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Concetti Chiave

  • Lo Stato totalitario si sviluppa nel dopoguerra del XX secolo con un'unica ideologia e controllo totale su vita politica e sociale, disprezzando la democrazia.
  • Il fascismo in Italia, consolidato nel 1926, ha fascistizzato la società influenzando scuola, lavoro e cultura, senza trasformare la struttura economica preesistente.
  • Il regime nazista ha eliminato l'opposizione e utilizzato la propaganda per esaltare il Fuhrer e il nazionalsocialismo, enfatizzando la superiorità della razza ariana.
  • Il regime sovietico di Stalin ha represso l'opposizione con le "grandi purghe" e imposto il culto della personalità, trasformando il comunismo in una dittatura.
  • Gli Stati totalitari, pur apparendo moderni, spesso mostrano contraddizioni ricorrendo a miti e riti arcaici per giustificare il potere e manipolare la verità.

Indice

  1. Lo Stato totalitario
  2. Lo Stato totalitario fascista
  3. Gli Stati totalitari nazista e sovietico

Lo Stato totalitario

Nel primo dopoguerra del secolo scorso i gravi problemi sociali, economici e politici favorirono l’avvento, in vari stati europei, di regimi autoritari. Nasce così lo Stato totalitario che presenta precise connotazioni. Si regge su una dottrina, un’ideologia unica, che vieta la pluralità di opinioni. Propone un organismo unico nel quale ogni individuo costituisce solo una cellula: lo Stato è tutto il singolo nulla. Ne consegue il disprezzo per il voto popolare, la funzione del Parlamento e il disprezzo per la democrazia. Ha un unico partito guidato da un capo carismatico e infallibile, un dittatore a cui si deve totale obbedienza. Deve avere il completo controllo della nazione. Da ciò deriva la lotta contro ogni forma di opposizione, l’uso della violenza, la creazione di corpi armati e della polizia segreta. Ha bisogno del controllo sulla stampa, sulla scuola, sulla cultura, sulla scienza, sull’educazione dei giovani. Instaura un rapporto diretto e attivo con le masse attraverso una martellante propaganda e l’uso di tutti i mezzi di comunicazione. Tende a darsi un fondamento quasi sacro, presentandosi come insostituibile organizzatore di una “società perfetta”. Trova fondamento in alcuni miti che usa per giustificare il proprio dominio. L’idea stessa di verità svanisce, attraverso la censura e la manipolazione delle idee si conosce solo ciò che il gruppo al potere desidera che si sappia: è la mistificazione della realtà, perché lo stato totalitario ”costruisce” si fa “attivo”, alterando, riscrivendo, imponendo false verità create per giustificare se stesso e il proprio potere; può omettere, cancellare interi pezzi di storia, per annullarne la memoria. Presenta, inoltre, aspetti contraddittori, di “nuovo” e di “vecchio” allo stesso tempo. Nuovo perché tende alla modernizzazione, vecchio perché fa ricorso a miti, fantasie, riti arcaici.

Lo Stato totalitario fascista

Alla fine del 1926, fascistizzata la burocrazia, inclusa la Milizia tra i corpi armati dello stato, aperte le porte del partito agli elementi dell’alta e media borghesia e messi da parte i più decisi e violenti rappresentanti dello squadrismo, ogni empito rivoluzionario iniziale era destinato a scomparire. Il centro effettivo del potere non si spostò dal parlamento al partito ma dal parlamento al governo: Mussolini poté governare un ventennio il paese quale capo del governo che godeva della fiducia del sovrano, gli organi dello stato fascistizzati rimasero in posizione di netta preminenza rispetto agli organi del partito che si trasformò in un complesso propagandistico-educativo-assistenziale. Abolito il confronto delle idee in seno al parlamento, altrettanto avvenne nel partito. L’apparenza della struttura statale dell’Italia poteva far pensare a uno stato-partito, invece la realtà rimase quella di uno stato autoritario che aveva imbrigliato, dopo averla usata contro le altre forze politiche, una forza potenzialmente “sovversiva” nei confronti dello Stato. “Tutto nello Stato, niente al di fuori dello Stato, nulla contro lo Stato” B. Mussolini 28/10/1925. Eliminato il vecchio stato liberale Mussolini voleva costruire lo stato corporativo, ispirato al principio che gli interessi individuali dovevano essere subordinati all’interesse nazionale, bisognava creare un sindacalismo di stato. Nacquero nel ’27 le corporazioni: il potere contrattuale dei lavoratori venne praticamente annullato. Tutti i cittadini furono irreggimentati in organismi di stato.

