Lo Stato totalitario
Nel
dopoguerra del XX secolo, i gravi problemi sociali, economici e politici favorirono l'avvento di regimi autoritari in vari stati europei. Nasce così lo Stato totalitario, che presenta precise connotazioni: un'unica ideologia che vieta la pluralità di opinioni e un controllo totale sulla vita politica e sociale. In questo sistema, lo Stato diventa l'unico organismo importante, e ogni individuo è solo una cellula, con il totale disprezzo per la democrazia. Il regime si caratterizza per il culto della personalità di un dittatore carismatico e infallibile, a cui deve essere resa obbedienza assoluta. Lo Stato totalitario esercita il controllo su stampa, scuola, cultura, scienza ed educazione, utilizzando la propaganda e manipolando la verità per giustificare il proprio potere. Nonostante sembri portare avanti una modernizzazione, si fa spesso ricorso a miti e riti arcaici, mostrando aspetti contraddittori.
Lo Stato totalitario fascista
Alla fine del 1926, in Italia, il fascismo raggiunge una forma stabile. Dopo aver consolidato la sua posizione attraverso la fascistizzazione della burocrazia e l'integrazione di borghesia e fascisti,
Mussolini concentrò il potere non nel partito ma nel governo, governando con la fiducia del sovrano. La sua visione portò alla creazione dello Stato corporativo, dove gli interessi individuali venivano subordinati all'interesse nazionale. La società venne fascistizzata, penetrando ogni aspetto della vita quotidiana degli italiani: scuola, lavoro, tempo libero e cultura furono tutti orientati verso il regime. Il fascismo creò la prima
società di massa, utilizzando la propaganda per condizionare i comportamenti e indirizzarli verso l'adesione al regime. Sebbene il fascismo sia stato presentato come una rivoluzione, in realtà non trasformò la società italiana, ma sovrappose un sistema autoritario alle strutture economiche e sociali preesistenti.
Lo Stato totalitario nazista
Nel
regime nazista, ogni forma di opposizione venne annientata, spesso con l'eliminazione fisica degli avversari. La Germania, trasformata in uno stato unitario controllato rigidamente, vide una popolazione passivamente disposta a seguire il regime. La propaganda nazista collegò strettamente il linguaggio religioso a quello politico, creando un misticismo che esaltava il partito e il Fuhrer come incarnazione del diritto. La gioventù tedesca fu completamente irreggimentata, con corsi speciali per prepararla ideologicamente e fisicamente. La propaganda mirava a creare una visione del nazionalsocialismo come una realtà etica e metapolitica, in cui l'individuo doveva sacrificarsi per la collettività. Il regime enfatizzò la superiorità della razza ariana, l'avversione per il
comunismo e la democrazia, giustificando le
leggi razziali e l'arbitrio del dittatore.
Lo Stato totalitario sovietico
In Unione Sovietica, il regime di Stalin represse ogni forma di opposizione, avviando un periodo di “grandi purghe” tra il 1936 e il 1938. La propaganda sovietica esaltava i successi dei piani quinquennali, attribuendo a Stalin la creazione di un culto della personalità. La visione comunista del lavoro fu imposta come valore morale, un mezzo per elevare l'individuo e la collettività. Nonostante le promesse di maggiore libertà ed uguaglianza, il regime si trasformò in una dittatura che negò le più elementari libertà individuali. Stalin divenne simbolo del
comunismo mondiale fino alla sua morte, quando la sua memoria venne messa in discussione dai suoi stessi seguaci.