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Concetti Chiave

  • Hitler utilizzò un mix di legalità e violenza per salire al potere, distruggendo la democrazia e instaurando uno stato totalitario in soli sei mesi.
  • Il regime nazista si basava su una struttura di poliarchia, dove tutto dipendeva dai rapporti con Hitler, con la Gestapo e le SS come strumenti principali di repressione.
  • La violenza nazista era rivolta a repressioni politiche, sociali e razziali per creare una nazione razzialmente pura, con azioni come le leggi di Norimberga e la "notte dei cristalli".
  • L'economia del regime era autarchica e monopolistica, mirata alla piena occupazione e al riarmo, con un forte legame tra politiche economiche e ideologia bellica.
  • La propaganda e l'educazione giovanile erano strumenti chiave per il controllo sociale, utilizzando mezzi come la radio e il cinema per diffondere l'ideologia nazista.

Indice

  1. L'ascesa al potere di Hitler
  2. Consolidamento del regime nazista
  3. Repressione e controllo sociale
  4. Propaganda e manipolazione delle coscienze
  5. Violenza e repressione razziale
  6. Persecuzione degli ebrei
  7. Politica economica e preparazione alla guerra

L'ascesa al potere di Hitler

Hitler governò utilizzando il binomio legalità-violenza di Mussolini, mentre le squadre d’azione stavano sottomettendo il paese, lui si proponeva come l’uomo che avrebbe salvato e valorizzato il paese, e come lui salì al governo con una coalizione ma dopo sei mesi distrusse la democrazia e istituì uno stato totalitario.

Consolidamento del regime nazista

Nel marzo 1933 si tennero le nuove elezioni, influenzate come quelle del regime fascista, accompagnate dal pretesto dell’incendio del Reichstag (parlamento di Berlino) a opera di un falsamente attribuito comunista, di conseguenza vennero arrestati liberali e socialisti, Hitler ottenne il 44% dei voti più un 8% della coalizione, avendo la maggioranza assoluta. In seguito il Partito comunista fu ritenuto illegale e i parlamentari privati del mandato. Il parlamento diede pieni poteri a Hitler e in pochi mesi dissensi, giornali di opposizione e sedi sindacali furono chiusi, fu sciolto l’Spd. A luglio passò una legge che vietava la formazione di nuovi partiti, facendo del partito nazista l’unico presente. Nel 1933 fu istituito a Dachau il primo campo di concentramento per prigionieri politici, il 30 giugno del 1934 nella “notte dei lunghi coltelli” vennero uccisi il capo e i dirigenti delle squadre d’assalto/azione (SA) più alcuni parlamentari ritenuti inaffidabili da Hitler, che nel 1934 divenne capo dello stato.

Repressione e controllo sociale

Hitler non toccò costituzione né apparati amministrativi, ma privò di ogni autonomia parlamento, governo e magistratura, facendo sì che tutto dipendesse da lui, che aveva potere assoluto in tutto e poteva legiferare da solo. Ma nonostante Hitler fosse espressione unica del popolo, il tutto era governato dal partito, dalla Gestapo e da istituzioni come Todt, il piano quadriennale di sviluppo economico e le organizzazioni di consenso. Per questo si parla di poliarchia o feudalesimo, in cui tutto dipendeva dai rapporti col capo. SS e Gestapo erano gli strumenti di repressione, ma a loro si affiancava il Fronte del lavoro, che lavorava sul piano civile per scopi assistenziale e ricreativo. Le corporazioni guidavano la vita lavorativa e produttiva poiché gli scioperi erano illegali. L’elogio del lavoro fu infatti un aspetto sul quale il Terzo Reich lavorò molto (“il lavoro rende liberi” su Auschwitz).

Propaganda e manipolazione delle coscienze

Contemporaneamente il regime lavorò per formare i giovani (Gioventù hitleriana) controllando la scuola, la cultura e la scienza e attraverso dei riti di propaganda a opera di Goebbels, utilizzando mezzi come la radio od il cinematografo e certe volte organizzando riti collettivi per manipolare le coscienze. Questo fu un motivo per il quale il nazismo si impose: non vi fu solo terrorismo ma anche un grande potere carismatico.

