Concetti Chiave
- Le fabbriche nazionali in Francia furono criticate per il controllo sociale inefficace e per le spese elevate, causando insoddisfazione tra operai e conservatori.
- Le elezioni del 1848 videro la vittoria dei repubblicani moderati e l'abbandono delle riforme sociali, aumentando la tensione e portando alla chiusura delle fabbriche nazionali.
- Le giornate di giugno a Parigi segnarono il primo scontro tra borghesia e proletariato, con Luigi Napoleone Bonaparte proposto come presidente per riportare il paese a una situazione conservatrice.
- Le rivoluzioni del 1848 in Europa, note come "Primavera dei popoli", coinvolsero proletari e borghesi in diversi Stati, chiedendo riforme costituzionali e autonomie locali.
- L'Austria affrontò rivolte interne e tensioni tra diverse popolazioni, portando alla restaurazione dell'ordine e all'adozione di una costituzione moderata sotto Francesco Giuseppe.
Indice
Le fabbriche nazionali e il controllo sociale
Le fabbriche nazionali vengono viste come uno strumento di controllo sociale e che creano degli impieghi che non soddisfano gli operai, venendo giudicati negativamente anche dai moderati conservatori.
Sembra che le fabbriche nazionali abbiano tolto ancora più denaro alle casse francesi.Elezioni del 1848 e tensioni sociali
Il 23 aprile del 1848 si aprono le elezioni per l'assemblea costituente. Alcuni uomini che partecipavano al governo provvisorio furono estromessi e vinsero i repubblicani moderati. Aumentò la tensione dei ceti popolari in quanto fu abbandonato il disegno di riforma sociale. Furono chiuse le fabbriche nazionali e si decise di impiegare i lavoratori nell'agricoltura e nell'esercito. I proletari si barricarono a Parigi e la rivolta causò numerose vittime. Le giornate di giugno rappresentano il primo scontro tra borghesia e proletariato, in quanto la borghesia considerava i proletari come un pericolo rosso, e teneva che potesse condurre alla rivoluzione. Si chiede di nominare Luigi Napoleone Bonaparte come presidente dell'assemblea costituente. Egli viene citato sia dai conservatori che dal popolo, ma riporta il paese a una situazione conservatrice.
Rivolte del 1848 in Europa
Nel marzo 1848 (primavera dei popoli) scoppiarono una serie di rivoluzioni contemporanee. In Francia parteciparono i proletari, mentre negli altri Stati la rivoluzione ebbe come protagonisti i borghesi, che volevano abolire quello che c'era stato dopo il congresso di Vienna. La prima a insorgere (13 marzo) fu Vienna, che chiese la costituzione e l'allontanamento del primo ministro.
L'impero austriaco e le rivolte interne
L'impero austriaco era composto da diverse popolazioni. La sommossa scoppiò a Budapest in cui si formò un governo che riconobbe Vienna autonoma sotto gli Asburgo. un'altra rivoluzione scoppiò a Praga dove un governo provvisorio chiedeva maggiore autonomia ai popoli slavi dell'impero. Il sovrano Ferdinando I dovette anche liberare i contadini dai vincoli feudali. Tuttavia l'Austria era formata da diverse popolazioni che non trovavano un accordo. Il re approfittò di queste tensioni per riprendere il controllo. Fu ristabilito l'ordine nel 1849 e abdicò in favore del figlio Francesco Giuseppe. Il governo continuò a essere autoritario concedendo una costituzione moderata, togliendo dei diritti ai cittadini. Eliminò la servitù della gleba e i principi feudali ma propose un suffragio ristretto, soprattutto a favore dell'Ungheria, che si proclamò Repubblica autonoma. Le rivolte portarono il re a chiedere supporto alla Russia e riuscì a sedare questa ribellione. l'Austria non era l'unico paese a chiedere autonomia ma anche la Germania.
Confederazione germanica e leghe doganali
Dopo il congresso di Vienna era stata creata una confederazione germanica formata da 39 Stati indipendenti. Alcuni di questi stati erano sotto il controllo austriaco. In questo contesto come potenza forte spiccava anche la Russia. I liberali chiesero quindi l'autonomia e formarono tre leghe doganali: la lega del nord, la lega del sud e la lega degli Stati centrali. Questa lega era già nata nel 1828 ma fu ufficialmente proclamata nel 1834, quando la Russia e la Germania formarono una unione doganale. C'era un'unione doganale in Germania ma non politica: una parte della popolazione voleva formare una grande Germania con a capo l'Austria, mentre l'altra parte voleva una piccola Germania che non comprendesse i territori austriaci e fosse capeggiata dalla Prussia.
Il 15 marzo a Berlino scoppiò la sommossa in cui si chiedeva un'assemblea costituente che fu concessa dal re.
Domande da interrogazione
- Qual era la percezione delle fabbriche nazionali durante la Rivoluzione del 1848 in Francia?
- Quali furono le conseguenze delle elezioni del 23 aprile 1848 in Francia?
- Come reagì la borghesia francese alle rivolte dei proletari nel giugno 1848?
- Quali furono le richieste delle rivoluzioni scoppiate a Vienna e Budapest nel 1848?
- Qual era la situazione della Germania dopo il congresso di Vienna e quali erano le richieste dei liberali?
Le fabbriche nazionali erano viste come uno strumento di controllo sociale e creavano impieghi insoddisfacenti per gli operai, ricevendo critiche anche dai moderati conservatori.
Le elezioni portarono alla vittoria dei repubblicani moderati, aumentando la tensione tra i ceti popolari e portando alla chiusura delle fabbriche nazionali.
La borghesia considerava i proletari un pericolo rosso e temeva che potessero condurre a una rivoluzione, portando a scontri violenti.
A Vienna si chiese una costituzione e l'allontanamento del primo ministro, mentre a Budapest si formò un governo che riconobbe Vienna autonoma sotto gli Asburgo.
La Germania era una confederazione di 39 Stati indipendenti, alcuni sotto controllo austriaco. I liberali chiedevano autonomia e formarono leghe doganali, desiderando una Germania unita sotto l'Austria o la Prussia.