Concetti Chiave
- La politica reazionaria di Carlo X portò all'insurrezione di Parigi nel luglio 1830, terminando il suo regno e promuovendo Luigi Filippo a re.
- La rivoluzione parigina influenzò l'Europa, con il Belgio che ottenne l'indipendenza dai Paesi Bassi e la Polonia russa che si sollevò.
- Luigi Filippo adottò una politica di non intervento, sostenendo i moti liberali e stringendo un'alleanza anglo-francese per riconoscere il Belgio indipendente.
- Nonostante l'incoraggiamento ai moti liberali, la Francia non intervenne efficacemente in Italia e Polonia, dove le rivolte furono represse da Austria e Russia.
- La monarchia di luglio si identificò con la borghesia capitalista e si trovò a fronteggiare opposizioni legittimiste, repubblicane e bonapartiste.
Indice
La politica di Carlo X
La politica reazionaria del nuovo re di Francia Carlo X (1824-1830) ebbe come unico effetto quello di aprire un nuovo periodo rivoluzionario nella storia della Francia: sebbene il sovrano e il suo ministro Polignac avessero cercato di addormentare il paese con una diversione militare (impresa di Algeri), le ordinanze del 26 luglio 1830 provocarono l'insurrezione del popolo di Parigi (27-29 luglio), che pose fine al regno di Carlo X e del ramo primogenito dei Barboni.
Sul trono vacante sale, dopo qualche giorno, Luigi Filippo del ramo dei Borbone-Orléans (7 agosto 1830).
La rivoluzione parigina e le sue conseguenze
La rivoluzione parigina ebbe immediate ripercussioni in quasi tutta l'Europa e fu seguita dalla separazione del Belgio (accordo dei liberali e dei cattolici) dal regno dei Paesi Bassi (inizio della rivolta il 25 agosto 1830; proclamazione dell'indipendenza belga il 4 ottobre), dalla insurrezione della Polonia russa (29 novembre 1830), da agitazioni liberali nella confederazione elvetica e in quella germanica.
La politica di Luigi Filippo
Il nuovo re dei Francesi svolse all'inizio una politica tortuosa: mentre all'interno dava il potere ai capi del partito del movimento per poi abbandonarli definitivamente e favorire il partito della resistenza (costituzione del gabinetto di Casimir Périer), all' estero incoraggiò i moti liberali, in difesa dei quali proclamò il principio del non intervento contro l'opposto principio dell'intervento che era proprio delle potenze della Santa Alleanza, e nello stesso tempo diede positive assicurazioni conservatrici alle potenze europee.
L'intesa anglo-francese e il Belgio
Così, il principio del non intervento fu fatto rispettare dalla Francia unicamente nel caso della rivoluzione belga, nella quale essa aveva degli interessi diretti; non negli altri paesi, il fatto internazionale più importante di questo periodo fu, tuttavia, l' intesa anglo-francese, stretta dal Talleyranct; grazie ad essa il Belgio ebbe riconosciuta la propria indipendenza sotto Io scettro di Leopoldo l di Sassonia-Coburgo (1831-1865) e i regimi costituzionali di Spagna e di Portogallo poterono difendersi e reagire all'offensiva reazionaria di don Carlos e di don Miguel (Quadruplice liberale).
Le insurrezioni italiane e polacche
L'alleanza operò meno positivamente nel settore italiano: qui nel febbraio 1831 erano insorte Modena, Bologna, Parma e buona parte delle legazioni pontificie; queste ultime diedero vita al Governo delle Provincie Unite, mentre Modena e Parma davano vita a delle repubbliche separate. Ma la Francia non si mosse a favore degli insorti e il moto fu domato prontamente dalle truppe austriache del Frimont.
Analoga sorte subì l'insurrezione polacca ad opera delle truppe russe.
La reazione negli stati italiani e in Polonia
Una reazione spietata sopravvenne negli stati italiani ad opera dei restaurati sovrani (Maria Luisa di Parma, Francesco IV di Modena, papa Gregorio XVI) e in Polonia ad opera dello zar Nicola l; inoltre, sul piano diplomatico, il convegno di Munchengratz (settembre 1833) oppose al Quadruplice liberale il blocco reazionario delle tre corti del Nord (Austria, Prussia, Russia), nuova incarnazione dell'antica Santa Alleanza.
La monarchia di luglio e le opposizioni
All'interno, la monarchia di luglio assunse assai presto un volto rigorosamente classista, identificandosi con il trionfo della borghesia capitalista; ma dovette lottare a lungo contro l'opposizione di destra ( legittimismo ; avventura di Maria Carolina duchessa de Berry) e contro quella di sinistra (partito repubblicano; prime pattuglie socialiste). Infine, anche il bonapartismo costituì fino al 1832 (morte del duca di Reichstadt) una pericolosa minaccia.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali dei moti del 1830-1833 in Francia?
- Quali furono le conseguenze immediate della rivoluzione parigina del 1830 in Europa?
- Come si comportò Luigi Filippo nei confronti dei moti liberali in Europa?
- Quali furono gli effetti dell'alleanza anglo-francese durante questo periodo?
- Quali furono le reazioni delle potenze reazionarie ai moti liberali?
La politica reazionaria di Carlo X e le ordinanze del 26 luglio 1830 provocarono l'insurrezione del popolo di Parigi, portando alla fine del suo regno e all'ascesa di Luigi Filippo.
La rivoluzione parigina portò alla separazione del Belgio dai Paesi Bassi, all'insurrezione della Polonia russa e a agitazioni liberali in Svizzera e Germania.
Luigi Filippo inizialmente incoraggiò i moti liberali proclamando il principio del non intervento, ma diede anche assicurazioni conservatrici alle potenze europee.
L'alleanza anglo-francese permise il riconoscimento dell'indipendenza del Belgio e sostenne i regimi costituzionali di Spagna e Portogallo, ma non ebbe lo stesso effetto positivo in Italia.
Le potenze reazionarie, attraverso il convegno di Munchengratz, formarono un blocco opposto al Quadruplice liberale, e le insurrezioni in Italia e Polonia furono represse dalle truppe austriache e russe.