Gli Stati totalitari nazista e sovietico

Annientata ogni forma di opposizione e di dissenso, anche attraverso l’eliminazione fisica degli avversari e la loro chiusura nei campi di concentramento, la Germania hitleriana, trasformata tra il 1933 e il 1934 da Stato federale a Stato unitario rigidamente controllato, si ritrovò con una popolazione passivamente disposta all’unanime applauso, anche perché non preparata a comprendere il carattere della democrazia parlamentare, vista la sua storia sotto il duro regime del Kaiser. Uno dei metodi più efficaci per ottenere il coinvolgimento emotivo delle masse fu quello di collegare strettamente il linguaggio religioso a quello tipicamente nazista: nacque così una sorta di misticismo politico in cui vanno inserite la svastica e la bandiera. “Noi nel rosso riconosciamo l’idea sociale del movimento, nel bianco l’idea nazionalista, nella croce uncinata l’impegno a combattere per l’affermazione dell’uomo ariano e per il diffondersi della tendenza al lavoro creativo, che fu e sarà sempre antisemitico” A. Hitler. Le riunioni del Reichstag approvavano passivamente i decreti governativi o erano il luogo di ascolto, con grandi ovazioni, dei discorsi del Fuher, che aveva sempre ragione e che, per ogni buon nazista, era da considerare “un dono di Dio”, al di sopra di qualsiasi giudizio e della stessa legge, in quanto personificazione di essa. “La legge e la volontà del Fuher sono tutt’uno”. Molto più meticolosamente di quanto avvenne in Italia i giovani tedeschi vennero irreggimentati da una rete di organizzazioni del partito che ne curavano la preparazione fisica ed ideologica senza distinzione di classe, di posizione sociale. La gioventù era tenuta a frequentare corsi speciali di formazione che permettevano di rinnovare i quadri del partito, della polizia e dell’esercito con uomini di età inferiore ai trent’anni: cosa che appariva in aperto contrasto di immagine con la senilità degli uomini politici operanti in seno alle democrazie. Il culmine del delirio intellettuale fu raggiunto nel campo del diritto. “Fondamento per l’interpretazione di ogni fonte del diritto è la visione del mondo nazionalsocialista come si trova espressa in particolare nel programma del partito e nelle dichiarazioni del Fuher”(1936). Il Fuher diventava il garante del diritto, creatore del medesimo, massimo giudice. Ne derivava l’arbitrio del dittatore e le leggi razziali. Contestualmente la propaganda nazista puntava a creare intorno al partito e al Fuher un’immagine al tempo stesso terribile ma rassicurante, invincibile e salvatrice.

Fonti:

  • A. Brancati, Popoli e civiltà
  • Gaeta Villani, Corso di Storia
  • S. Guglielmino T. Scarduelli Silvestrini, Guida alla lettura
  • A. Acquarone, L’organizzazione dello stato totalitario

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le caratteristiche principali di uno Stato totalitario?
  2. Uno Stato totalitario si caratterizza per un'unica ideologia, il controllo totale sulla vita politica e sociale, il culto della personalità di un dittatore, e l'uso della propaganda per manipolare la verità e giustificare il potere.

  3. Come si è sviluppato lo Stato totalitario fascista in Italia?
  4. In Italia, il fascismo si è stabilizzato alla fine del 1926, con Mussolini che ha concentrato il potere nel governo e ha fascistizzato la società, influenzando scuola, lavoro e cultura attraverso la propaganda.

  5. In che modo il regime nazista ha mantenuto il controllo in Germania?
  6. Il regime nazista ha eliminato ogni opposizione, utilizzato la propaganda per esaltare il partito e il Fuhrer, e irreggimentato la gioventù tedesca per prepararla ideologicamente e fisicamente.

  7. Quali erano le strategie del regime sovietico sotto Stalin?
  8. Il regime sovietico sotto Stalin ha represso l'opposizione con le "grandi purghe", esaltato i successi dei piani quinquennali, e imposto la visione comunista del lavoro come valore morale, trasformandosi in una dittatura.

  9. Quali contraddizioni presentano gli Stati totalitari?
  10. Gli Stati totalitari, pur promuovendo la modernizzazione, spesso ricorrono a miti e riti arcaici, mostrando contraddizioni tra l'apparente progresso e l'uso di pratiche tradizionali.

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