Concetti Chiave
- Renzo De Felice è considerato uno dei maggiori studiosi del fascismo, dedicando la sua vita allo studio di questo fenomeno dal 1960 fino alla sua morte nel 1996.
- La sua opera più importante è "Mussolini", una biografia in più volumi di Benito Mussolini, pubblicata incompleta nel 1997 dopo la sua morte.
- De Felice fu influenzato da storici come Federico Chabod e Delio Cantimori, che guidarono i suoi primi studi e lo introdussero alla ricerca storica.
- Ha ricoperto incarichi accademici presso l'Università di Salerno e La Sapienza di Roma, insegnando storia dei partiti politici e storia contemporanea.
- Il suo lavoro sul fascismo ha suscitato critiche, accusandolo di revisionismo, ma ha aperto nuovi dibattiti e studi grazie alla sua rigorosa documentazione.
Renzo De Felice nacque a Rieti nel 1929. Si diplomò nel 1949 presso il liceo classico Marco TerenzioVarrone e si iscrisse in seguito alla facoltà di giurisprudenza all’Università La Sapienza di Roma.

Furono due i personaggi che maggiormente influenzarono la personalità e l’ideologia di Renzo De Felice. Il primo è lo storico liberale Federico Chabod, titolare del corso di storia moderna nella facoltà di filosofia a cui era iscritto e relatore della sua tesi di laurea dal titolo “Correnti di pensiero politico nella prima repubblica romana”. Infatti l’incontro con Chabod fu per De Felice decisivo: cominciò a frequentare assiduamente le sue lezioni e i suoi seminari, che lo spinsero a scrivere un saggio sui giudei nella Repubblica Romana del 1798-1799, opera di cui la pubblicazione fu raccomandata dallo stesso Chabod. Il secondo invece è il suo maestro e poi amico Delio Cantimori.
Nel 1968 ottiene l’incarico di professore ordinario presso l’Università di Salerno, dove insegnò fino al 1971. Infatti, nel 1972 si trasferì all’Università la Sapienza di Roma, dove fu il titolare del corso di Storia dei partiti politici prima alla facoltà di lettere e poi, dal 1979, in quella di scienze politiche, per poi nel 1986 occupare la cattedra di Storia contemporanea.
Renzo De Felice morì la notte del 24 maggio1996 per un tumore probabilmente legato all’epatite da cui era affetto già da vent’anni.
Indice
Gli studi
Gli studi di Renzo De Felice erano inizialmente verso la storia moderna, concentrandosi in particolare sul giacobinismo italiano. A riguardo di quest’ultimo fu autore di varie pubblicazioni, che però ebbero minore rilievo rispetto ai successivi suoi studi e produzione storiografica sul Novecento e in particolare sul fascismo. Egli, infatti, catturò l’attenzione del rande pubblico con il volume “Storia degli ebrei italiano sotto il fascismo”, opera da cui ebbe origine l’interesse che segnò più marcatamente la sua carriera di storico: la storia del fascismo.Il "Mussolini"
La più grande opera di Renzo De Felice è considerata universalmente il “Mussolini”, che affronta il ventennio fascista partendo dalla biografia di Benito Mussolini. La stesura dell’opera, la quale era divisa in volumi, impiegò 30 anni: il primo volume infatti, “Mussolini il rivoluzionario”, fu scritta nel 1965, mentre l’ultimo, “Mussolini l’alleato” non fu mai completato dal suo autore e fu pubblicato dopo la sua morte, nel 1997. Il “Mussolini” defeliciano è considerato uno dei più grandi casi storiografici del secondo Dopoguerra, grazie alla sua interpretazione originale del fenomeno fascista e della sua influenza sul dibattito culturale italiano. I temi fondamentali trattati da De Felice per la sua interpretazione sul fascismo sono tre: la differenza tra il fascismo e le dittature di destra contemporanee ad esso, che trova le sue basi nell’origine dell’ideologia socialista di Mussolini; le differenza tra il movimento fascista e il regime fascista; una riflessione sul consenso e l’appoggio del quale godette il fascismo, garantendosi successo e stabilità. In quest’opera, Renzo De Felice individua le dinamiche che portarono l’ideologia socialista di Mussolini ad evolversi nel fascismo, ed il fascismo dall’essere un movimento di sinistra ad uno conservatore e di destra. L’opera innovativa di Renzo De Felice incontrò numerose critiche nella società antifascista del Dopoguerra, che arrivò addirittura ad accusare il suo autore di revisionismo e di giustificare il fascismo. Nonostante le critiche però, dalle quasi De Felice si difese ribadendo le sue tesi in libri di tono scientifico o utilizzando il mezzo giornalistico per permettere anche ad i non specialisti di participare al dibattito sul fascismo, l’interpretazione di Renzo De Felice offrì la possibilità di condurre nuovi studi e riflessioni sul fenomeno fascista, grazie alla serietà e alla scrupolosa documentazione delle sue ricerche.Progetto Alternanza Scuola Lavoro.
Domande da interrogazione
- Chi era Renzo De Felice e quale fu il suo contributo principale alla storiografia?
- Quali furono le influenze principali nella formazione di Renzo De Felice?
- Quali furono i temi fondamentali trattati da De Felice nella sua interpretazione del fascismo?
- Come fu accolta l'opera "Mussolini" di Renzo De Felice nella società del Dopoguerra?
- Quali furono le tappe principali della carriera accademica di Renzo De Felice?
Renzo De Felice era uno storico italiano, considerato il più grande studioso del fascismo. Il suo contributo principale fu l'opera "Mussolini", che analizza il ventennio fascista e offre un'interpretazione originale del fenomeno.
Le influenze principali furono lo storico liberale Federico Chabod e il suo maestro Delio Cantimori, che influenzarono la sua personalità e ideologia.
I temi fondamentali furono la differenza tra fascismo e dittature di destra contemporanee, la distinzione tra movimento e regime fascista, e una riflessione sul consenso e l'appoggio al fascismo.
L'opera incontrò numerose critiche nella società antifascista del Dopoguerra, che accusò De Felice di revisionismo e di giustificare il fascismo, nonostante la serietà e la documentazione delle sue ricerche.
De Felice ottenne l'incarico di professore ordinario presso l'Università di Salerno nel 1968, si trasferì all'Università La Sapienza di Roma nel 1972, e occupò la cattedra di Storia contemporanea dal 1986.