Concetti Chiave
- L'Italia, pur vincitrice della guerra, ottenne poco dai trattati di pace, alimentando il mito della "vittoria mutilata".
- La Grande Guerra aggravò la già fragile situazione economica italiana, con inflazione e riconversione industriale che causarono licenziamenti e disoccupazione.
- Le banche, concesse ingenti prestiti durante la guerra, faticavano a recuperare i fondi, colpendo duramente salariati e borghesia.
- Il rientro dei soldati nella vita civile fu complicato dalla mancanza di una riforma agraria promessa durante la guerra.
- Il periodo postbellico vide un aumento di scioperi e proteste, con la crescita del comunismo e l'emergere della questione femminile nel lavoro.
Indice
L'Italia dopo la guerra
L’Italia uscì dalla guerra come Paese vincitore. Di fronte alle richieste italiane i rappresentanti italiani lasciarono il tavolo delle trattative, quindi l'Italia ottenne poco. Giolitti aveva affermato che la guerra sarebbe stata una prova difficile. L’Italia era un Paese fragile già prima di entrare in guerra, per cui la guerra peggiorò la situazione, aggravandola e contribuendo alla nascita del mito della vittoria mutilata.
Conseguenze economiche e sociali
La destra era massimalista, inoltre la grande guerra aveva causato l’indebitamento degli Stati europei, creando molti problemi economici; la fine della guerra comportò la fine delle commesse statali e le industrie dovettero optare per la riconversione. Inoltre gli scontri provocarono l'aumento dell'inflazione, ponendo l'Italia in una situazione complessa, caratterizzata da molti licenziamenti tra gli operai; inoltre la fine della guerra comportò l’aumento della disoccupazione. Durante la guerra le banche avevano concesso grossi prestiti alle industrie e con il finire della guerra, le banche faticavano a farsi restituire i soldi dalle industrie; l’inflazione colpì quelli che avevano il salario e lo stipendio.
Problemi di disoccupazione e riforma agraria
La crisi non coinvolse solo i dipendenti a reddito fisso, ma anche la borghesia, infatti, molti erano andati a lavorare al fronte. Nel 1917 gli Stati Uniti ridussero fortemente l’immigrazione e nel 1919 aumentarono il numero dei disoccupati (due milioni). Vi era il problema di far ritornare nella vita civile i soldati, tra cui vi erano i mutilati, i feriti e anche quelli che dovevano trovare lavoro. In Italia c’erano terre incolte, quindi c’era il problema della riforma agraria che durante la guerra erano state promesse ai soldati, ma finita la guerra la riforma agraria non fu elaborata. Si registrarono molti scioperi, proteste, richieste di lavoro, manifestazioni per ottenere un lavoro e un sussidio; si affermò il comunismo, la questione femminile divenne importante, poiché le donne trovavano lavoro soprattutto nel settore bellico. In sintesi quindi l'Italia registrò notevoli difficoltà economiche, politiche e sociali nel corso del primo dopoguerra.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali difficoltà economiche che l'Italia affrontò nel dopoguerra?
- Come influì la fine della guerra sulla situazione lavorativa in Italia?
- Quali furono le conseguenze sociali e politiche del dopoguerra in Italia?
L'Italia affrontò un aumento dell'inflazione, disoccupazione e indebitamento, con le industrie che dovettero riconvertirsi e le banche che faticavano a recuperare i prestiti concessi durante la guerra.
La fine della guerra portò a un aumento della disoccupazione, molti licenziamenti tra gli operai e difficoltà nel reintegrare i soldati nella vita civile, aggravando le tensioni sociali.
Si verificarono scioperi, proteste e manifestazioni per il lavoro, con l'affermazione del comunismo e l'emergere della questione femminile, mentre la promessa di una riforma agraria non fu mantenuta.