Violenza e repressione razziale

La violenza nazista fu adoperata non solo per conquistare e mantenere il potere ma anche per trasformare la nazione in una nazione guerriera e per purificarla, se ne possono identificare tre tipi: repressione politica, sociale e razziale, che contribuirono alla radicalizzazione della cosa. La repressione politica fu forte solo all’inizio, la repressione sociale si propose di eliminare gli “asociali” (zingari, vagabondi, omosessuali), repressione razziale invece presupponeva il sanamento biologico della razza, che fossero ebrei o disabili/malati di mente. La violenza razziale si basava sul fatto che il popolo non è soltanto un insieme di individui legati da una cultura, da una storia e da una appartenenza ad uno stato, ma è una totalità razzialmente omogenea.

Persecuzione degli ebrei

Da qui l’avversione all’Illuminismo, all’individualismo ed al liberalismo: chi non era di sangue tedesco non poteva essere cittadino. Quindi lo stato tedesco si propose di riportare ad uno stato razzialmente omogeneo il popolo tedesco (Volk), purificandolo dai meticci e dagli esseri impuri. Da qui la persecuzione degli ebrei, ritenuti una razza inferiore e appartenenti ad una religione altrettanto inferiore, dovevano essere colpiti programmando un’estirpazione della razza ebraica. Dai primi provvedimenti contro gli ebrei su passò nel 1935 alle leggi di Norimberga, che privavano gli ebrei della cittadinanza tedesca, un altro fu la “notte dei cristalli” in cui numerosi ebrei vennero massacrati, arrestati o uccisi assieme alle loro istituzioni, alcuni deportati nei campi di concentramento, alla fine del massacro la comunità ebraica dovette pure risarcire i danni alle opere pubbliche. Solo allora si capì che gli ebrei erano finiti, il tutto continuò con l’arianizzazione dei beni e delle attività economiche ebraiche, ossia venivano assegnati a esseri puri, quindi si cominciò con le deportazioni nei campi di concentramento e con la costrizione nel portare la stella di David nel 1941.

Politica economica e preparazione alla guerra

La politica economica dello stato tedesco fu autarchica e caratterizzata da un grande interventismo e dirigismo dello stato, che accentuò il carattere monopolistico dello stato, vi fu una saldatura fra le scelte economiche del regime e i grandi gruppi industriali. Il regime mirava ad una piena occupazione per il consenso popolare, obiettivo che fu centrato perfettamente. I salari furono bassi e i ritmi di lavoro erano alti, ma il fatto che durante la repubblica di Weimar l’occupazione fu una spina nel fianco, aumentò il consenso da parte del popolo. Per quel che riguarda l’economia di guerra, lo stato finanziò opere pubbliche e adottò una politica di riarmo, arrivando le spese militari a costituire il 50% delle spese totali, questo perché Hitler riteneva che il regime dovesse prepararsi alla guerra, ciò viene anche detto nel piano quadriennale. Il legame fra economia, politica, ideologia e guerra era dato dal fatto che l’impiego di risorse pubbliche comportasse una politica estera aggressiva che mirava a far riconquistare alla Germania un posto d’onore nel panorama economico internazionale, altra tematica era quella dello “spazio vitale” che presupponeva la legittima espansione del Reich verso est, nei paesi slavi.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le strategie di Hitler per consolidare il suo potere in Germania?
  2. Hitler utilizzò una combinazione di legalità e violenza, influenzando le elezioni e ottenendo pieni poteri dal parlamento. Distrusse la democrazia, istituì uno stato totalitario e represse l'opposizione politica e sociale.

  3. Come il regime nazista gestì l'opposizione politica e sociale?
  4. Il regime nazista represse l'opposizione arrestando liberali e socialisti, chiudendo giornali e sedi sindacali, e sciogliendo partiti come l'Spd. Inoltre, furono istituiti campi di concentramento per prigionieri politici.

  5. Qual era l'approccio del regime nazista verso la razza e la purezza etnica?
  6. Il regime nazista perseguiva una politica di purificazione razziale, considerando il popolo tedesco come una totalità razzialmente omogenea. Ciò portò alla persecuzione degli ebrei e di altri gruppi considerati "asociali" o "impuri".

  7. In che modo il regime nazista influenzò l'economia tedesca?
  8. L'economia tedesca sotto il regime nazista era autarchica e caratterizzata da un forte interventismo statale. Il regime mirava alla piena occupazione e al riarmo, con una politica economica che favoriva i grandi gruppi industriali.

  9. Quali furono le conseguenze delle politiche razziali del regime nazista?
  10. Le politiche razziali portarono alla promulgazione delle leggi di Norimberga, alla "notte dei cristalli", e alla deportazione degli ebrei nei campi di concentramento. Gli ebrei furono privati della cittadinanza e dei loro beni, e costretti a portare la stella di David.

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