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Concetti Chiave

  • Nel 1921, una fazione del Partito Socialista Italiano si separa durante il congresso di Livorno per formare un nuovo partito di ispirazione bolscevica, guidato da Antonio Gramsci.
  • Antonio Gramsci rielabora il pensiero di Lenin, adattando le ideologie bolsceviche alla realtà italiana, identificando la borghesia come un potere da infiltrare prima della rivoluzione.
  • Gramsci identifica la scuola, la stampa e la cultura come centri di potere borghesi da occupare per diffondere le idee comuniste e preparare il terreno per la rivoluzione.
  • Il biennio rosso (1919-1920) è caratterizzato da rivolte sindacali e richieste operaie di condizioni migliori, ispirate dal mito della rivoluzione russa.
  • Il Partito Comunista Italiano, più radicale, vuole agire subito per la rivoluzione, mentre il Partito Socialista attende la maturazione del sistema capitalistico.

Indice

  1. La nascita del partito comunista
  2. La strategia di Gramsci
  3. Le opere di Gramsci
  4. Il biennio rosso

La nascita del partito comunista

Nel 1921 c’è il congresso del partito socialista a Livorno; una parte se ne stacca e decide di fondare un altro partito, d’ispirazione bolscevica, secondo i dettami della terza internazionale. Viene guidato da uno studioso chiamato Antonio Gramsci, che ha fatto una rielaborazione personale di Lenin.

La strategia di Gramsci

Egli condivide l’idea che fosse arrivato il momento della rivoluzione bolscevica in Italia ma adatta le ideologie bolsceviche al suo paese; il problema è che si rischia con la rivoluzione di avere dei successi iniziali, ma siccome la borghesia è molto organizzata, controlla i centri di potere, il rischio è che essa riesca a barricarsi in queste fortezze del potere e avvii una controffensiva. La scuola, la stampa e la cultura sono i centri del potere secondo Gramsci. La strategia del partito comunista italiano è quella di infiltrarsi prima della rivoluzione nel mondo borghese, occupando le loro roccaforti e i centri di potere, diffondendo le proprie idee. Anche attraverso la letteratura vengono diffuse le idee comuniste, creando una mentalità che non andrà contro la rivoluzione. Si abbandona a volte la retorica del linguaggio comunista; si inizia a descrivere il comunismo in termini nazionalpopolari.

Le opere di Gramsci

Gramsci scrive molte opere, fra le quali “Quaderno dal carcere”. In essi dice che Lenin ha avuto una situazione diversa rispetto ai paesi occidentali, in cui la borghesia è organizzata meglio e controlla le “case matte”, fortificazioni che fanno in modo di controllare la società a livello mentale (scuola, librerie ecc.). L’immagine che usa è quella della guerra di movimento: l’attacco frontale conquisterebbe una parte del campo ma si sarebbe esposti ad una fortissima controffensiva. La borghesia domina la cultura e la mentalità, quindi la coscienza rivoluzionaria è difficile da diffondere. È quindi necessario occupare questi luoghi.

Il biennio rosso

La situazione è piuttosto esplosiva, anche perché nel 1919-20 scoppia il biennio rosso, con molte rivolte sindacali nelle fabbriche. La causa di questo periodo è la difficoltà nella riconversione della produzione, che causa disoccupazione. Inoltre gli operai tornati dalla guerra volevano condizioni migliori. Terza questione è il “convitato di pietra”: il mito della rivoluzione russa arriva in Italia e stuzzica gli operai. Essi hanno il mito di prendere il controllo della fabbrica cacciando i padroni. Nel biennio rosso la richiesta della parte più moderata è una riduzione della giornata lavorativa, un aumento dei salari ecc. La parte più attiva vuole la rivoluzione. L’ora della rivoluzione sarà solo quando la maturazione del sistema capitalistico sarà completata; la decadenza del saggio del profitto non è ancora avvenuta. Questa è la teoria del partito socialista, che si oppone al partito comunista, deciso nell’agire subito.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato l'evento chiave che ha portato alla scissione del partito socialista italiano?
  2. Nel 1921, durante il congresso del partito socialista a Livorno, una parte del partito si stacca per fondare un nuovo partito d’ispirazione bolscevica, guidato da Antonio Gramsci.

  3. Qual era la strategia del partito comunista italiano secondo Gramsci?
  4. La strategia era infiltrarsi nel mondo borghese prima della rivoluzione, occupando i centri di potere come la scuola e la cultura, per diffondere le idee comuniste e creare una mentalità favorevole alla rivoluzione.

  5. Quali erano le difficoltà che Gramsci vedeva nella diffusione della coscienza rivoluzionaria in Italia?
  6. Gramsci riteneva che la borghesia fosse molto organizzata e controllasse i centri di potere culturale e mentale, rendendo difficile la diffusione della coscienza rivoluzionaria.

  7. Quali erano le richieste durante il biennio rosso e come si differenziavano le posizioni all'interno del movimento operaio?
  8. Durante il biennio rosso, la parte più moderata chiedeva una riduzione della giornata lavorativa e un aumento dei salari, mentre la parte più attiva voleva la rivoluzione immediata.

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