Concetti Chiave
- L'immigrazione dal sud verso il nord Europa è aumentata a causa del crescente divario economico tra paesi ricchi e poveri.
- Nonostante la liberalizzazione del mercato interno europeo, le restrizioni all'immigrazione regolare hanno aumentato gli ingressi clandestini.
- L'accordo di Schengen ha facilitato la libera circolazione all'interno dell'Europa, ma ha rafforzato i controlli alle frontiere esterne.
- In Italia, le leggi Turco-Napolitano e Bossi-Fini hanno introdotto restrizioni sui permessi di soggiorno, legandoli al possesso di un lavoro.
- Il regolamento di Dublino pone pressione sui paesi di confine dell'UE, creando difficoltà nel trattamento equo delle richieste di asilo.
Indice
Crescita dell'immigrazione nel XXI secolo
All’inizio del XXI secolo, l’immigrazione dei paesi del sud verso quelli del nord è stata in forte crescita. Le cause sono da rinvenire innanzitutto nello squilibrio economico. Se nel 1960, i 20 paesi più ricchi godevano di un reddito pro capite 18 volte maggiore rispetto a quello dei 20 paesi più poveri, alla fine del secolo il divario era salito a 40.
Per questo motivo, un numero sempre crescente di persone è spinto ad abbandonare la propria casa per dirigersi verso i paesi più ricchi dove esistono maggiori tutele e possibilità di lavoro nonché assistenza sanitaria. I Paesi più ricchi hanno aumentato il loro potere di attrazione anche per la propria capacità di presentarsi tramite nuovi mezzi di comunicazione, come il regno del benessere e della libertà. Allo stesso tempo, però, essi hanno drasticamente limitato le possibilità di accesso a tali privilegi e alla crescente liberalizzazione della circolazione delle merci è corrisposta una crescente limitazione della circolazione delle persone. L’irrigidimento delle norme previste per gli ingressi dei migranti regolari ha causato un incremento di quelli irregolari o clandestini; per le migrazioni in regola le cifre parlano di 175 milioni di persone all’anno che si sono spostate, ma per gli irregolari non può essere fatta una stima precisa, anche se qualche studio parla di 2 milioni di individui per anno. Questo ha creato una vera e propria industria del trasporto clandestino, di un’autentica tratta di essere umani, controllata dalla malavita che produce un’enorme cifra di affari.Politiche migratorie e accordo di Schengen
Nonostante le affermazioni di principio più volte ribadite dall’U.E., le politiche dei governi occidentali non hanno mai attenuato l’ineguaglianza fra cittadini europee extracomunitari. Nel 1985 fra Francia, Italia, Germania, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo fu siglato l’accordo di Schengen che prevedeva la libera circolazione di persone e di capitali, accordo a cui, successivamente hanno aderito anche altri Paesi, fra cui l’Italia che ha dato la propria adesione nel 1996. Tale accordo ha anticipato l’Atto unico europeo del 1986 riguardante la liberalizzazione del mercato interno per persone, merci, servizi e capitali. I punti fondamentali dell’accordo sono tre: 1) libera circolazione di tutti i cittadini aderenti all’accordo e di tutti gli stranieri entrati legalmente in uno degli stati aderenti 2) armonizzazione della politica dei visti, di circolazione e di soggiorno per gli extracomunitari 3) cooperazione tra le polizie di frontiera e doganali per la lotta alla criminalità, alla frode fiscale, all’immigrazione clandestina, al traffico di immigrati, armi e droga. A questo si sono aggiunti, come conseguenza, la soppressione dei controlli alle frontiere comuni e il rafforzamento sei controlli alle frontiere esterne dell’Europa. Il rifiuto d’ingresso o l’accettazione in un paese, per un cittadino extracomunitario ha i medesimi effetti per tutti gli aderenti all’accordo ed è per questo motivo che si è adoperata l’espressione “fortezza Europa”.
Restrizioni e regolamenti sull'immigrazione
Una differenza rilevante fra le immigrazioni di un tempo e quelle attuali riguarda la possibilità di ottenere il permesso di soggiorno permanente, non, quindi, limitato solo ad un periodo stabilito dal Paese ospitante. In Italia, dopo le limitazioni stabilite dalla legge Turco-Napolitano del 1998, la legge Bossi-Fini del 2002 ha introdotto ulteriori restrizioni stabilendo, fra l’altro, che il permesso di soggiorno sia concesso all’immigrato che abbia già un lavoro e che la perdita del lavoro costituisca un motivo valido di espulsione. In attesa di espulsione, gli immigrati sono trattenuti fino a 60 giorni per accertamenti, in centri di permanenza temporanei istituiti dalla legge del 1998. In essi, di fatto, gli immigrati sono reclusi e sottoposti a trattamenti a volte molto discutibili sia dal punto di vista sanitario che psicologico. Queste misure sono state accompagnate dall’impegno delle forze di polizia per il contrasto dell’immigrazione clandestina. Nel 2008 è stato approvato dall’U.E. il regolamento di Dublino. Uno degli obiettivi principali del regolamento di Dublino è impedire ai richiedenti asilo di presentare domande in più Stati membri, oltre a quello di ridurre il numero di richiedenti asilo che sono trasportati da Stato membro ad un altro Stato membro. Tuttavia, poiché il primo paese di arrivo è incaricato di trattare la domanda, questo mette una pressione eccessiva sui settori di confine, dove gli Stati sono spesso meno in grado di offrire sostegno e protezione ai richiedenti asilo, come nel caso della Spagna, dell’Italia, della Grecia e di Malta. Attualmente, coloro che sono provvisoriamente ammessi in applicazione degli accordi di Dublino non sempre sono in grado di accedere a una procedura di asilo. Questo rischia di vanificare le garanzie dei richiedenti asilo di ricevere un trattamento giusto e che le proprie richieste d'asilo non siano prese in adeguata considerazione.
Domande da interrogazione
- Quali sono le cause principali dell'aumento dell'immigrazione dai paesi del sud verso quelli del nord all'inizio del XXI secolo?
- Quali sono le conseguenze delle politiche migratorie restrittive adottate dai paesi europei?
- Quali sono i punti fondamentali dell'accordo di Schengen?
- Quali restrizioni sono state introdotte dalla legge Bossi-Fini del 2002 in Italia?
- Quali sono le criticità del regolamento di Dublino approvato dall'U.E. nel 2008?
Le cause principali sono lo squilibrio economico tra i paesi ricchi e poveri e l'attrattiva dei paesi più ricchi che offrono maggiori opportunità di lavoro e assistenza sanitaria.
Le politiche restrittive hanno portato a un aumento dell'immigrazione irregolare e alla creazione di un'industria del trasporto clandestino controllata dalla malavita.
I punti fondamentali includono la libera circolazione delle persone, l'armonizzazione delle politiche di visti e soggiorno per gli extracomunitari, e la cooperazione tra le polizie di frontiera per combattere la criminalità e l'immigrazione clandestina.
La legge Bossi-Fini ha stabilito che il permesso di soggiorno è concesso solo a chi ha già un lavoro e che la perdita del lavoro può portare all'espulsione. Gli immigrati in attesa di espulsione possono essere trattenuti fino a 60 giorni.
Il regolamento mette pressione sui paesi di confine, come Italia e Grecia, e rischia di compromettere le garanzie per i richiedenti asilo, che potrebbero non ricevere un trattamento giusto o adeguato.