Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • La repressione di Piazza Tian An Men nel 1989 segnò un momento di stallo per la Cina a livello internazionale, ma non bloccò la modernizzazione e la crescita produttiva del paese.
  • Nonostante le condanne internazionali, i rapporti economici della Cina con l'Occidente tornarono presto attivi, mostrando un ostracismo più formale che sostanziale.
  • Nel 1992, il Partito comunista cinese ribadì il suo controllo attraverso riforme economiche capitalistiche, mantenendo un'economia di mercato socialista.
  • Nel 2001, l'ingresso della Cina nel WTO segnò un impegno significativo verso l'apertura economica, eliminando alcune barriere tariffarie senza contropartite immediate.
  • All'inizio del XXI secolo, la Cina cercò di coordinarsi con la Russia per contenere l'influenza degli USA in Asia centrale, opponendosi all'intervento militare in Iraq nel 2003.

Indice

  1. La Cina e la repressione del 1989
  2. Crescita economica e relazioni internazionali
  3. Politica interna ed estera negli anni '90
  4. Ingresso nella WTO e relazioni con la Russia

La Cina e la repressione del 1989

Nel 1989 la repressione degli studenti di piazza Tian An Men, per la Cina segnò un momento di stallo; infatti, a livello internazionale la condanna fu unanime e sembrò compromettere le aperture già in corso con diversi paesi durante gli anni Ottanta, soprattutto il rafforzamento dei rapporti con il Giappone e con gli USA, nonché un timido disgelo con l’URSS a cui si aggiunge l’accordo con il Portogallo per il ritorno cinese di Macao che avverrà nel 1999, analogo a quello firmato con Hong Kong.

Crescita economica e relazioni internazionali

Il nuovo corso non conobbe però blocchi, portando così la Cina a una crescita produttiva e ad una eccezionale modernizzazione; ciò comportò un ostracismo da parte di diversi Paesi occidentali, anche se spesso si ridusse ad un fatto solo formale: infatti, nonostante tanti proclami diplomatici, i rapporti economici con la Cina ritornarono ben presto molto attivi.

Durante la prima guerra del Golfo (1990-1991), la Cina sostenne la coalizione multinazionale contro l’Iraq e questa decisione segnò anche la ripresa di attività diplomatica che portò a consolidare le alleanze con i maggiori paesi industrializzati. Il processo di disgregazione che coinvolse il sistema politico, economico e sociale dell’URSS (1990-1991) non scosse minimamente il Partito comunista che, nel congresso del 1992, anzi, ribadì il rigore della linea politica e il ruolo guida del partito; furono accentuate le riforme economiche da attuarsi con l’impiego di metodi capitalistici, ma sotto il controllo del partito in modo da garantire un’economia di mercato socialista.

Politica interna ed estera negli anni '90

Dal 1993 in poi, la politica interna ed estera furono caratterizzate da una maggiore aggressività, come nel caso di Hong Kong, dove, dopo una prima accettazione delle riforme avviate dal governo britannico, Pechino pretese lo scioglimento del consiglio legislativo nel momento del ritorno dell’ex-colonia e l’istituzione di un’assemblea legislativa provvisoria. Aperte rimanevano le questioni del Tibet e di Taiwan. Nello stesso anno diventò presidente della Repubblica cinese Jian Zermin, che negli anni successivi rafforzò continuamente la sua posizione.

Ingresso nella WTO e relazioni con la Russia

Nel 1998, il Governo cinese si impegnò in una difficile politica di rinnovamento delle strutture economiche e burocratiche del paese. Nel 2001, la Cina che ormai era diventata un colosso nella scena economica mondiale entrò a far parte dell’Organizzazione mondiale del commercio (= WTO). In base a tale accordo, la Cina si impegnava ad abolire, senza ottenere nulla in cambio, un certo numero di barriere tariffarie nei confronti dei prodotti agricoli e industriali statunitensi.

All’inizio del XXI secolo, la Cina cerca di coordinarsi con la Russia per contenere l’influenza degli USA in Asia centrale e pere prevenire un eventuale riarmo da parte del Giappone. In questo senso, il governo di Pechino si allineava con la Russia, condividendo con essa la contrarietà all’intervento militare degli Stati Uniti in Iraq nel marzo 2003. In politica economica interna, il piano quinquennale 2001-2005 furono previsti dei significativi tagli all’occupazione poiché si pensava ad un rinnovamento della struttura imprenditoriale, pensando in modo particolare all’apertura verso investimenti esteri.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato l'impatto della repressione di piazza Tian An Men sulla politica estera cinese?
  2. La repressione del 1989 ha segnato un momento di stallo per la Cina, con una condanna internazionale unanime che sembrava compromettere le aperture diplomatiche in corso, ma non ha bloccato la crescita produttiva e la modernizzazione del paese.

  3. Come ha reagito la Cina alla disgregazione dell'URSS?
  4. La disgregazione dell'URSS non ha scosso il Partito Comunista Cinese, che nel congresso del 1992 ha ribadito il rigore della sua linea politica e ha accentuato le riforme economiche con metodi capitalistici sotto il controllo del partito.

  5. Quali furono le azioni della Cina riguardo Hong Kong dopo il ritorno dell'ex-colonia?
  6. Dopo il ritorno di Hong Kong, la Cina ha preteso lo scioglimento del consiglio legislativo e l'istituzione di un'assemblea legislativa provvisoria, mostrando un atteggiamento più aggressivo.

  7. Quali furono le principali iniziative economiche della Cina all'inizio del XXI secolo?
  8. All'inizio del XXI secolo, la Cina è entrata a far parte del WTO, impegnandosi ad abolire alcune barriere tariffarie, e ha previsto significativi tagli all'occupazione nel piano quinquennale 2001-2005 per favorire l'apertura agli investimenti esteri.

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