata all'Armata Rossa, spingendo i dirigenti comunisti ad una gestione sempre più autoritaria del partito e dello stato.
La NEP e la lotta politica post-Lenin
Dopo la guerra civile venne avviata la NEP (Nuova Politica Economica), per garantire un regolare afflusso di prodotti agricoli alle città; quindi i contadini che avevano le terre dovevano produrre sia per la loro sopravvivenza che per la sopravvivenza delle altre città, inizialmente senza un compenso. La NEPA favorì la formazione di un nuovo ceto di contadini – imprenditori, chiamati i kulaki.
Dopo la morte di Lenin avvenuta nel 1924, nel Partito si aprì una lotta politica centrata su due questioni: se puntare ad esportare la rivoluzione in altri paesi (la tesi della “rivoluzione permanente” sostenuta da Trockij) o concentrare lo sforzo sull'Unione Sovietica (la tesi del “socialismo in un solo paese”, sostenuta da Stalin); e se industrializzare e modernizzare il paese a spese dei contadini (come sosteneva Stalin) oppure continuare proseguendo la politica della NEPA (come sosteneva invece Bucharin).
L'ascesa di Stalin e il Piano Quinquennale
Da questo scontro politico vinse il gruppo dirigente legato a Stalin, che eliminò l’opposizione di sinistra di Trockij e l’opposizione di destra di Bucharin.
Nel 1929 Stalin varò il primo “Piano Quinquennale” diretto ad un industrializzazione forzata e alla collettivizzazione dell’agricoltura. Nel 1936 il 90% dell’agricoltura fu collettivizzata con la deportazione e la morte di molti contadini - imprenditori che si erano opposti, e inoltre i campi di lavoro (GULAG), negli anni ’30, divennero uno strumento di repressione ma allo stesso tempo di produzione.
La trasformazione industriale e le purghe
Nel giro di pochi anni la Russia si trasformò in una grande potenza industriale, inizialmente vi fu un incremento dei settori di base (come infrastrutture e industrie), vi fu un miglioramento anche nel campo della legislazione sociale, dell’istruzione e dei servizi.
I processi di industrializzazione e pacificazione rafforzarono il potere di Stalin, che si estese a ogni aspetto della vita politica, economica, sociale e culturale, creando una nuova e forte burocrazia.
Tra il 1936 e il 1938 con le “Grandi Purghe”, Stalin eliminò quanto restava della vecchia guardia bolscevica, con processi che finivano con la pena di morte, ed eliminò anche bolscevichi e menscevichi.
Uno Stato che era nato da una rivoluzione popolare si era trasformato in un regime totalitario.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali della Rivoluzione Russa del 1917?
- Quali furono le differenze tra Menscevichi e Bolscevichi durante la rivoluzione?
- Quali furono i primi provvedimenti del governo bolscevico dopo la presa del potere?
- Quali furono le conseguenze della morte di Lenin nel 1924?
- Come si trasformò la Russia sotto il regime di Stalin?
La Rivoluzione Russa del 1917 fu causata principalmente dall'esaurimento dell'Impero russo a causa della Prima Guerra Mondiale, con gravi perdite umane e sconfitte territoriali, e dalle difficili condizioni di vita per i soldati e la popolazione civile.
I Menscevichi volevano una rivoluzione democratica graduale mantenendo lo zar, mentre i Bolscevichi, guidati da Lenin, cercavano un cambiamento radicale e un nuovo governo senza nobili.
I primi provvedimenti del governo bolscevico furono la nazionalizzazione delle banche, la gestione delle fabbriche da parte dei delegati operai, la distribuzione delle terre ai contadini e l'avvio di trattative di pace con il trattato di Brest-Litovsk.
Dopo la morte di Lenin, si aprì una lotta politica nel Partito Comunista tra la tesi della "rivoluzione permanente" di Trockij e il "socialismo in un solo paese" di Stalin, con quest'ultimo che alla fine prevalse.
Sotto Stalin, la Russia si trasformò in una grande potenza industriale attraverso l'industrializzazione forzata e la collettivizzazione dell'agricoltura, accompagnata da repressioni come le "Grandi Purghe" e l'uso dei GULAG.